Basta bugie!

Basta Bugie è il nome di un sito web che ripropone, con la complicità del sito Pontifesso, un divertente articolo che ipotizza un complotto globale termonucleare per censurare i cattolici. Prima di affrontare i buffi contenuti dell’articolo, ci piace innanzitutto osservare quanta approssimazione e quanta scarsa attenzione ai dettagli (ma come vedremo non solo per i dettagli) caratterizza sia il sito BastaBugie che il sito Pontifesso, accomunati dalla maniacale passione per il cut&paste che li porta a riproporre acriticamente gli strafalcioni e le imprecisioni altrui.

Infatti sia il sito Pontifesso che il sito BastaBugie attribuiscono esplicitamente l’articolo a tale “Giovanni Romano”, che avrebbe scritto il brano per il sito “Luci sull’Est”. Non occorre certo chiedere l’aiuto di Gil Grissom per individuare il sito da cui proviene il materiale riciclato. E con pochi click di mouse siamo in grado di indicarvi la fonte primaria.

http://www.lucisullest.it/dett_news.php?id=7068

Vi mostro come viene presentato l’articolo sia dal sito Pontifesso sia dal sito che nel nome dichiara di non raccontare bugie.

Basta consultare la pagina del sito “Luci sull’Est” per rendersi conto che in realtà tale Giovanni Romano si è soltanto limitato a tradurre (in maniera non autorizzata) il contributo offerto da un misterioso CNA. Ancora il brutto vizio di non mettere un link o comunque una precisa indicazione che consenta di leggere il documento in originale, per valutare l’aderenza del lavoro di traduzione, per apprezzare l’articolo direttamente attraverso le parole dell’autore originale.

Siamo comunque in grado di indicarvi la reale provenienza delle parole tradotte dal Romano.

CNA, cioè “Catholic News Agency”

In realtà la CNA riporta solo una notizia (essendo una Agency). La notizia ci rimanda al sito del National Religious Broadcasters che a sua volta rilancia l’iniziativa di un fantomatico “John Milton Project for Religious Free Speech” di cui non si trovano ulteriori informazioni online. Insomma stiamo parlando di notizie del tutto prive di qualsiasi fondamento. Notizie che vengono rimbalzate da un sito poco autorevole all’altro (ancora meno autorevole), amplificandone di volta in volta la diffusione, senza alcun contributo critico e che vada ad analizzare il contenuto del documento stesso. Semplicemente viene preso per buono il nulla ricevuto e viene ritrasmesso tale e quale. Acriticamente.

Ma torniamo alle pagine Pontifesse (oltre che del sito che non racconta bugie).

Cosa si legge in questo articolo (anzi, nella traduzione “non ufficiale”)?

Le più importanti piattaforme multimediali e i providers praticano politiche che ostacolano l’evangelizzazione cristiana e censurano la libertà di parola si questioni controverse di attualità come l’aborto e il matrimonio, dichiara un nuovo report.

Estigrandissimiquarzissimi! Mica cotiche! Dopo cotanta affermazione ci aspettiamo prove inconfutabili e granitiche a sostegno di posizioni così estreme. A dire il vero, ripensando all’esperienza di alcuni amici sacerdoti, che usano quotidianamente il loro iPhone con la loro iBibbia, ci sembra che l’incipit sia un tantino esagerato. Ma vabbè ora andiamo a vedere cosa ci racconta il CNA (per tramite del traduttore non ufficiale misterioso) per convincerci dell’esistenza di questa gravissima forma di censura.

Se il contenuto cristiano viene “censurato” dalle nuove piattaforme mediali come iTunes App Store, Facebbok, Google o i fornitori di accesso a Internet, “la Buona Notizia del Vangelo potrebbe diventare un’altra vittima della discriminazione religiosa istituzionalizzata”

Di nuovo: accuse gravissime! La censura potrebbe impedire la diffusione della Buona Notizia! All’arme, all’arme, son fascisti! Anzi no, son comunisti! Anzi no, sono solo molto confusi questi Pazzerelli della CNA, visto che la prima parolina della frase “se” merita molta attenzione: si tratta di un periodo ipotetico. Occorre dunque capire se l’ipotesi formulata è fondata oppure no.

