Tolleranza e dintorni …

tolleranzaNel nostro mondo e nella nostra società… tutti ci riempiamo la bocca di una parola:

tolleranza

Pochi di noi sanno cosé e ancor meno sanno metterla in pratica.

Per prima cosa intendo riportare quanto scritto da Wikipedia:

[cit: wikipedia]

capacità collettiva ed individuale di vivere pacificamente con coloro che credono e agiscono in maniera diversa dalla propria (e che magari, da questa prospettiva, potrebbe apparire quantomeno biasimevole)

e ancora

Mentre può essere ritenuto istintivo disapprovare un comportamento e un pensiero diverso dai propri, la tolleranza richiede che le parti in causa vengano lasciate indisturbate, fisicamente ed intellettualmente, e che dal confronto e dalla critica anche radicale venga tenuto fuori ogni sentimento ed ogni atteggiamento ostile


L’idea prevalente di tolleranza è sbagliata, comunemente si ritiene che l’idea di tolleranza sia legata a una visione relativista della vita:

ognuno di noi ha una sua verità, ognuno di noi è fonte delle sue idee

Questo implica che le opinioni di ognuno sono eguali, nessuno ha una idea più vera degli altri, e nessuno ha il diritto di credere in uno standard universale e assoluto.

In una visione di questo genere non cè posto per la religione, per la famiglia per la scuola, tutti costoro ci propinano delle verità forti, assolute. Questo stesso è un pensiero intollerante e nega ogni libertà (la più importante è la libertà di autodeterminazione).

E’ un concetto che non può sopravvivere, se io sono tollerante perché ritengo che la mia idea possa essere sbagliata il giorno stesso che sarò convinto della mia idea, che la riterrò verità diventerò intollerante, mi verrà infatti a mancare la base stessa su cui baso la mia tolleranza.

E’ una tolleranza priva di punti di riferimento, una tolleranza in cui si rimbalzano le idee, in cui ci si scontra/confronta senza un reale arricchimento reciproco, in cui tutti siamo allo sbando

In realtà non dev’essere così. Si parte da una piena consapevolezza della proprie identità e delle proprie idee. Solo chi è consapevole di sè può amare, stimare e rispettare l’identità dell’altro. In questo modo non si cerca più un minimo comune denominatore ma una capacità nuova di affrontare i problemi che tiene conto di ciò che ognuno di noi è. In questo modo la diversità tra di noi può essere un arricchimento per tutti noi.

Per ottenere ciò è necessario mettere alcuni paletti su valori che devono essere inderogabili, valori che non sono nella cultura o nella storia ma nella dignità della persona.

Quando mi confronto con gli altri devono sempre chiedermi se sto rispettando la dignità della persona che ho davanti, quando pronuncio frasi o scrivo testi, commenti, articoli, quando lo sto facendo sto rispettando la dignità di chi mi legge?

Ecco il mio invito a tutti (compreso me d’ora innanzi) quando commentiamo su pontilex. Siamo gente tollerante? lo siamo davvero?

Pontilex intitola: “A cura di tanta gente tollerante che costruisce ponti e non muri”

Io credo che nel tempo molti di noi siano stati intolleranti (a volte) e chiedo che ognuno si faccia un esame e d’ora in poi metta al centro la dignità dell’altro.

Così veramente otterremo un arricchimento comune da questo nostro spazio

 

 

 

 

 

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Informazioni su giux

ciao, non so che scrivere.... vivo a Ossona nel bel parco del ticino:) Mi piacciono gli sport sopratutto quelli che mi permettono di stare all'aria aperta, il mio preferito mtb nei boschi:-) Qui mi iscrivo xkè cè gente simpatica che sa farmi ridere delle schifezze di pontifex che sanno solo farmi arrabbiare!

36 pensieri su “Tolleranza e dintorni …

  1. diegopig

    A me capita spesso di essere intollerante ma, spesso, lo faccio ben consapevole e ben fiero di esserlo.
    Quando ho risposto ai commenti di Aisha sugli omosessuali probabilmente (anzi, spero) sono apparso intollerante.

