Pontifex riporta una riflessione del Pontificio Consiglio per la Famiglia del 22 gennaio 1997 in materia di liberalizzazione delle droghe leggere.
L’articolo è molto datato e forse alcuni punti non sarebbero riproposti nello stesso modo.
Il fatto che – a distanza di più di un decennio – venga proposto integralmente fa pensare che Pontifex lo consideri ancora attuale e valido.
Due premesse doverose.
Innanzitutto non sono un medico e quindi preferisco lasciare ad altri le riflessioni di materia scientifica.
Pur essendo favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, non sono un consumatore né abituale né occasionale di nessun tipo di droga: non ho riserve di tipo morale (non farei del male a nessuno se fumassi cannabis) ma – molto più semplicemente – le droghe non mi hanno mai interessato (preferisco un buon vino rosso ed un piatto di tagliatelle). Non voglio specificarlo per “prendere le distanze” da chi assume cannabis ma per evidenziare che – avendo un approccio laico – si può essere a favore della legalizzazione della cannabis pur non avendo nessuna motivazione strettamente personale a riguardo.
Premesso ciò riporto in corsivo alcuni stralci della Riflessione del Pontificio Consiglio.
“L’opinione pubblica è stata scossa di recente da alcune proposte, presentate in diversi Paesi, volte a far adottare una legislazione che controllerebbe l’uso della droga“.
Non mi ricordo se l’opinione pubblica al tempo (1997) fosse scossa però so che – appena quattro anni prima – gli Italiani votarono a favore della liberalizzazione delle droghe leggere.
“Quando vengono presentati argomenti a favore o contro i progetti di legge per la legalizzazione delle droghe “leggere”, bisogna evitare le semplificazioni e le generalizzazioni, ma soprattutto la politicizzazione di una questione che è profondamente umana ed etica“.
Questo è verissimo: bisogna evitare le semplificazioni ma soprattutto le ideologizzazioni.
“Alcuni sostengono che il ricorso moderato ad alcuni prodotti, classificati tra le “droghe”, non comporterebbe né dipendenza biochimica, né effetti secondari sull’organismo. Altri dicono che sarebbe meglio conoscere e seguire i tossicodipendenti anziché lasciarli nell’illegalità, sia per poter venire in loro aiuto sia per proteggere la società. Si argomenta, in base a ciò, in favore della legalizzazione della droga“.
È ovvio che questi possono essere alcuni degli argomenti (ma non solo) a favore della liberalizzazione delle droghe leggere. Un approccio non ideologizzato implica proprio che tutti gli argomenti (pro e contro) siano riportati.
“La scienza e la tecnologia hanno sempre cercato di trarre profitto dalle sostanze chimiche per favorire la cura delle patologie, per migliorare le condizioni di vita, per incrementare il piacere della convivenza“.
La scienza non cerca di trarre profitto (quello lo fanno le case farmaceutiche) ma cerca di portare giovamento. Inoltre non è proprio l’obiettivo della scienza il miglioramento delle condizioni di vita e la cura delle patologie?
“Gli utilizzatori (di sostanze chimiche in ambito medico, ndr) hanno constatato che alcune di queste sostanze procurerebbero una sensazione piacevole, euforica, ansiolitica, sedativa, stimolante o allucinogena. Tali “droghe” creano al tempo stesso perdite di attenzione e un’alterazione del senso della realtà. Il consumo di tali sostanze favorisce anzitutto l’isolamento e poi la dipendenza con il passaggio a prodotti sempre più forti. In alcuni casi il prodotto crea una dipendenza tale che il fruitore non vive che per procurarselo“.
Anche se fosse così, se l’uso di sostanze oppiacee riesce a lenire il dolore non è giusto utilizzarle? È meglio continuare a convivere con la malattia con maggiore sofferenza?
“Di fronte a questa escalation di discorsi favorevoli alla legalizzazione, occorre porsi i veri interrogativi. Numerosi tentativi sono stati fatti in tal senso e si sono rivelati essere dei fallimenti“.
È sempre giusto porsi degli interrogativi ma i “fallimenti” di cui si parla nell’articolo sono proprio quelli del modello italiano.