Eccetto il servizio di microblogging Twitter, tutte le nuove piattaforme multimediali e i servizi presi in esame hanno politiche “chiaramente contrastanti con i valori della libertà di parola presenti nella Costituzione degli Stati Uniti”, ha affermato il rapporto.

Ouch, nuovamente accuse pesanti. Ma prima o poi, siamo sicuri, arriveranno le prove a sostegno di queste accuse. Siamo certi che queste prove esistono.

Come esempio di “censura anticristiana” il rapporto ha citato la rimozione, da parte dell’App Store di iTunes, dell’app con la Dichiarazione di Manhattan che difendeva il matrimonio tradizionale. Il negozio online ha rimosso anche una app di Exodus International la quale affermava che l’omosessualità è una condotta inappropriata che si può cambiare attraverso una trasformazione spirituale.

Eccola, finalmente, la prova della “censura anticristiana”!

Ma allora il mio amico sacerdote che legge la iBibbia sul suo iPhone, come caspita ha fatto? Perchè la iBibbia è tranquillamente disponibile sull’AppStore di Apple mentre un paio di applicazioni (la cui aderenza al Magistero è tutta da appurare) vengono proibite? Vuoi vedere che le applicazioni “censurate” (cioè rimosse dall’AppStore) sono state rimosse perchè violavano in qualche punto l’accordo che vincola due soggetti privati (chi sviluppa le App ed Apple)? Noi non siamo esperti delle norme contrattuali che sottoscrivono gli sviluppatori di applicazioni per iPhone. E non siamo esperti di leggi e cavilli. Ma siamo certi di una cosa: quando parliamo di Apple, parliamo un soggetto privato. Come privati sono i soggetti che sviluppano software. Vi offriamo due diversi punti di vista sulla rimozione dell’applicazione “Dichiarazione di Manhattan”.

http://blog.christianitytoday.com/ctliveblog/archives/2010/11/app_store_pulls.html

http://www.lgbtqnation.com/2011/01/apple-rejects-anti-gay-manhattan-declaration-from-app-store-again/

Circa l’applicazione del gruppo Exodus, vi rimandiamo a precedenti discussioni qui su Pontilex che consentono di capire cosa sia questa “Exodus” (essenzialmente, una propagine del solito Nicolosi).

http://pontilex.org/2011/03/vendesi-spazioso-e-luminoso-appartamento-con-bellissima-vista-su-centrale-nucleare/comment-page-1/#comment-9540

http://pontilex.org/2011/06/terapie-riparative-la-non-scienza-che-logora-e-uccide/

Continuiamo l’analisi delle “prove”, dunque.

Il motore di ricerca Google ha rifiutato di accettare una pubblicità pro-vita da parte di un’organizzazione cristiana in Inghilterra e la sua branca cinese ha stilato una lista nera di termini religiosi. Le direttive pubblicitarie dell’azienda mettono esplicitamente al bando la frase “l’aborto è un omicidio” per la ragione che si tratta di linguaggio “truculento”.

Il nome dell’organizzazione inglese? Le prove di questo rifiuto? Le ragioni addotte da Google? Non viene fornita alcuna informazione utile ad identificare e verificare la notizia. Nel migliore stile Pontifesso siamo costretti a fidarci delle parole del traduttore non ufficiale. Per gettare ulteriore discredito su Google, l’articolista (e quindi il traduttore oltre che tutti i vari amanuensi che hanno fotocopiato la boiata) menziona un fatto vero, ma appartenente al passato. Il governo Cinese aveva stabilito una serie di restrizioni, di lacci e di laccetti per impedire ai suoi cittadini di utilizzare Internet liberamente. All’inizio Google si era adeguata, con riluttanza, a questa intromissione del governo Cinese nelle sue politiche aziendali. Stanchi di queste continue interferenze (o forse stanchi degli attacchi subiti da hacker governativi cinesi) nel 2010 Google ha deciso di ritirarsi dalla Cina, per protestare contro la censura imposta dal governo locale (non già da Google). Visto che secondo noi è sempre fondamentale documentare le proprie fonti, vi ofriamo un paio di link per approfondire l’argomento.