    Ma, in questo caso, non me ne vergogno affatto, anzi: come Pat Condell in un suo famoso video, non c’è tolleranza in me per i razzisti, gli omofobi, i teocrati, i fondamentalisti e (in genere) tutti coloro che in nome di un principio superiore sono ben felici di imporre agli altri (ma spesso non a sè stessi) le loro regole.

    Pontifex (ma anche Aisha, nei suoi commenti sugli omosessuali) è questo tipo di persone e io sono orgogliosamente intollerante verso questi loro atteggiamenti.

    Rispondi
    1. giux Autore articolo

      Ciao DiegoPig, non mi è parso che tu abbia l’abitudine di scrivere cose lesive delle dignità dei tuoi interlocutori.
      Essere fermi sulle proprie convinzioni non è essere intollerante.
      Nel caso di Pontifex (ma anche di Aisha) si può parlare di intolleranza in quanto non tengono conto assolutamente della dignità di chi non è sulle loro posizioni.
      Ricordo con piacere come OscarWilde si scusò con Aisha, dover aver espresso parole poco un poco pungenti su un libro “sacro”, quelle parole potevano essere dignitose della di lei dignità. E’ stata una lezione di tolleranza.
      Mi sarei aspettato le scuse di Aisha quando ha espresso delle opinioni in modo lesivo della dignità di chi è omosessuale, non è l’opinione in se, l’idea. Lei è libera di ritenere l’omosessualità non adatta per la vita di una persona, ma non dovrebbe essere libera di scrivere cose in modo da offendere l’identità degli altri.
      Per come si esprimono io non accetterei di passare del tempo con Aisha, Volpe o di Pietro.. e non credo sia giusto dire che questa mia sia intolleranza.

      Rispondi
      1. diegopig

        Ciao DiegoPig, non mi è parso che tu abbia l’abitudine di scrivere cose lesive delle dignità dei tuoi interlocutori.

        Se leggi le mie rispose ad Aisha vedrai che sono solo i termini usati a mascherare il senso di quello che ho scritto.

        Avrei potuto ugualmente scrivere ad Aisha “non hai capito un cazzo della vita” ed esprimere lo stesso identico concetto (senza però giustificare la mia opinione, come invece ho fatto negli interventi).

        Il fatto è che, pur trovando offensivo le opinioni come quelle di Aisha e pur rispondendo a tono, non sembra che le mie risposte siano offensive.
        Ma, ti assicuro, le mie risposte ad Aisha sono volutamente e, io ritengo, giustamente offensive (giustamente perchè l’opinione di Aisha è un’opinione ingiustificatamente discriminatoria).

        Rispondi
        1. giux Autore articolo

          ciao,
          ammetto di aver trovato talmente banale e offensivo l’argomentare di Aisha di non aver letto tutto:)

          Ho però letto tutte e due le tue risposte qui.. e le quoto al 100%.
          Anche io devo ammettere che Aisha mi ha molto deluso nei suoi interventi.. mi ha fatto quasi pensare che tutto questo sito sia tempo buttato via …
          invece è un occasione per cercare di capire come fare da essere tolleranti.
          Anche secondo me Giuseppe P. ha espresso tolleranza… proprio al 100%… in effetti ognuno di noi deve mantenere ed amare il proprio modo di essere per potersi confrontare con gli altri nel reciproco rispetto.

          Rispondi
          1. diegopig

            Anche secondo me Giuseppe P. ha espresso tolleranza… proprio al 100%… in effetti ognuno di noi deve mantenere ed amare il proprio modo di essere per potersi confrontare con gli altri nel reciproco rispetto.

            Concordo appieno, ed è per questo che mi dispiace vedere come un atteggiamento come quello di Giuseppe P. venga spesso denigrato.

            Avevo descritto lo stesso episodio sul forum dell’UAAR e i commenti negativi sono fioccati, perchè secondo molti è sbagliato perfino avere opinioni non politicamente corrette.

        2. giux Autore articolo

          tra l’altro mi ha stupito tantissimo i modi di Aisha…
          tu pensa che uno dei miei migliori amici è Egiziano Musulmano sa a memoria il Corano e non ha mai detto una parola intollerante nei confronti di chicchessia.
          E poi ci vengono a raccontare che gli arabi sono fondamentalisti etc…

          vergognatevi!

          Rispondi
    2. Gianfranco Giampietro

      Penso di potere quotare e condividere ogni singola frase espressa da Giux in questo articolo.
      Ma condivido anche il pensiero di diegopig.