Infatti secondo i dati dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (una agenzia della Ue) la diffusione delle droghe leggere e pesanti è di gran lunga superiore in Italia che altrove.
“Si sa veramente perché bisognerebbe legalizzare la libera circolazione delle droghe?“
Si. Innanzitutto la circolazione non sarebbe libera ma vi sarebbero dei luoghi specifici per la consumazione (coffee shops) al di fuori di questi la vendita ed il semplice possesso sarebbero vietati. L’obiettivo è separare i canali di accesso tra droghe leggere e pesanti in modo da scoraggiare il consumatore di cannabis a passare al consumo di eroina e cocaina. In Olanda avviene questo ed i dati dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) sono più che incoraggianti.
“Poiché la tossicodipendenza giovanile dipende da una debolezza del nostro sistema educativo, non si vede in che modo la legalizzazione di questi prodotti favorirebbe un miglior controllo di essi da parte dei giovani, e soprattutto li aiuterebbe a comprendere ciò che cercano attraverso queste sostanze“.
Sempre l’OEDT conferma che i ragazzi italiani fanno uso di droga prima e maggiormente dei loro coetanei europei (olandesi compresi). Legalizzare significherebbe rompere anche un “tabù” e quindi si potrà parlare degli effetti di varie sostanze che un giovane potrebbe assumere (cannabis ed altri tipi di droghe, alcool, tabacco, etc) e quindi portare l’adolescente ad una maggiore consapevolezza. Insomma: educare ed informare ma non criminalizzare.
“La legalizzazione delle droghe comporta il rischio di effetti opposti a quelli ricercati. Infatti, si ammette facilmente che ciò che è legale è normale, e quindi morale“.
Legalità e moralità sono ambiti diversi. La prima attiene alla sfera penale mentre la seconda a quella personale. Chi ha delle riserve di tipo morale evidentemente continuerà a non usare cannabis anche in un regime di legalizzazione. Inoltre – paradossalmente – legalizzare il prodotto significherebbe anche “banalizzarlo” togliendo quel gusto del proibito che tanto attira i ragazzi.
Da non dimenticare che il possesso di sostanze stupefacenti era stato già depenalizzato dagli Italiani con un referendum del 1993 ma – come spesso accade – l’opinione degli Italiani era stata disattesa dalla successiva legge 49/2006 che ha portato risultati disastrosi come emerge dal “Secondo Libro Bianco sulla Fini-Giovanardi“.
“D’altronde, a partire dal momento in cui la legge riconoscesse questo comportamento come normale, ci si può domandare come le autorità pubbliche farebbero fronte al dovere di educazione e di cure alle persone per i rischi che questa legalizzazione implicherebbe“.
Educazione e legalizzazione non sono in contraddizione. Nella stessa Olanda vi sono campagne di sensibilizzazione a riguardo ed anche in Italia dove il consumo di tabacco e alcool è legalizzato non mancano le campagne di sensibilizzazione.
“Si devono anche considerare le ricadute sociali di tale legalizzazione. Si esamineranno senza timore lo sviluppo della criminalità, delle malattie legate alla dipendenza, e l’aumento degli incidenti stradali che comporterà il facile accesso alle droghe?“
Innanzitutto bisognerebbe provare che la legalizzazione porterebbe tali ricadute sociali.
Ad oggi sempre l’Oedt rileva questi dati:
– il consumo di droghe leggere e pesanti in Italia è ai vertici europei (molto più che in Olanda);
– la diffusione di malattie connesse al consumo di droghe leggere e pesanti (AIDS, epatite, etc.) è di gran lunga superiore in Italia che in Olanda.;
– i reati connessi alla detenzione di droghe leggere sono più diffusi in Italia che in Olanda.
Inoltre droga legalizzata non significa droga libera. In Olanda il semplice possesso di cannabis al di fuori dei coffee shops è severamente punito.
Per quanto riguarda il riferimento agli incidenti stradali voglio porgere questa domanda. È meglio un sistema dove sia possibile assumere cannabis all’interno di luoghi ad hoc ma dove vi è tolleranza 0 nei confronti di chi viene sorpreso a possederla all’esterno o un sistema come quello italiano in cui non viene ritirata definitivamente la patente ad una persona sorpresa innumerevoli volte alla guida con un tasso alcolemico superiore alla norma?