http://www.guardian.co.uk/technology/2010/jan/12/google-china-ends-censorship

http://en.wikipedia.org/wiki/Google_China

Evidentemente si cercava soltanto di gettare discredito su un colosso che, per tutelare la propria indipendenza, ha deciso di abbandonare un mercato di un miliardo (un miliardo!) di potenziali clienti, cioè la Cina. Noi troviamo assolutamente ridicole le rimostranze manifestate in questo brano. Ridicole soltanto perchè non vogliamo scadere nel volgare!

Ovviamente il piagnisteo non è ancora finito. Si legge infatti:

Frattanto, Facebook è diventato partner dei sostenitori dei diritti dei gay per bloccare i contenuti “anti-omosessuali” e la partecipazione a programmi di coscientizzazione sul problema dell’omosessualità. Questo fa pensare che i contenuti cristiani che criticano l’omosessualità, il “matrimonio gay” o altre pratiche saranno a rischio di censura.

Il nuovo bersaglio è Facebook. E troviamo davvero imbarazzante che gli amici Pontifessi chiamino in causa Facebook. Ricordiamo a tutti (Pontifessi compresi) che Facebook è un soggetto privato che ha interessi economici da sostenere ed è libero di dotarsi di regole, almeno fin quando queste regole non infrangono le leggi. E’ legittimo per Facebook censurare taluni argomenti? Noi non abbiamo la risposta a questa domanda. Sappiamo però che in passato, quando ha fatto comodo ai fanciulli Pontifessi, eSSi non hanno esitato ad abusare dei poteri dell’azienda Facebook per far cancellare gruppi che eSSi non gradivano. Come non gridammo alla censura in quell’occasione, non comprendiamo le accuse mosse a Facebook nel passo riportato qui sopra.

Non si tratta di censura: si tratta di libertà imprenditoriale. La stessa libertà che ha consentito a Carletto Di Pietro di far chiudere svariati gruppi con segnalazioni fasulle e pretestuose. Un contrappasso notevole, non c’è che dire.

Il rapporto ha suggerito anche che le compagnie dovrebbero seguire “un paradigma basato sulla libertà di parola” guidato dalle regole fondamentali del Primo Emendamento, anche dove non si applichino strettamente alle compagnie private. Ha anche invocato l’adozione di legislazione o di regole a livello federale per proibire “la censura dei punti di vista”.

Bizzarro il concetto di democrazia manifestato dai telepredicatori riuniti della NRC e della pseudoagenzia CNA (a cui aggiungiamo volentieri il traduttore non ufficiale, tutti i Pontifessi e pure coloro i quali vorrebbero smettere di dire bugie, senza riuscirci). Quando soggetti privati esercitano i propri diritti, applicando le norme contrattuali sottoscritte dai cattolici distratti, sono subito pronti ad invocare il diritto ad esprimere il proprio punto di vista. Salvo poi censurare chi, sui loro siti, esprime il proprio punto di vista.

Ipocriti e falsi! Farisei falliti e fallimentari!

http://www.pontifex.roma.it.nyud.net/index.php/editoriale/esteri/9193-cristianofobia-ecco-come-facebook-apple-e-google-censurano-i-contenuti-cristiani

http://www.bastabugie.it.nyud.net/it/articoli.php?id=1973

2 pensieri su “Basta bugie!

  1. FSMosconi

    Per altro pur’io ho dato una controllatina: ma ‘sta National Religious Broadcasters e similia non sono battistico-Evangelici?!
    Voglio dire: i Nostri vanno a cercare notizia che hanno alla fonte un’organizzazione da loro definita eretica?! Ma 😆 …

    Rispondi
    1. admin Autore articolo

      Quisquiglie, quisquiglie. Dettagli trascurabili. Un giorno i Copti devono essere protetti, il giorno seguente sono eretici. E poi è noto: in periodo di carestia, ogni buco è galleria. 😆

      Rispondi

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