L’etica, questa sconosciuta.

Quest’oggi ci ha molto colpito un brillante pezzo comico di Brunello. Un brano davvero ironico in cui il giornalista non professionista deride e ridicolizza le scelte di Vendola.

Un passo indietro: cosa accade in Puglia? Accade che il governatore Vendola, forse stanco delle ruberie, dei favoritismi, dello spreco dei soldi pubblici, vara un regolamento che impone un tetto massimo al valore dei regali ricevuti dai dipendenti. Oltre a questo, il regolamento impone anche altre restrizioni. Vi rimandiamo agli articoli realizzati dai giornalisti seri per maggiori informazioni.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/29/puglia-stretta-regali-assessori-regionali-tetto-200euro/200779/

http://www.info-salento.it/Testo-ultime-notizie.asp?Progr=7666

Dal mio punto di vista, un regalo rappresenta il ringraziamento per un favore. Secondo me l’amministrazione pubblica non dovrebbe fare favori, quanto piuttosto applicare delle norme. Premesso tutto questo, risulta comprensibile che io trovi abbastanza discutibile il fatto stesso che un dipendente pubblico riceva regali in virtù del suo lavoro (appunto) di dipendente pubblico. Evidentemente Brunello è di diverso avviso, visto che nel titolo del suo articolo tuona:

L’INUTILE MORALISMO DELLA GESTIONE VENDOLA. PREZZOMETRO AI REGALI

Inutile moralismo? Norme simili a quelle introdotte da Vendola (e, sempre di recente, introdotte da Monti ad altri livelli) sono in realtà parte del DNA di molte aziende, da anni.

Qualche esempio?

La Banca d’Italia

L’azienda dei trasporti di Milano

La Cassa Rurale di Rovereto

L’azienda Marasco

Oltre a questi esempi ottenuti con una veloce ricerca attraverso Internet, posso testimoniare, con la mia esperienza personale oltre che attraverso i racconti di amici e conoscenti, che le aziende straniere sono altrettanto sensibili all’argomento.

Si chiama “codice etico”.

Il codice che regolamenta il comportamento dei singoli dipendenti. Un codice tanto importante da essere oggetto di corsi di formazione e relativi “esami” ogni anno. Almeno questo insiegna la mia esperienza personale.

Vediamo dunque quali sono le critiche che Brunello solleva.

Intanto chi decide sul prezzo dei regali, o chi determina se un cesto di liquori vale 190 o 210 euro?

Attendiamo di leggere le norme della giunta di Vendola: suppongo verrà indicato il meccanismo con cui viene stabilito il valore dei doni. In ogni caso esistono le ricevute fiscali. Ed esiste il buon senso. Difficile che una cena in un ristorante “rinomato” nel centro di Bari per 4 o 5 persone possa costare meno di 200 euro.

Ma il vero problema non è nei regali. L’esperienza ci porta a considerare che i regali, solitamente, non si lasciano in Regione, ma al domicilio privato del destinatario e dunque tutto è rimesso alla sua onestà personale.

Trascurando la contraddizione nelle parole di Brunello (i problemi non sono i regali ma sono i regali lasciati a casa) mi piace notare che per il nostro “giornalista” la prassi di inviare doni “a domicilio” sembra quasi normale, abituale. A noi richiama invece il reato di corruzione: altrimenti non si comprende la necessità di recapitare il dono direttamente a casa, se non appunto per eludere le norme esistenti. Inoltre troviamo poco pratico recapitare “a casa” una vacanza in qualche luogo esotico, quindi l’applicabilità dei rilievi di Brunello risulta estremamente ridotta. Tanto ridotta che lo stesso Brunello puntualizza:

l’esperienza recente ed i precedenti legati alla sanità pugliese, hanno dimostrato che gli ammanchi, le malefatte non dipendono affatto dalla cassetta di vini o dal cesto di pesce, ma da ben più cospicue regalie in escort (come valutarle?), in viaggi, in conti correnti; peggio ancora con cattive compagnie. O anche in scambi di favori per voti o appalti truccati.

Qualcuno è in grado di spiegarmi come si possa fruire “a casa” una vacanza? Nel momento in cui vado in vacanza, non sono più in casa mia… Così come i trasferimenti verso un conto corrente. In sostanza: Brunello contraddice se stesso. Prima afferma che il problema non sono i regali, poi dice che il problema sono i regali consegnati a casa e poi afferma che il vero problema non sono i regali consegnati a casa ma i viaggi, le escort ed i soldi inviati direttamente sul conto corrente… Boh!

Tristissima la retorica conclusione del “giornalista”.

Ora, forse, si metterà un piccolo freno alle regalie modeste, ma siamo certi che il malaffare reale, quello che porta soldi e voti, finirà davvero?