“Inoltre, lo Stato ha realmente i mezzi finanziari e di personale per far fronte all’accrescimento del problema sanitario che comporterebbe inevitabilmente la liberalizzazione della droga?“
Di già la diffusione di malattie legate all’uso di droghe (epatite, AIDS) è superiore in Italia che in Olanda proprio perché in Italia è più facile accedere alle droghe pesanti da quelle leggere.
In sintesi, in materia di droghe leggere sarebbe opportuno prima di tutto rompere il “tabù“. Successivamente bisognerebbe avere un approccio laico all’argomento senza che vi siano condizionamenti di tipo ideologico.
Dati OEDT:
http://www.emcdda.europa.eu/
http://it.wikipedia.org/wiki/Diffusione_delle_droghe_in_Italia
Secondo Libro bianco sulla Fini-Giovanardi:
http://www.fuoriluogo.it/sito/home/content/download/archivio/biblioteca/dossier/il-secondo-libro-bianco-sulla-legge-fini-giovanardi/librobianco2011.pdf
Articolo Pontifex:
http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/consacrati/11410-la-droga-non-si-vince-con-la-droga-riflessione-pastorale-del-pontificio-consiglio-per-la-famiglia
Un articolo in materia:
http://vocelaicista.wordpress.com/2012/04/20/54/
Anche se fosse così, se l’uso di sostanze oppiacee riesce a lenire il dolore non è giusto utilizzarle?
Ma chi scrive parole di fuoco contro le sostanze oppiacee e gli stupefacenti in generale (come gli amici Pontifessi) si è mai preso la briga di informarsi su cosa esiste attualmente in commercio?
Perchè l’impressione che si ricava dai “ragionamenti” di certi “soloni” è abbastanza deprimente: parlano senza neppure conoscere l’argomento.
Faccio riferimento in particolare a molecole come l’ossicodone. Si tratta di un oppiaceo, un parente molto stretto di morfina ed eroina. Citando la sempre ottima Wikipedia: “Come tutti gli altri oppioidi, l’ossicodone può indurre tolleranza e dipendenza.”
Beh questa molecola è abitualmente prescritta dai medici per tenere sotto controllo il dolore dopo gli interventi svolti in regime ambulatoriale o di day-hospital, allo stesso modo in cui gli ospedali somministrano morfina (attraverso appositi dosatori) sempre con lo scopo di tenere sotto controllo la sofferenza fisica dei malati.
Ma allora, di cosa parlano questi proibizionisti?
Parlano del nulla, visto che già oggi sono normalmente commerciate in farmacia molecole profondamente più pericolose della delta-9-tetraidrocannabinolo (o THC, uno dei principi attivi della cannabis).
http://it.wikipedia.org/wiki/Ossicodone
http://it.wikipedia.org/wiki/Delta-9-Tetraidrocannabinolo
Admin, sono troppo occupati a straparlare di presunte “scale miracolose” per documentarsi sugli stupefacenti: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/esteri/11564-la-scala-santa-di-san-giuseppe-costruita-al-di-fuori-di-ogni-regola-foto-e-video
Carissimo, questa presunta scala miracolosa è oggetto di attenta analisi… Don’t hold your breath but keep on looking at our homepage 😀
Educazione e legalizzazione non sono in contraddizione.
Sottolineo ed enfatizzo questa tua frase. Come riportato anche da Sandro, la profonda distanza tra legalità e moralità è ben evidente nella società civile, al punto che si tollera la vendita di sigarette e di alcool, anche se si tratta di prodotti chiaramente dannosi per gli esseri umani (al punto che si conducono costanti campagne che invitano a “bere responsabilmente” e si impone di scrivere sui pacchetti di sigarette “IL FUMO UCCIDE” e frasi simili)…
Chi pretende di precludere la legalizzazione della cannabis con queste scuse si dimostra pateticamente incapace di formulare ragionamenti.
Qui le riflessioni di Sandro.
http://pontilex.org/2012/05/non-siate-ipocriti/