In Italia solo il 3,4% del budget totale dedicato alla Sanità è utilizzato per la cura dei disturbi mentali, mentre in Tanzania è del 7%, il 10% in Australia e circa il 12% in Inghilterra. Da questi sommari dati statistici si rileva un grande squilibrio tra bisogni e risposte che deve far riflettere la politica italiana molto disinteressata alle necessità di risorse insufficienti per nuovi e migliori servizi dopo il fallimento del modello manicomiale !
Sono passati 11 anni da quel 16/18 dicembre dalla indizione della “1° Conferenza Nazionale sull’handicap” del “Programma di Azione del Governo per le politiche dell’handicap 2000-2003” ( Testo approvato dal Consiglio dei Ministri – Governo Prodi il 28 luglio 2000 ).
Sono passati sei anni da quel celebre 5 dicembre 2004 con il quale è stato dato il via alla “1° Giornata Nazionale per la salute mentale” con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri On.Silvio Berlusconi del 25 giugno 2004 (G.U. n.174 del 27 luglio 2004), e come dice la Direttiva “considerato che le Associazioni del volontariato più rappresentative a livello nazionale hanno fatto pervenire formale richiesta per l’indizione”.
Sono passati 5 anni dalla “Giornata sulla depressione” avvenuta il 17 marzo 2005 nella Sala Verde di Palazzo Chigi dove ho esposto al Governo Berlusconi in 9 punti ( grazie al dottor Gianni Letta che mi ha assecondato), quanto di urgente vigeva e vige tutt’ora nel mondo della sofferenza psico-fisica.
Dunque in queste “Giornate” nessun Governo, nessuna Amministrazione Pubblica, nessun organismo di volontariato si sono impegnati a promuovere, attraverso idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la creazione e la diffusione di una cultura di accettazione della situazione in cui ”vivono” i soggetti con patologie psichiatriche. Solo parole!
Dopo di ché, per tutte le ipotesi, il nulla! , come il nulla nel recente Piano di Stabilità 2011!
Non vogliamo certamente criticare quelle ipotesi sia del Governo Prodi come quello del Governo Berlusconi,( non siamo legittimati per una vocazione politica), tuttavia quelle proposte di mutare la malattia mentale con “Conferenze” “Giornate” o “Campagne pubblicitarie” ancor più “suggerite” da quanti dicono di difendere questi “malati”, non è stato e non è tutt’ora il modo per vincere pregiudizi, combattere lo stigma sociale, l’esclusione, la discriminazione e via dicendo e risolvere il “problema”.
Per superare tutto ciò contro la follia, bisogna rispondere alle necessità dei malati e di quanti sono materialmente loro vicini.
Le aride statistiche ci propongono che a livello mondiale i disturbi neurospichiatrici sono causa di morte per un milione e passa di persone, senza contare quell’altissima percentuale di vittime di traumi psicologici per un “numero impressionante di morti” di persone che convivono con guerre, terrorismo, torture ed altre forme di violenze causate da ”traumi psichici talora difficilmente recuperabili”, come ha denunciato con coraggio il Santo Padre Benedetto XVI° nel Messaggio della XIV° Giornata Mondiale del Malato che si è celebrato nel lontano 11 febbraio 2007 a Seul.
Lottare contro l’emarginazione di chi soffre di disturbi psichici e sostenere cure e prevenzione con risorse umane adeguate, questo in sintesi l’invito del Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moom per la recente “Giornata Mondiale della salute mentale” dedicata quest’anno al rapporto tra benessere psichico e malattie croniche.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 450 milioni di persone che soffrono disordini mentali e nella metà dei casi iniziano prima dei 14 anni. Schizofrenia e bipolarismo sono le patologie più diffuse dall’ONU. Quindi di fatto disturbi emotivi in giovane età sarebbe un fattore di rischio per contrarli in età adulta.
Ecco l’importanza della prevenzione che ho auspicato nelle n/s Petizioni giacenti in Parlamento, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri ! Signori Presidenti dei Consessi Parlamentari!
