I PontifeSSi e la reincarnazione…

Scelgo il paradiso per il clima e l’inferno per la compagnia.

Mark Twain

In genere preferirei non mostrare apertamente il mio scetticismo in modi così brutali, e spero che i miei colleghi credenti mi perdonino qualora li urtassi. Ma ho trovato un articolo particolarmente paradossale, almeno per un non credente: i Nostri coinquilini non secolarizzati preferiti danno dell’illogico alla reincarnazione. Non è proprio il massimo per chi, almeno dal mio punto di vista, crede visceralmente e contro ogni [assenza di] prove a una cosa ugualmente assurda come l’inferno e il paradiso. Inoltre, i Nostri dimostrano per l’ennesima volta un’ignoranza abissale nella conoscenza del Buddhismo al punto d’identificarlo con la sola scuola Tibetana(!!!). Ok che non è una novità ma… cavolo!

Detto ciò, che si cominci:

 

L’articolo comincia con i soliti deliri d’onniscienza con citazioni evangeliche in latino tradotti alla meno peggio, ma a un certo punto… :

Essa ha avuto principio ma non avrà fine, non morrà mai. L’anima è immortale, non può morire mai. Il buddhismo, all’opposto,  nega ogni esistenza indipendente dell’io: “Non abbiamo coscienza di alcuna entità immutabile o principio eterno …

… nell’uomo” (1). Ciò che qui si vuole affermare è che al di là degli elementi costitutivi, la materia e la mente, non sembra esserci altro.

Precisazione: quell’uno sta per una nota indicante una citazione del Samyutta Nikaya, IV 54 come si nota alla fine dell’articolo. Detto ciò entriamo nel merito: secondo il Buddhismo oltre la mente non c’è altro? Ovvio se capisci solo quello che vuoi capire! Quella frase in realtà indica, citando GG nello scorso articolo, è il concetto che

il piccolo Sè (che non è l’ego) o “atman” è identico al grande Sè che è il “brahman”. L’io è visto come illusione non da sopprimere violentemente (la repulsione è considerato un sentimento che accresce l’ego), ma semplicemente svegliandosi alla consapevolezza di tale illusione. Per la filosofia orientale non è per forza necessario avere un “io” per essere degli individui. Anzi, la vera individualità inizia proprio quando si realizza la vera identità, che non è la personalità umana.

E che quindi quando si trova scritto che non vi è niente di (realmente) immutabile nell’uomo è da intendersi che il vero Sé in quanto identico al piccolo Sé non si discosta da quel fiume di vita che è il Samsara e in quanto tale non è immutabile. Troppo complicato per un PontifeSSo…

Qualunque scuola buddista insiste su questo punto: l’io è illusione. Per un buddhista non vi è nessuna necessità di considerare l’anima distinta dal corpo, perché l’anima tutt’al più è lo stesso corpo.

Dite che devo ripeterlo o è già abbastanza chiaro che questi parlano senza sapere?…

Non esiste niente di permanente, ciò che è materiale è reale, l’unica forma di conoscenza è la percezione sensoriale. Dice il Dalai Lama: “Se dovessimo scegliere? Se avessimo bisogno di un punto di appoggio? Allora, dice il Buddha, senza dubbio conviene scegliere il corpo, perché almeno sussiste per un momento“. (2) Per tale motivo attribuire le categorie della spiritualità al buddhismo è una autentica impostura contro l’ umanità. Perché? Perché il buddhismo è uno dei sistemi più antichi del materialismo. La sua dottrina si basa piuttosto sulla psicologia, e come la psicologia cerca di localizzare l’anima nel corpo, nel sistema nervoso, nel cervello.

Altra frase fuori contesto, benché con fonte citata: premettendo che il libro del Dalai non l’ho letto, posso andare a braccio conoscendo più o meno la filosofia Buddhista. In questo caso le basi sono due: il cambiamento continuo (Samsara) e la non divisione tra questo e il Buddha. In questo senso la frase può essere intesa come: se potessi scegliere preferirei il corpo, perché anche nelle cose più effimere e nell’attimo presente vi è la base per l’Illuminazione…

per il resto: sproloqui. E assurda identificazione del Buddhismo tutto con la sola scuola Tibetana velatamente mostrata come “ortodossa” (non avrebbero citato Gyatso come autorità altrimenti)… come identificare tutto il cristianesimo con il solo Cattolicesimo! Ah, giusto: i PontifeSSi lo fanno.

