Usa. Ci scusiamo per gli abusi dei preti ma intanto mettiamo al sicuro i soldi della Chiesa: il caso del cardinale Dolan.

Il cardinale Timothy DolanNuovi guai per la Chiesa americana: dopo la bocciatura da parte della Corte Suprema del Doma (Defense of Marriage Act), il New York Times rivela della pubblicazione di documenti dell’Arcidiocesi di Milwaukee che coinvolgerebbero addirittura il cardinale Timothy F. Dolan, presidente della Conferenza episcopale americana che – nel 2007 quando era arcivescovo di Milwaukee – chiese autorizzazione al Vaticano di spostare 57 milioni di dollari a disposizione dell’arcidiocesi in un fondo fiduciario in modo da mettere al sicuro questo denaro da parte delle richieste di risarcimento delle vittime di abusi sessuali dei preti.
Il cardinale ha negato le accuse parlando di «attacchi vecchi e senza credito» ma agli atti dei documenti ci sarebbe una lettera del 2007 dell’allora arcivescovo Dolan indirizzata al Vaticano in cui spiegava la sua idea: «Prevedo una migliore protezione di questi fondi da qualsiasi rivendicazione ed obbligo legale». Il Vaticano avrebbe autorizzato prontamente la richiesta dando il consenso dopo cinque settimane.
La pubblicazione di questi documenti è stata salutata con entusiasmo dalle vittime degli abusi sessuali e dai loro avvocati gettando nuove ombre sul ruolo assunto da Dolan nella gestione dei casi di pedofilia. Da una parte il cardinale a capo dei vescovi americani ha sempre espresso pubblicamente la propria indignazione per i danni causati ai bambini e si è largamente scusato promettendo l’aiuto della Chiesa nella guarigione delle vittime. Da questi documenti emerge però anche come si sia speso per proteggere i beni della Chiesa americana, nel convincere i preti rei di abusi sessuali a lasciare volontariamente il loro incarico in cambio di benefit e stipendi e nell’usare le lunghe procedure del diritto canonico per rimuovere quei preti pedofili che non erano disposti a lasciare il loro incarico: in un caso – sottolinea il New York Times – sono serviti cinque anni per rimuovere un prete colpevole di abusi sessuali.
Dolan inoltre si preoccupava molto per lo scandalo che ne sarebbe derivato dall’attività delle vittime dei preti pedofili: «Poiché le vittime si organizzano e diventano pubbliche, il potenziale per un vero scandalo è molto reale», così scriveva Dolan nel 2003 all’allora cardinale Ratzinger quando – prima di diventare papa – era a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede.
L’attuale arcivescovo di Milwaukee, Jerome E. Listecki ha autorizzato la pubblicazione di questi documenti ed ha scritto una lettera ai propri fedeli dicendo che la propria fede avrebbe potuto vacillare ed ha cercato di spiegare le azioni dei vertici della Chiesa scusandosi allo stesso modo con le vittime: «Preparatevi ad essere scioccati. Ci sono alcune chiare descrizioni sul comportamento di alcuni di questi sacerdoti molestatori».
I documenti conterrebbero i nomi di 42 chierici colpevoli di molestie sessuali negli ultimi 80 anni. La diocesi di Milwaukee è quella che è stata più scossa dallo scandalo pedofilia negli Stati Uniti ed alcuni suoi preti sono famosi in tutto il territorio americano: il reverendo Lawrence Murphy, che avrebbe molestato ben 200 ragazzi durante i suoi 25 anni di insegnamento alla scuola per sordi St. John di St . Francis e Sigfried Widera che ha affrontato 42 capi di imputazione per casi di pedofilia nel Wisconsin e in California.
L’attuale arcivescovo della diocesi di Milwaukee sottolinea anche come in passato alcuni genitori volessero sapere la verità sul comportamento dei preti ma non volevano il coinvolgimento delle autorità giudiziarie mentre negli anni Settanta i terapeuti erano più preoccupati per la salute psicologica del prete molestatore che di quella del bambino molestato nella convinzione professionale che su questo non ci sarebbe stata una conseguenza sul lungo periodo.
L’arcivescovo Listecki scrive che durante gli anni Settanta ed Ottanta alcuni preti sarebbero stati rimossi dalle loro parrocchie per “ragioni mediche” ma – dopo il parere degli stessi terapeuti – sono stati semplicemente riassegnati ad un’altra parrocchia. Inoltre emerge un ruolo molto chiaro della gestione della Chiesa per quanto riguarda i casi di pedofilia: ventidue sacerdoti sono stati «riassegnati al loro incarico parrocchiale nonostante le preoccupazioni circa il loro comportamento fossero note all’arcidiocesi» ed otto di questi preti successivamente hanno continuato a molestare i bambini.
Le autorità civili – così come l’arcidiocesi – inoltre non sempre hanno condotto delle indagini ed anche quando i sacerdoti sono stato giudicati colpevoli sono stati posti in libertà vigilata.
Gli avvocati delle vittime di abusi sessuali da parte dei preti hanno accolto con gioia la pubblicazione di questi documenti ma sottolineano come siano incompleti: infatti non ci sono i nomi di altri accusati tra sacerdoti, diaconi, insegnanti, direttori di coro e membri di ordini religiosi come Cappuccini e Gesuiti che hanno servito nella Arcidiocesi di Milwaukee.
Nonostante il cardinale Dolan abbia definito “tragedia per la nazione” l’approvazione del matrimonio omosessuale, c’è da credere che per alcuni bambini sia stato ben più tragico subire le molestie dei preti pedofili e certamente è stato ben più tragico il comportamento di quella Chiesa americana che si preoccupava maggiormente di proteggere i propri beni piuttosto che difendere le vittime degli abusi. Allo stesso modo è improbabile che le vittime di abusi sessuali si siano sentite rincuorate dalle parole pronunciate da monsignor Fabio Martinez Castilla, arcivescovo di Tuxtla (Messico), secondo cui «da un punto di vista qualitativo è molto più grave l’aborto dell’abuso su un minore da parte di un sacerdote».

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