A livello Censis il 20 % della popolazione italiana accusa disturbi psichici, il 4% di disturbi mentali, il 16% di varie forme di disagio mentale, il 30 % assume psicofarmaci ed il 15 % delle famiglie sono colpite nei loro familiari da disturbi neuropsichiatrici, mentre per l’ISTAT il 15 % uomini e il 25% donne sono colpiti da disturbi psichici.
Molto spesso le strutture pubbliche sono insufficienti e le persone sono colpite da doppia diagnosi di malattia mentale e dipendenza da droghe od altro, come negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari gli internati non possono essere dimessi perché mancano le strutture di accoglienza, “situazione” rilevata per l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa (NA) anche dall’ex-“Commissario per i Diritti Umani della Unione Europea” Gil-Robles nella Relazione per la sua visita in Italia il 10/17 giugno 2005. ( vedi n/s sito internet ) .
Per non parlare degli Ospedali Psichiatrici Convenzionati tutt’ora in auge, alla faccia della legge 180 e 833 !
Ogni attenzione rivolta alla promozione della vita umana fisica o mentale, sia della singola persona che dal contesto familiare merita certamente un riconoscimento al proponente “a quivis de populo”, tuttavia non possiamo non rilevare che situazioni reali e concrete non si risolvono con “Conferenze”, “Campagne pubblicitarie” o “handicap-day”, perché ciò che il mondo dell’handicap vuole sono soluzioni concrete che riguardano alcune necessità, quali in breve
- il settore economico – 256,67 euro mensili di provvidenze economiche a favore degli invalidi civili sono solo sufficienti a sopravvivere;
- il settore normativo.legislativo che tutelino i loro diritti in un unico Testo Unificato ;
- la carenza di una legge-quadro sulla tematica malattia mentale.
Ecco, per le complesse problematiche attinenti alla cura della salute dei cittadini con disagio psichico e per il superiore principio della centralità della persona-malata, ancora una volta nel Rendiconto 2010 dobbiamo constatare il disinteresse delle Istituzioni. TUTTE !
A riguardo riporto, per una grande attenzione, una preziosa riflessione di un nostro contemporaneo Poeta a parziale commento dell’opera letteraria del .Macchiavelli “Il Principe” : dove “Il fine giustifica i mezzi “.
E continua testualmente il saggio Poeta, “Ma è stato frainteso. Egli intendeva spiegare al volgo, che il Principe, inteso come il detentore del potere, ( come la politica dei n/s giorni) giustifica per se stesso qualsiasi mezzo pur di ottenere il suo tornaconto, e non era una espressione per incentivare qualsiasi bassezza da parte di chiunque che prescindesse dai propri meriti, pur di volere forzosamente ottenere il meglio per se a demerito del rispetto e delle necessità altrui”.( da il Cav.Uff.le Renato Piccioni Poeta e Presidente dell’Accademia Culturale Sammarinese “ Le tre Castella”).
Sono parole, quelle del Poeta, che meritano una meditazione molto profonda per il contenuto, esposto con coraggio ed esprimono un senso ed una valutazione del presente, dove alla fine la morale è sacrificata all’interesse, difetto assai diffuso in quei tempi, ma non certamente trascurabile nei nostri giorni !.
Ribadisco, ancora una volta, l’ascolto delle istanze è la condizione essenziale che deve presiedere ogni azione per tradurre in concreto la tanto conclamata pseudo solidarietà ed integrazione del disabile, più, ancora una volta ripeto, che “Giornate” o “vane parole”. Serve l’impegno concreto delle Istituzioni considerando che la sede naturale per una risoluzione definitiva di questo “bubbone sociale” è il Parlamento.
Per dare voce a coloro che non possono esprimerla, per promuovere la cultura dell’accoglienza della disabilità, per difendere il malato dal silenzio e dal disinteresse da parte delle Istituzioni per le condizioni di ciascuna persona nello stato sociale.
DOBBIAMO AVERE MOTIVI DI SPERANZA che non vediamo, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signori Presidenti dei Consessi Parlamentari !