L’anima essenzialmente immateriale, rigorosamente spirituale, creata da Dio intelligente, ma distinta dal Creatore come un’opera è distinta dall’artista che la crea, è incompatibile con l’interpretazione psicologica e razionalista di Siddharta.

E da dove verrebbe questa Gnosi se m’è permesso chiedere? 🙄

La prima preoccupazione del buddhismo è quella di diffondere nozioni erronee sulla natura dell’uomo, e sovvertire la conoscenza.

Parafraso la frase per far cogliere la fallacia: La prima preoccupazione del Cattolicesimo-Lefevrianesimo PontifeSSo è quella di diffondere nozioni erronee sulla natura dell’uomo, e sovvertire la conoscenza. … C’è da dire che ora ha senso. 😉

I buddhisti, sebbene non intendano parlare della trasmigrazione di un’anima, anch’essi non possono evitare di dire che quando qualcuno muore, “egli” rinasce in una nuova vita. Senza fare riferimento a un sé permanente, ciò che trasmigra è un continuum che non è un’entità permanente. L’individuo del momento attuale non è quello del passato, ma è comunque il prodotto del passato, il risultato della serie. Cerchiamo di sciogliere questo nodo ben congegnato da Siddharta, che lascia alla mente dei discepoli solo l’impressione della verità, ma che si esaurisce fino alla disgregazione della personalità: “Il Re chiede a Nagasena: Colui che nasce, Nagasena, rimane lo stesso o diventa un altro? Né lo stesso , né un altro” (3).

Altra frase fuori contesto, altra pretesa d’onniscenza… altro squallore intellettuale.

Siddharta è esplicitamente evasivo! Continua e spiega al Re che quel bambino che era molti anni prima, diventato adulto è un altro. Il Re dimostrando di aver compreso risponde: “Quel bambino era uno ed io sono un altro“. E’ assurdo pensare che il bambino diventato adulto non è più lo stesso individuo o la stessa persona.

Psicologia: la stai facendo male. Prova a ripensare a quando credevi a qualcosa di assurdo a cui non credi più, o viceversa. Noterai che anche la percezione del Sé cambia: a ripensare a quel momento ti sentirai incredibilmente stupido perché ritieni che quel tuo Sé era stupido. Semplicemente perché ciò che ti caratterizzava non è quello che ti caratterizza ora. Per il resto: anche tal Yeshua Ben Joseph Nazireni era evasivo, e contraddittorio, negli scritti che ne parlano vogliamo mettere alla Berlina pure lui?

Questo pensiero è vuoto di qualsiasi fondamento antropologico. Le modificazioni strutturali della mente e del corpo non vanno ad alterare l’essenza stessa dell’individuo, che rimane unico e lo stesso. L’uomo muta ogni istante, ma ha sempre coscienza della sua identità. Siddharta ha insegnato che l’anima spirituale non permane dopo la morte, perché non esiste; ciò che rinasce è qualcosa del corpo che continua. L’ individuo, secondo i buddhisti, è la somma delle disposizioni e degli atti organici e mentali.

Dite che devo ripetermi o sclero direttamente per overdose di cazzate?

La teoria induista della trasmigrazione dell’atman da un corpo ad un altro, certamente più spirituale, è spostata dal buddhismo a una visione più marcatamente materialista. Non esiste un sé indipendente, un’entità permanente, distinta dal corpo, ma un sé dipendente dagli “aggregati della mente e del corpo” (4). Ma in definitiva cosa rinasce? Risponde approssimativamente il Dalai Lama: “un sé che non esiste intrinsecamente” (5). Ma è una risposta? Non l’anima spirituale distinta dal corpo, ma una flebile continuità, un flusso esistenziale dipendente dagli aggregati del corpo, che neanche i buddhisti sanno dire cosa sia. O meglio sanno dire cosa non è, e non sanno dire cosa sia specificamente.

No, non ricito GG. Ma faccio notare come certi apologeti antichi abbiano usato la stessa logica del “non è” con Dio. Che sia fallace anche quella logica o dipende da chi lo dice?

In senso generale l’atman, il sé, è lo stesso corpo caratterizzato da quegli attributi di innata consapevolezza che sono impliciti nelle espressioni: “io vado, io resto” (6).

