È l’amore che crea una famiglia

Ultimamente gran parte del mondo politico, della televisione, dei giornalisti si sente in dovere di dire la propria sulle coppie omosessuali. C’è chi è a favore di una estensione del matrimonio anche alle coppie omosessuali, chi dice che basterebbe una unione civile, chi propone semplici decreti che allargherebbero qualche diritto anche alle coppie omosessuali.
Il punto sul quale il grande pubblico e la gran parte del mondo politico si ferma sono i bambini. Il discorso va solitamente avanti, nei suoi alti e bassi, con opinioni più o meno progressiste, e poi si arena sul “ma l’adozione NO! Far crescere i bambini con due padri o due madri è contro natura!”
Intendiamoci, ognuno è assolutamente titolato ad avere le proprie opinioni, sarebbe però auspicabile che tali opinioni avessero un qualche fondamento diverso da pre-giudizi su base per lo più religiosa.

Intanto urge puntualizzare che gli omosessuali i figli li hanno già e sono anche tanti. Da una vecchia ricerca del 2005 di Arcigay stimava in 100.000 i bambini e ragazzi italiani con almeno un genitore omosessuale. Se si pensa che era una stima e per di più è vecchia di sette anni, si capisce bene che il numero di figli di cui si parla è tutt’altro che irrilevante, altro che discussioni sulla eventualità di concedere l’adozione!
Moltissimi dei figli con genitori omosessuali sono nati da precedenti relazioni eterosessuali. Altre coppie, e sono in aumento esponenziale, hanno avuto figli all’interno della relazione omosessuale, sono le cosiddette famiglie “di prima generazione”. Questi bambini sono stati concepiti, a volte anche nati, all’estero utilizzando tecniche di procreazione medicalmente assistita o gpa (gestazione per altri), tutte tecniche messe a punto per le coppie eterosessuali che infatti ne sono tutt’ora le maggiori fruitrici, ma vengono oggi utilizzate anche dalle coppie omosessuali.
I bambini una volta in Italia si ritrovano ad avere un unico genitore legale poiché per la nostra legge ha valore solamente il legame biologico. Alcuni bambini arcobaleno hanno all’estero due genitori ed in Italia uno solo. Indipendentemente dal fatto che i bambini riconoscano come genitori due figure che lo amano, vivono con lui e lo accudiscono adempiendo a tutti i doveri di un genitore, una delle due figure in realtà non ha né diritti né doveri nei confronti dei propri stessi figli.

I problemi derivati da questa assoluta mancanza di legislazione sono i più svariati. C’è innanzitutto l’impossibilità, se non a fronte di delega scritta, per il genitore non biologico di portare il figlio dal pediatra, iscriverlo a scuola, prenderlo da scuola, portarlo in viaggio. In caso di morte del genitore biologico, il bambino risulta di fatto orfano ed il suo affidamento verrà deciso da un giudice. Non a caso le famiglie che fanno capo all’associazione Famiglie Arcobaleno vengono invitate dal nostro gruppo di legali a fare testamento durante la gravidanza. È, credo, uno degli atti più “contrari alla natura” si possano compiere durante una gravidanza: mentre si aspetta con gioia la nascita di un figlio, contestualmente ci si occupa di una eventuale morte. Si fa però per i figli, perché si spera (e purtroppo è davvero solo una speranza perché di sicurezze con la nostra legislazione attuale non ce ne sono) che in caso di disgrazia al genitore biologico, il giudice minorile decida di seguire le richieste testamentarie ed affidare il figlio al coniuge, genitore non biologico, superstite. Similmente le Famiglie Arcobaleno, tengono ogni carta, ogni ricevuta che possa provare all’occorrenza la convivenza, il legame stabile con il bambino.
Accade anche, come nelle coppie eterosessuali, che un legame non funzioni, che una coppia si divida ed anche in questo caso i bambini non hanno assolutamente nessuna tutela. Per la legge esiste ancora un solo genitore, quello biologico. Il genitore non biologico non ha diritti né doveri, può sparire se così desidera, senza più contribuire affettivamente ed economicamente alla crescita di quei figli che pure ha cresciuto fino a quel momento, o gli può essere impedito di vedere per sempre i propri figli dal genitore biologico. Non c’è nessuna legge, decreto, prassi, che tuteli un minimo la continuità affettiva dei bambini. Se si pensa a quanto sia devastante una separazione non consensuale per i figli di coppie eterosessuali, si può capire quanto immensamente più grave può diventare la situazione per dei bambini che non hanno dalla loro parte nessuno Stato a tutelarli.
Questa è la società nella quale vivono tante famiglie italiane, ma fortunatamente non è tutto così negativo. Indipendentemente dalla legge che si rifiuta pervicacemente di riconoscere anche solo l’esistenza delle nostre famiglie, noi stiamo bene ed i nostri bambini anche. La società civile si dimostra sempre più pronta a riconoscere dignità a noi ed ai nostri cari. La conoscenza diretta fa generalmente sparire i pregiudizi. Per questo le Famiglie Arcobaleno cercano ogni occasione per farsi conoscere, andando nelle scuole a parlare a tutti gli insegnanti e genitori che desiderino conoscerci, organizzando ogni anno la Festa delle Famiglie in parchi pubblici di varie città italiane.
E’ una gioia per noi stare insieme e condividere il nostro tempo con chi ci vuole conoscere, ed è necessario per i nostri figli che chi li circonda, il giornalaio, il panettiere, la maestra di scuola, l’insegnante di ginnastica, sappia riconoscere e valorizzare la loro famiglia. Piccoli esempi di civiltà ed apertura ci fanno ben sperare per il futuro: ci sono le scuole che non chiedono la delega per il ritiro dei bambini al co-genitore, uno dei papà di Famiglie Arcobaleno, papà non biologico, è stato eletto rappresentante di classe, i pediatri dei nostri figli riconoscono entrambi i genitori. Sono piccoli passi, ma ci confortano nel nostro cammino e ci rafforzano nella convinzione che la strada intrapresa per il riconoscimento universale dei nostri affetti, delle nostre famiglie e dei diritti dei nostri figli, avrà una conclusione positiva. Certo, al momento non sappiamo ancora quando tutto questo avverrà, ma siamo inguaribili ottimisti.

