L’angeologia post Stanzione…

 

Il pensiero New Age di Stanzione: cacciato dalla finestra, fatto rientrare dalla finestra... quasi.

La superstizione è la religione degli spiriti deboli.

Edmund Burke

Strano che dopo la cacciata, o perlomeno al temporaneo confino, di Stanzione il sito PontifeSSo si dedichi ancora all’angeologia negli stessi termini e nella stessa sostanza. Sempre Gabriele, Michele e Raffaele. Mai altri. neanche i Cherubini.

Oggi la Chiesa celebra la festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, vediamo i profili dei tre Santi Arcangeli. Generalmente gli Arcangeli vengono così rappresentati: Raffaele in abito ecclesiastico, Michele vestito da guerriero e Gabriele in pacifica posa, rappresentando il potere religioso, militare e civile.

Appunto: niente di diverso dalla descrizione che ne da Stanzione nei suoi libri: http://www.pontifex.roma.it/index.php/libri/35-libri-cattolici/8886-a-roma-il-30-settembre-presentazione-del-libro-qgli-arcangeliq

Senonché…

Michele, il cui nome significa “chi è come Dio”, viene citato cinque volte nella Sacra Scrittura, tre volte nel libro di Daniele, una nel libro di Giuda e una nell’Apocalisse di Giovanni; è sempre considerato il “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male. Michele viene rappresentato come l’angelo guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata ed in perenne lotta contro il demonio, che non smette di spargere l’odio e il male nel mondo; dopo l’affermarsi del Cristianesimo, il culto e la venerazione per San Michele si svilupparono in maniera capillare, prima in Oriente che già nel IX secolo poteva contare numerosi Santuari e Monasteri dedicati all’Arcangelo Michele.

So che di solito non faccio le pulci per così poco ma…

Questo è parecchio strano: anzitutto Michele potrebbe essere uno pseudonimo per Yahoel a causa della semplice etimologia: uno significa chi è come l’Altissimo il secondo (piccolo) Yawè, ovviamente questa  dissertazione ha senso solo qualora si accettasse la derivazione politeista di Yawè, a seguito della quale appunto questo sarebbe una scappatoia onde mantenere le stesse tematiche effettive, pur con moltissima influenza Mazdea. A tal proposito: invito a vedere il mio articolo su Leviatano: http://pontilex.org/2011/09/come-baal-e-yam/ . Da notare come nel libro di Enoch venga definito Re d’Israele e Capo dell’Esercito e combattente nel giorno dell’Apocalisse, nonché nei rotoli del mar morto esso venga definito contrapposto a Belial, come altresì pensavano gli Esseni seppur ridimensionando la figura degli angeli (infatti credevano che la guerra sarebbe stata tra figli della luce e figli dell’ombra) e che tale concetto sia stato traslato in chiave Gnostica dagli omonimi apocrifi contrapponendo però a questi Gesù. Dato che però yahoel-metatron è ambiguo la storia sfuma, tanto che verrebbe da paragonarlo a Satana proprio perché simile a Dio. In effetti, se questa supposizione fosse vera dovremmo malignare come Bacon che  Satana e Gesù siano la medesima cosa. Come Espero e Lucifero.

Da notare inoltre che il culto dell’Angelo ad Oriente sia probabilmente nato sulla scia di Vohu Manah/Thraetona di Persiana memoria…

In Occidente comunque il culto per San Michele arrivò già nel V secolo, in Francia ed in Italia soprattutto nacquero numerosi edifici di culto dedicati all’Arcangelo; ma sicuramente il Santuario dedicato all’Arcangelo Michele più famoso del mondo è quello sorto sul monte Gargano alla fine del V secolo, dopo l’apparizione di San Michele ed inaugurato il 29 Settembre del 493 grazie al Vescovo San Lorenzo e a Papa Gelasio I.

Sulla prima apparizione avrei qualcosa da contestare:

Elvio Emanuele, un ricco signore del Gargano, che aveva smarrito il più bel toro della sua mandria; lo ritrovò casualmente dentro una caverna inaccessibile. Già tale situazione lo aveva incuriosito e nell’impossibilità di accedere nell’antro per recuperarlo, decise di ucciderlo scagliandogli una freccia con il suo arco; ma la freccia inspiegabilmente invertì la traiettoria e colpì il signorotto ferendolo. Meravigliato e intuendo una situazione sovrumana, Elvio si recò da Lorenzo Maiorano santo vescovo di Siponto, all’epoca importante centro della pianura (oggi località nel comune di Manfredonia), per raccontare l’accaduto. Dopo averlo ascoltato, il vescovo indisse tre giorni di preghiera e di penitenza al termine dei quali san Michele Arcangelo gli apparve in sogno dicendo: “Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini […] Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la Grotta al culto cristiano”. Il vescovo non diede però seguito alla richiesta dell’Arcangelo perché sul monte persisteva il culto pagano.