La nostra nazione è caratterizzata da un sistema diffuso e “gelatinoso” di corruzione basata sui favori che partono dal dipendente che stà allo sportello dell’anagrafe (e che magari avvantaggia le pratiche dell’amico) ed arriva fino ai parlamentari di molti importanti partiti politici. La soluzione non sono certo queste norme.

Ora una breve divagazione.

http://www.mattinonline.ch/9599/ueli-mauer-una-grande-confederazione-si-pu%C3%B2-fare

Pare che un politico svizzero (forse a caccia di notorietà) abbia ventilato la possibilità di “annettere la Lombardia”. Questa notizia ha prodotto reazioni positive da parte di molte persone. Forse queste persone non sopportano l’inefficienza e gli sprechi della pubblica amministrazione italiana e magari sognano di ricevere in dono, grazie all’annessione, i benefici influssi d’oltralpe. O forse sperano di poter godere dei benefici delle banche svizzere senza lo sforzo di valicare il confine.

Confidando nella buona fede di chi vede con favore questa “annessione”, trovo positivo che molte persone siano stanche degli sprechi e dell’inefficienze italiane. Allo stesso tempo mi viene un dubbio: cosa ci rende diversi dagli svizzeri? Da cosa deriva il fatto che gli italiani abbiano una particolare predilezione per l’evasione fiscale e la corruzione? In che modo la semplice annessione alla Svizzera potrebbe sanare i problemi dell’Italia che non funziona?

La differenza tra Italia e Svizzera deriva esclusivamente dalle leggi?

Sicuramente abbiamo leggi diverse dalla vicina Svizzera, ma l’Italia ha comunque le sue norme che intendono perseguire e punire questi reati. La ratifica delle norme internazionali che sanzionano lo “scambio di influenza” (no, non parliamo della cinese o della tailandese) gioverebbe ad una seria lotta alla corruzione. Ma dipende tutto solo dalle leggi? Non è invece forse un problema legato ad “usi e costumi” che da noi sono ormai patrimonio della nostra cultura? Non appartiene forse al nostro essere “italiani”?

Perchè questa divagazione apparentemente senza senso circa le parole dello svizzero? L’intento è quello di introdurre un semplice concetto: lo scopo delle leggi è anche quello di educare la popolazione. Perchè si sanziona chi corre troppo in auto? Perchè si tratta di un comportamento pericoloso per se stessi e per gli altri. Perchè si sanzionano le aziende che non tutelano sufficientemente l’incolumità dei propri dipendenti? Perchè alcuni imprenditori non hanno ancora compreso che i lavoratori sono il loro bene più prezioso ed è bene che lo comprendano.

Foxy potrebbe obiettare anche sul limite: chi ha deciso che un dono del valore di 190 euro è legittimo ed uno di 210 euro invece non è ammissibile? Similmente si potrebbe chiedere per quale ragione il limite di velocità in autostrada è di 130 km/h. La risposta non è semplice. Ma l’importante è che la norma sia semplice e chiara, per poter assolvere al compito educativo.

Certo, ogni norma si può aggirare oppure eludere. Torna alla mente il proverbio “Fatta la legge, trovato l’inganno”. Ma è fondamentale che norme chiare e semplici aiutino la popolazione a capire quale modello di società si vuole raggiungere. In questo caso Brunello dimostra di guardare la punta del dito mentre Vendola (e Monti) mira alla luna.

Ben vengano dunque le norme introdotte “soltanto” ora da Vendola e Monti. Ben vengano queste norme che armonizzano la pubblica amministrazione con le norme ormai diffuse ad ogni livello tra le aziende private ovunque nel mondo.

E ben venga l’ovvia conclusione di questo breve testo: evidentemente Foxy non ha la minima idea di cosa sia un “codice etico”.

Potete leggere le parole di Foxy qui: http://www.pontifex.roma.it.nyud.net/index.php/editoriale/il-fatto/11174-linutile-moralismo-della-gestione-vendola-prezzometro-ai-regali

10 pensieri su “L’etica, questa sconosciuta.

  1. faunita

    Toh, ecco che salta fuori nuovamente il tema delle “escort” col quale, un anno fa, Volpastren era ben “incistato” (mille articoli su una “biologa-hostess-escort” 26enne, curioso taglio alle sparate in concomitanza con l’arresto per stalking di tal B.V., 49enne avvocato del quartiere Murat e la mai spiegata assenza di Volpastren nel medesimo periodo)….

    Rispondi
  2. pao

    Faunita:forse lo stalker é un suo amico ed era andato a trovarlo. Lo ha rincuorato e passato con lui il tempo dell´ arresto domiciliare..Pura caritá cristiana il nostro Volpastren..

    Rispondi
    1. Caffe

      Stavo giusto guardando al Tg4 le ultime sparate che Bossi, con la sua proverbiale eleganza, ha rivolto contro il governo e pro secessione: va bene che la mamma degli imbecilli è sempre incinta, ma le mamme di Padania – Paperopoli ne sfornano tre alla volta!

      Rispondi

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