6 pensieri su “È l’amore che crea una famiglia

  1. Cagliostro

    Credo che sia un contributo molto interessante ed almeno io non credevo proprio che le famiglie arcobaleno riguardassero almeno 100.000 bambini.
    Però mi vengono alcuni dubbi. A fronte di questi numeri (che il legislatore non dovrebbe ignorare) non vedo che la situazione delle famiglie arcobaleno sia al centro del dibattito politico sui diritti della comunità lgbt: la vedo quasi come una situazione “nascosta” che non vede la ribalta.
    Mi domando quindi se ci siano mai stati incontri con esponenti del monti politico o se ci siano dei disegni di legge specifici per questa situazione (ma non mi sembra).
    Per quanto riguarda il discorso della riconoscibilità del genitore non biologico forse ci sono due diverse situazioni: infatti il figlio nato da una precedente relazione eterosessuale ha due genitori (un padre ed una madre) mentre il bimbo nato da una tecnica di fecondazione assistita può essere riconosciuto solo dal padre biologico.
    Mi voglio soffermare sul bimbo nato da una precedente relazione eterosessuale: in questo caso come può essere riconoscibile dal nuovo genitore considerando che ha già un padre ed una madre?
    Inoltre considerando che la tecnica di fecondazione assistita deve essere svolta all’estero il nascituro all’estero può essere riconosciuto da entrambi i genitori omosessuali? Cosa succederebbe nel caso in cui si volesse richiedere la trascrizione dello stato di nascita effettuato all’estero anche in Italia?
    Per ultimo mi verrebbe una domanda di natura “sociale”. Considerando che – purtroppo – il pregiudizio verso le coppie omosessuali è ancora rilevante in Italia (sebbene in diminuzione) mi domando se questi 100.000 bambini abbiano mai avuto casi di discriminazione o cose simili.

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    1. MarinaArcobaleno Autore articolo

      Ognuna di queste richieste di chiarimento meriterebbe una lunghissima risposta. Provo ad essere sintetica.
      Una proposta di legge sul riconoscimento del co-genitore esiste per la verità, è stata depositata nel 2008 e sta ancora lì inevasa da quattro anni.
      Ovviamente in caso di figli nati da relazioni eterosessuali non viene richiesto un riconoscimento del nuovo compagno o compagna del genitore che, per come stanno le cose in Italia, avverrebbe a discapito del genitore biologico e questo nessuno lo vuole. Per la verità in Francia è in discussione la legge sul cosiddetto “terzo genitore” che prende in considerazione proprio le famiglie ricostituite, non necessariamente omosesuali, nelle quali i figli di genitori divorziati si trovano a vivere con un’altra figura (ovviamente sarebbe una opzione aperta solo in caso tutte le parti coinvolte -i genitori biologici- fossero concordi).
      All’estero effettivamente i bambini possono essere riconosciuti da entrambi i genitori. Ci sono diversi bambini che hanno due genitori legali al di fuori dell’Italia, ma è un passo che va necessariamente effettuato in seguito perché, appunto, in Italia non è trascrivibile uno stato di nascita che preveda due genitori dello stesso sesso. Di questa discriminazione fanno le spese anche i figli di coppie straniere che vogliano trasferirsi in Italia.
      I figli di omosessuali sì, possono essere presi in giro. Per la verità i bambini vengono presi in giro dai coetanei per un larghissimo spettro di motivazioni (difetti di pronuncia, porti gli occhiali, non indossi i vestiti della giusta marca) e l’omosessualità dei genitori può essere un motivo in più. Casi di discriminazione veri e propri non ne conosco. Non è qualcosa che io escluda possa accadere ovviamente, ma non mi piace parlare di cose che non so con precisione e sulle quali posso fare solo ipotesi.