🙄 Quanto ancora dovrò ripetere che nel buddhismo esiste un solo Sé ma almeno due? Tre, considerando il Samsara? 🙄

Segue un discorso alquanto presuntuoso sulla natura dell’anima basta quasi sicuramente su scritti apologetici tardo romani-inizio medievali fino a…

Apprendano i buddhisti che è ignoranza pensare che il puro pensiero matematico sia nel divenire. Eppure, dicono insensatamente, la vita non è forse il risultato della configurazione ultima della materia? Stoltezza! La natura umana possiede per essenza la facoltà d’investigazione e di ricerca delle realtà eterne e permanenti. Dunque il sé, l’anima, contrariamente a quanto afferma il Dalai Lama non è assolutamente un flusso esistenziale dipendente dagli aggregati del corpo, né è riducibile alla struttura dell’organismo.

Alla facciaccia di tutta la filosofia Induista a costui sconosciuta su cui si basa l’idea Buddhista d’anima…

Lievemente arrogante non trovate?

Chi ha mai visto esistere un’anima disgiunta dal proprio corpo? Che domanda sciocca. Se qualcuno dicesse di essere oppresso da dolori, non sarebbe da stolti pensare che il dolore non esiste solo perché non lo sentiamo e non lo vediamo noi? Gli apostoli videro, i santi videro le anime di molti giusti. Sul Tabor mentre il Signore si trasfigurava, apparvero Mosè ed Elia che discorrevano con Lui, e furono testimoni gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni.

Dipende da quale Vangelo leggi: secondo Luca, se non erro, la trasfigurazione sarebbe avvenuta alle pendici e non sulla vetta. In secondo luogo: portare dati il più possibili oggettivi please, altrimenti quello potrebbe ribatterti che Jakata non ha camminato sulle acque perché credeva non a quello che dice lui ma perché credeva al Buddha… 🙄

Non esiste solamente quello che si vede. Sono tante le cose che non si vedono ed esistono. Quale arrogante potrebbe dirvi che non esiste il vostro pensiero solo perché non lo sente e non lo vede lui? L’illusione buddhista di essere solo il proprio corpo, può essere rimossa soltanto dall’acquisizione della retta conoscenza. La barriera del mondo visibile è rimovibile e può essere rimossa solo per mezzo di una corretta percezione della verità.

No, guarda: ‘sta storia della finta realtà non è affatto esclusiva del cristianesimo. Diciamo anzi che in questi termini sono (quasi) gli ultimi arrivati.

Il Vangelo della verità è tutto una rivelazione dell’immortalità dell’anima. Non si dica che non è venuto nessuno dall’oltre tomba a dirci che l’anima vive immortale. E’ venuto Gesù Cristo, il Verbo di Dio.

Aggiungici alla lista anche Ishtar, Ba’al, Dionisio, Eracle… ma che razza di discorsi sono?! Ma la capiscono la differenza soggettivo-oggettivo?!

Dunque non è forse vero che nella parabola del ricco Epulone e di Lazzaro ci mostra lo stato dell’anima giusta e quello dell’anima peccatrice nell’ eternità? Il Signore ha detto che non dobbiamo temere gli uomini, ma Dio che può mandare in perdizione l’anima e il corpo: “sed potius eum timete, qui potest et animam et corpus perdere in gehenna” … “temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” Mt 10,28.

Altri deliri d’onniscienza. A proposito: complimenti per la traduzione alla stracavolo del verbo Perdo con Perire… 😆

Quando un buddhista nega l’anima è soltanto perché ha avuto già prima l’arroganza di negare Dio che ha creato l’anima. La verità è sapienza ma quando è avulsa da Dio diviene caos. Dio tiene nascosta la verità alla mente degli eruditi e degli intellettuali, che credendo di essere nella luce, sono nelle tenebre dell’ autosufficienza, come dice il Signore: “Confiteor tibi, Pater, Domine caeli et terrae, quia abscondisti haec a sapientibus et prudentibus et revelasti ea parvulis” … “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” Mt 11,25. L’anima esiste ed è creazione di Dio. L’anima non si vede in sé perché è principio semplice e spirituale. Non è un organo che possa essere identificato anatomicamente, non può essere toccata da medici, né operata da chirurghi. La si può vedere solo purificando la mente dall’orgoglio che separa da Dio.

Quindi per i PontifeSSi:

  1. bisogna essere ignorantelli forte perché sennò non si può capire la loro Verità.
  2. Una sola domanda: cosa distingue ciò che non risponde a nessun vaglio dal niente?