(http://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_San_Michele_Arcangelo#Prima_apparizione:_l.27episodio_del_toro)

Anzitutto notiamo una sorta di scambio: il signore al posto del toro, se consideriamo la grotta come regno degli inferi il paragone sarà più chiaro: difatti questo è il tipico modello sostitutivo che troviamo già in diversi miti: da Eracle il cui corpo non divino si ritrova ugualmente nell’Ade assieme al fratello alla vicenda dello scambio di uno dei figli di Rea silvia con uno dei suoi badati da parte della Nutrice (che in altre versioni è una lupa). Da notare che l’oggetto dello scambio sia un toro, in Persia considerato simbolo di Venere al pari della nostra Ariete nonché Elvio letteralmente significhi “di colore rosso o giallo”, riferibile appunto a tale pianeta. In questo senso: il Toro è finito nella grotta – cioè è morto – al posto del padrone. Che canonicamente riceve una ferita. Da notare poi l’altrettanto strano numero di giorni di preghiera indetti, la cui simbologia è palese. Infine l’apparizione dell’angelo che potrebbe ben essere un alias dell’animale morto dacché le premesse paiono palesi. Infine soprassiedo sulla questione dei culti pagani che si commentano da sé.

La seconda apparizione invece pare invece un ripetersi di quanto si dice avvenuto a Costantino ed Epigoni. Le ultime due invece paiono più una spiegazione molto politica, si ricordi che all’epoca esisteva ancora il Regno Pontificio, per non dire che il tempio fu costruito per sostituirsi al paganesimo.

Intorno al Santuario nacque e si sviluppò il suggestivo paese di Monte Sant’Angelo, oggi in provincia di Foggia, mentre la diffusione del culto nel resto d’Italia si deve ai Longobardi, che vinsero un’importante battaglia nei pressi di Siponto nel 663 e recando a San Michele il merito della vittoria, si impegnarono a svilupparne il culto in ogni luogo; intanto il Santuario divenne una delle più importanti mete di pellegrinaggio di tutto il mondo cristiano, soprattutto durante le crociate, quando i soldati di Cristo si fermavano in preghiera davanti a San Michele, prima di imbarcarsi per la Terra Santa, partendo dai porti pugliesi poco distanti.

Ha detto bene: attribuito. Allo stesso modo in cui i Romani attribuivano le loro vittorie a Marte…

Sul Santuario di Monte Sant’Angelo, nell’arco dei secoli si recarono in pellegrinaggio Papi, futuri Santi e grandi personalità; all’ingresso del Santuario si trova un’iscrizione latina che recita: “ questo è un luogo impressionante. Qui è la casa di Dio e la porta del Cielo”.

L’Arcangelo San Michele è apparso numerose altre volte nell’arco dei secoli e grazie alla visione celeste avuta da una devota portoghese, Antonia de Astonac, San Michele donò a lei e alla Cristianità la preghiera della “Corona Angelica”, da recitare prima di ogni Messa.

Non ritengo meriti alcun commento oltre il risibile…

San Michele è protettore dei paracuditisti e della polizia di stato(!), nonchè Patrono del nostro sito.

Mi chiedo che abbia fatto di male… e non mi riferisco all’esercito. 😆

Gabriele invece, il cui nome significa “Forza di Dio” è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio, rivela a Daniele i segreti del piano di Dio, annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni e a Maria quella del Messia; San Gabriele è l’angelo dell’incarnazione e dell’agonia nel giardino degli ulivi, inoltre è l’annunciatore delle rivelazioni per eccellenza.

Devo dedurre che sia una sorta di mercurio, altro pianeta connesso per orbita a Venere (in quanto pianeta interno), non per niente nel libro di Enoch viene descritto alla sinistra di Yawè pur con ruolo di annunciatore. Non per niente è descritto come androgino o femmineo. Un doppio carattere che appunto lo avvicina al mono-duale Venere.

A lui spetta il privilegio della missione più alta che sia mai stata affidata ad una creatura, l’Annunciazione dell’Incarnazione del Figlio di Dio, destinata a cambiare per sempre il mondo.

San Raffaele invece, compare nel libro di Tobia ed è il viaggiatore per eccellenza, ricordando proprio il racconto di Tobia, in cui accompagna il protagonista nel viaggio.

Nell’arco dei secoli è stato il Patrono dei giovani che andavano fuori di casa e dei viaggiatori in genere, gli vengono attribuite anche qualità mediche e per questo è anche Patrono dei farmacisti.

Raffaele, sia colui che sconfigge i demoni nel Libro di Tobia, sia colui che getta nel baratro Azazel nel Libro di Enoch. Quest’ultimo è più chiaramente il capro espiatorio dello Yom Kippur (nel quale gli veniva consacrata una capra da scacciare prima e da mangiare poi) rappresentante la forma maligna di Venere quando incontra Giove. Appunto Raffaele. In questo caso il suo ruolo si spiega come colui che libera i peccati della comunità e quindi medicina di Dio. Nulla più e nulla meno.

In definitiva: Michele: Venere; Gabriele: Mercurio; Raffaele: Giove. Libero di essere smentito, anzi: le precisazioni sono ben accette.

Devo ammetterlo: non ho saputo resistere… 😉

Fonte dellarticolo: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/8994-29-settembre-santi-michele-gabriele-e-raffaele

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