      Cerco di spiegarmi a modo mio…. io credo che l’essere intolleranti verso gli intolleranti sia una conseguenza logica dell’essere tolleranti.

      Provo a spiegarlo con un esempio estremo, perchè gli esempi estremi sono quelli più esplicativi…

      E’ possibile essere tolleranti verso un nazista o verso un antisemita?

      Dal mio punto di vista no. Per la semplice ragione che essere tolleranti significherebbe in qualche modo giustificare i comportamenti e le ideologie antisemite.

      Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale abbiamo avuto moltissimi esempi di persone “tolleranti” verso il fascismo e verso il nazismo. Dal mio punto di vista per esempio la Chiesa Cattolica fu tollerante nei confronti del nazismo. “Tollerante” nel senso che non lo gradiva, ma cercò comunque di conviverci. Un vicino di casa un pò brontolone quando ci sentiva picchiare a sangue nostra moglie, ma nulla di più.

      E’ per questa ragione che dico che essere veramente tolleranti dovrebbe significare essere intolleranti con gli intolleranti, anche se in maniera intelligente, come si dovrebbe ovviamente esserlo in tutte le cose della vita. Se l’antisemita mi viene a dire che si dovrebbe dare fuoco a tutti gli ebrei, non puoi permettere che accada ciò, non puoi essere “tollerante” con certi atteggiamenti. Quando una persona offende gravemente un’altra persona, o un’altra… o un popolo, diventa inevitabile rispondere maleducatamente al maleducato incivile.

      Se una persona dice che tutti gli omosessuali sono soltanto degli animali, dal mio punto di vista è quella persona che merita di essere considerata un animale, allo stesso modo di chi non merita di essere considerato un essere umano perchè crede che i neri non sono veri esseri umani.

      Sono esempi un pò forzati oggi nel 2011, ma spero che rendano l’idea di cosa intendo dire.

      “Odiare i mascalzoni è cosa nobile” Aristofane

      Anche se ovviamente io qui non sto invocando “l’odio” del guerrafondaio o dell’invasato, ma “l’odio” (il termine più corretto è “indignazione”, che si esprime solo argomentando) che ogni uomo razionale e ragionevole (il saggio, il filosofo, ma anche la comune persona di semplice buon senso) giustamente prova nei confronti delle cose ingiuste e cattive.

      p.s. riguardo ad Aisha, credo di essermi perso qualcosa… è capitato che Aisha insultasse gli omosessuali? O__o

      p.p.s.

      Dimenticavo di dire una cosa sul concetto di “tolleranza”.

      Anche io come molti di voi provo antipatia per questa parola.

      “Tolleranza” spesso è una parola antipatica che vuol stare a significare “ho ragione io e tu hai torto, ma ti concedo la libertà di pensarla diversamente nel tuo modo sbagliato”.

      Sul piano pratico non cambia molto, ma concordo con il fatto che non sia una gran bella parola.

      Rispondi
      1. giux Autore articolo

        ciao non è che Aisha abbia propriamente insultato i gay. A un certo punto però si è capito che non li tollera. Purtroppo il suo Dio è intollerante.
        Tollerare vuol dire sempre porre davanti a quello che si dice la dignità dell’altro.. lei non lo ha fatto.

        Rispondi
        1. Gianfranco Giampietro

          Sono andato un pò a leggermi i commenti… da quel poco che ho letto infatti non mi sembra che Aisha volesse offendere gli omosessuali.

          Dici che non li tollera… vabbè, però questo è un altro discorso. Non è vero nemmeno che non li tollera, nel senso che non credo che lei accetterebbe mai di vedere compiere violenze contro gli omosessuali. Credo di aver capito che lei non possa accettare gli omosessuali come “normali”. Ma questa è solo una sua opinione (o meglio credenza) personale, ed è libera di crederlo.

          Ovviamente non condivido la sua convinzione, soprattutto quando passa dal discorso religioso a quello “scientifico” (dato che la religione permette di credere a ciò che si vuole, la scienza invece no a meno che di non avere prove e studi tangibili sull’argomento). Però è libera di crederlo, così come è libera di pensare persino che la Terra sia piatta.