Siddharta ha mancato lo scopo che la sua stessa natura gli assegnava. Avendo smesso di tendere con tutto il suo essere verso Dio, lo specchio della sua anima si è oscurato e ha smesso di risplendere. Egli mise la sua anima dietro al suo corpo e sentì la necessità di ritrovare ad ogni vita un nuovo essere corporeo. La dottrina delle rinascite è carnale, come dice la Verità: “Quod natum est ex carne, caro est; et, quod natum est ex Spiritu, spiritus est” … “Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito” Gv 3,6. Rifiutando di pensare bene si è messo a concepire e ad immaginare ciò che non esiste: i cicli delle rinascite. Ma come si concilia l’impermanenza dell’io con la necessità delle infinite rinascite? I testi buddhisti mostrano chiaramente che esistono sei possibili condizioni dell’uomo dopo la morte: “esseri infernali, fantasmi affamati, animali, esseri umani, semidei e dei” (7).

Peccato che l’idea dei cicli delle rinascite fosse d’origine Induista e che l’idea del dio cristiano ancora non c’era. Zoroastriano al massimo, ma non ne conobbe… per il resto: ed ecco di nuovo l’identificazione del Buddhismo tutto con la sola scuola Tibetana. 🙄

Non c’è cosa peggiore che avvilire l’intelletto umano a questa deprimente visione dell’esistenza. Illudersi di avere un potere individuale che esclude totalmente Dio, conduce a immaginare che da un atto volitivo dell’uomo possano derivare effetti magici sulla realtà. Questa idea la ritroviamo in tutti gli stadi primitivi della storia dell’uomo. E’ l’astuta parodia che pretende sottrarre a Dio il mondo e l’uomo, privando la Divinità del diritto sovrano di giudicare.

E’ assurdo come quest’uomo sia tronfio e intellettualmente chiuso…

L’uomo attraverso i cammini di trasmigrazione potrebbe reincarnarsi passando per la matrice di ragni e lucertole, attraverso ulteriori modificazioni fino all’uomo, rinascita, molto rara e difficile da conseguire, come insegna il Dalai Lama: “La reincarnazione in un essere umano è in effetti difficile” (8). Difficile? Quanti secoli ancora dovrà vivere come un essere qualunque che striscia e salta, prima di passare a una reincarnazione umana? Il senso di colpa provato dal Dalai Lama è riferirto ad un episodio che egli stesso racconta in un’intervista a Howard C. Cutler: “Un anziano monaco viveva come eremita. Veniva a trovarmi per affinarsi nella dottrina, ma credo fosse più esperto di me e mi facesse visita per una sorta di formalità. In ogni caso, un giorno arrivò e mi chiese consiglio sul modo di compiere una pratica esoterica di alto livello. Io risposi con noncuranza che era una tecnica difficile, più adatta a una persona giovane. In seguito seppi che si era ucciso per rinascere in un corpo più giovane e dedicarsi alla pratica in maniera più efficace”. “Immagino abbia provato rimpianto”. Il Dalai Lama annuì con aria triste: “Non me ne liberai. E’ ancora lì” (9). Quel povero monaco dopo una vita spesa nell’addestramento ascetico, ha realizzato di aver faticato e ricercato invano. E’ una più grande felicità nascere cretini, che vivere come un buddhista, il quale dopo una intera vita di rinunce è ancora lì a reincarnarsi per subire infinite rinascite in esistenze frustranti e dolorose. Una stoltezza peggiore non si può immaginare. La vita è l’unico viaggio importantissimo, mentre il buddhismo è il più grave assurdo dell’esistenza.

Già: molto più sensato credere a donne gigantesche che combattono draghi nel cielo con scorpioni e fiamme come contorno! Spaghetto mio come mi sta dando sui nervi!

In questo punto c’è una dissertazione sulla nascita dottrina della reincarnazione nel buddhismo di assai poca importanza anche perché molto semplicistica per non dire quasi superficiale…

Sarebbe opportuno chiedere al Dalai Lama se un essere umano regredito nella condizione animale non potendo più essere chiamato uomo, senza il libero arbitrio, come possa risalire da quella condizione animale. Solo l’uomo è capace di progresso; ogni specie animale è ora come era mille, tremila anni or sono. L’animale è fedele al suo istinto, non cambia. Nuove razze di cani e di cavalli rimangono sempre cani e cavalli, essi non si tramutano in esseri umani. Non può essere colmato l’enorme lacuna esistente tra l’animale e l’essere umano.