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  2. marco nicolao

    articolo interessantissimo, grazie.
    volevo segnalarvi questo punto di vista da parte di uno degli articolisti del Fatto Quotidiano:
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/21/adozioni-gay-nellinteresse-dei-bambini/359031/
    anche qui l’unico punto che viene evidenziato come discrimine (tra quelli che pensano che ci debba essere un riconoscimento per le coppie di fatto) è la possibilità di adozione.
    per quanto poco possa valere il mio parere, l’adozione omogenitoriale secondo me non dovrebbe essere regolata da alcuna legge: i genitori vanno esaminati da un gruppo di psicologi e valutatori per stabilire se sono idonei o meno. succede già adesso per tutte le adozioni (e ci mancherebbe!).
    questa dovrebbe essere garanzia sufficiente, a meno che non si consideri la coppia omosessuale come portatrice di una tara originale insanabile che potrebbe di per sè far del male agli adottati. ma penso che nessun razionalista possa sostenere una cosa del genere.
    per quanto riguarda i figli nati da un precedente matrimonio non capisco perchè la situazione non debba essere identica a quella dei genitori divorziati e risposati. la normativa c’è già, basta riconoscere la famiglia omosessuale e tutto va a posto, compresa la questione dell’adozione.

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    1. Cagliostro

      Caro Marco,
      concordo in pieno. Infatti in Italia l’adozione da parte degli omosessuali è un falso problema. L’adozione che riguarda talmente tanto la particolarità della coppia e dell’adottante che ci potrebbe essere una perfetta coppia omosessuale ed una pessima coppia eterosessuale: meglio che il potere decisionale sia dei singoli psicologi (assistenti sociali, etc.) che del legislatore.
      Bisogna aggiungere un altro elemento. Se venisse approvata in Italia l’adozione da parte delle coppie omosessuali la situazione non sarebbe stravolta. Come hai sottolineato resterebbe sempre il potere decisionale dei singoli psicologi ma – inoltre – per le adozioni internazionali la questione è più complessa. Infatti il paese del bambino da adottare potrebbe prevedere il divieto di adozione per le coppie omosessuali e quindi queste continuerebbero a restare esclusi a causa di una situazione legislativa su cui il legislatore nazionale non potrebbe intervenire. Infatti i bambini da adottare provengono spesso da paesi dell’est dove i diritti per i gay sono molto scarsi (figuriamoci l’adozione): proprio per questo è meglio aprire le possibilità anche in Italia approvando l’adozione anche per le coppie gay.
      Inoltre si sta creando un’altra situazione. L’Aibi (associazione italiana amici bambini) ha aperto la possibilità di adozione anche per i single: ovviamente in questo modo il bambino potrà essere adottato anche da una coppia di fatto omosessuale (legalmente solo da uno ma di fatto da entrambi). Proprio per questo il legislatore dovrebbe “togliersi il prosciutto dagli occhi” e mettere mano alla materia
      http://alessandrocagliostro.wordpress.com/2012/08/31/aibi-adozione-anche-da-parte-dei-single-primo-passo-verso-le-adozioni-omosessuali/

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  3. Priapus

    I nostri legislatori sono Vaticano-dipendenti, perciò si guareranno bene da appog giare proposte di legge che scontentino le ubbie dei religiosi più retrivi, sempre nel timore che il “pastore tedesco” non gli dia più da baciare la sua vezzosa scarpetta rossa.
    Ricordo anche una gran litigata che feci, una cinquantina di anni fa, con torvo figuro
    col quale mi era capitato di attaccare discorso, ero ragazzino ed ingenuo, non ave vo ancora capito che è tutto guidato dagli interessi più incoffessabili più che dalla ragione, così andai a dire proprio al direttore del brefotrofio che quei poveri bambi nini sarebbe stato più umano darli in adozione che tenerli in un istituto, dal quale
    poi sarebbero passati ad un orfanotrofio.
    Ingenui saluti.

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    1. Cagliostro

      Caro Priapus,
      proprio perché in Italia esiste una forte dipendenza dalla Chiesa credo che queste testimonianze siano importanti.

      Ps: non è necessario che tu vada da capo quando arrivi alla fine del testo nel modulo per i commenti….. http://pontilex.org/wp-content/plugins/wp-monalisa/icons/wpml_bye.gif

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