Cos’è questa? Una citazione di Zichichi? 😆

La vita del cane è ora qual era in passato. La rondine fabbrica sempre identico il suo nido. Solo l’uomo è capace di progresso perché porta in sé un principio superiore a tutti gli altri esseri viventi, un principio intelligente, spirituale. E’ per l’anima che l’uomo ragiona, impara, progredisce. E’ per l’anima che ogni conquista scientifica di un individuo diventa un patrimonio comune dell’umanità. L’animale non è cosciente di evoluzione spirituale. Propriamente solo l’anima razionale è anima, gli animali non partecipano della natura intelligibile e spirituale. Un pane costruito di carta è solo un prototipo del vero pane, ad esso manca il potere reale di essere cibo, anche se la figura è la stessa, uguale la grandezza, simile il colore. L’anima umana ha la perfezione nell’intelligibile e nel razionale, di conseguenza tutto quello che non è in tale situazione, può essere omonimo dell’anima, ma non è l’anima.

Sì, ok: è una citazione di Zichichi… -_-‘

Dicono i buddhisti: la materia può pensare, non c’è bisogno di stipulare l’esistenza indipendente di un io, oltretutto, alterato il cervello, il pensiero è turbato e annientato. Ragionando in tal modo, dimostrano di essere nell’ignoranza, perché confondono la condizione e lo strumento con la causa.

Magari perché nel buddhismo non c’è differenza tra causa ed effetto, zuccone?

Segue altro delirio d’onniscienza..

Sarebbe ancora più opportuno chiedere al Dalai lama, se un individuo ricorda l’esistenza trascorsa da tigre, e da tigre come abbia potuto risalire fino alla natura dell’uomo. I presunti ricordi delle vite precedenti, sono sogni non appoggiati a nessun dato positivo, sono creazioni della fantasia. Oltretutto mancando la coscienza della propria identità e perdendo completamente la memoria del passato, per l’ anima equivale a essere distrutta la personalità. Tutti i buddhisti sono in grande errore. Mi stupisco come menti ritenute intelligenti possano avere abbracciato queste irragionevoli idee. Questa ignoranza è ricordata così nelle divine Scritture: “erdam sapientiam sapientium et prudentiam prudentium reprobabo” … ”Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti” 1Cor 1,19.

Dharma. Una cosa a lui sconosciuta… come molte altre del resto. Ennesima traduzione alla bell’e meglio. 🙄

In questo punto c’è un arringa tra l’altro contraddittoria con la tanto sbandierata Divina Provvidenza…

Volendo però un attimo abbandonare la mente alla fantasia, quale carne dovrebbe risorgere nel giorno della grande rassegna? Se la prima carne è stata utile per l’ascesa alla seconda, e la seconda è stata utile per l’ascesa alla terza, la prima e la seconda già sono meritevoli della risurrezione. Ingiusto sarebbe da parte di Dio ammettere alla risurrezione solo la terza.

E già: i Buddhisti sono attanagliati da questo dubbio… 😆 😆 😆

Il giudizio finale di Dio è una verità solennemente insegnata da Gesù Cristo : “congregabuntur ante eum omnes gentes; et separabit eos ab invicem” … “saranno riunite davanti a Lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri”  Mt 25,32. S.Paolo lo ricorda con autorità apostolica: “Omnes enim nos manifestari oportet ante tribunal Christi, ut referat unusquisque pro eis, quae per corpus gessit, sive bonum sive malum” … “Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male” 2Cor 5,10.

Gesù Cristo mmm… sì: come ultimo arrivato. Zoroastro c’era da ben prima e che io ricordi i Buddhisti erano abbastanza tollerati nella società persiana alessandrina e tardo-achemenide. Problemi? Per il resto: devo proprio commentare?

La reincarnazione, in definitiva, è contro la giustizia di Dio e contro la ragione umana.

Una sola parola: EPICO! 😆 😉

Fonte dello Sdegno: http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/consacrati/5594-lassurdo-della-reincarnazione-il-giudizio-finale-di-dio-e-una-verita-solennemente-insegnata-da-gesu-cristo

 

P.S.: volete sapere però qual’è l’altro lato comico della situazione? Che quando ho letto quest’articolo stavo sentendo nientemeno che questo! 😀

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