          Finchè una religione non diventa offensiva (come fanno i pontifeSSi) o aggressiva (come nel caso dei musulmani integralisti che uccidono per queste cose) nei confronti di qualcuno, è libera di pensare quello che le piace pensare.

          Gli omosessuali non possono pretendere rispetto da quelle religioni che vedono nell’omosessualità un errore, una malattia o un peccato. Queste religioni vedono nell’omosessualità un peccato e una colpa, e sono disposte ad accettare tra loro un omosessuale solo a patto di vivere questa cosa in modo casto e con senso di colpa per tutta la vita.

          Un omosessuale di fronte a queste religioni deve chiedersi se può credere veramente nel fatto che un vero Dio possa detestare il “diversamente amare” da parte di una persona, cosa che invece non nuoce assolutamente a nessuno.

          Se poi un omosessuale vuole essere a tutti i costi anche cattolico o musulmano, beh, io gli dico che è peggio per lui. Dal mio punto di vista è sensato non seguire una religione che concepisce un Dio differente dal proprio modo di sentire cosa sia giusto o comunque non degno di odio e biasimo.

          Quando nella Bibbia da piccolo ho letto che Mosè faceva passare a fil di spada chi non la pensava come lui e come il suo Dio, ho realizzato che non potevo seguire il Dio contenuto in quel libro (parlo solo dell’Antico Testamento), che non avrei potuto seguirlo nemmeno se avessi avuto la certezza e la dimostrazione della sua esistenza.

          Io credo che l’importante sia che mondi differenti siano liberi di rimanere tali senza interferenza o ingerenza altrui. Ci sono persone che reputano l’omosessualità come qualcosa di sbagliato e contro natura? Secondo me hanno diritto di pensarlo e di esprimerlo. L’importante è che non turbino il quieto vivere di quel mondo diverso dal proprio con insulti pesanti o, peggio, con la violenza o ostacolando il loro quieto diritto di vivere in pace (come quando Pontifex incita a impedire il concerto ed il legittimo lavoro di un cantante perchè di orientamento omosessuale).

          Faccio poi una considerazione su tutta questa presunta natura contro natura dell’omosessualità.

          Io vorrei farvi osservare una cosa.

          Cosa vi cambia?

          L’essere umano, eterosessuale o omosessuale che sia, è già assolutamente contro natura.

          Non mi vorrete forse far credere che una scimmia che costruisce grattacieli e tra un pò anche navicelle spaziali sia qualcosa “secondo natura” ?

          L’uomo è l’unico animale “contro natura”, perchè non si adatta all’ambiente (la natura appunto), ma lo modifica secondo altre esigenze che certo non gli sono dettate dalla natura.

          L’essere umano nasce quindi già da sè come essere “contro natura”. La natura infatti dagli animali non chiede altro che il fatto che loro si riproducano, mangino, bevino e dormano.

          Persino l’amore è “contro natura”, perchè non è affatto richiesto dalla natura. Il sesso è più che sufficiente dal punto di vista evolutivo.

          Modificare il mondo circostante, tagliare alberi, costruire case, scrivere poesie, dipingere, meditare o pregare… sono tutte cose che la natura non richiede affatto agli animali per vivere, eppure l’uomo fa queste cose.

          Essere “contro natura” non è in fondo così male, visti i risultati…

          Con questo non voglio certo fare un vanto dell’omosessualità (visto che io sono eterosessuale e contento di esserlo)… Sto solo dicendo che l’uomo ha la possibilità di scegliere come essere e cosa essere, a differenza di altri animali che hanno l’unica “libertà” di essere solo così come li ha “programmati” la natura, ripetendo lo stesso schema fino alla morte, senza libero arbitrio alcuno.

          Rispondi
          1. giux Autore articolo

            ciao,
            tu scrivi “Gli omosessuali non possono pretendere rispetto da quelle religioni che vedono nell’omosessualità un errore, una malattia o un peccato. Queste religioni vedono nell’omosessualità un peccato e una colpa, e sono disposte ad accettare tra loro un omosessuale solo a patto di vivere questa cosa in modo casto e con senso di colpa per tutta la vita.”
            Ti rendi conto che il rispetto è alla base di una convivenza pacifica e tollerante. Se una categoria di persone non può pretendere il rispetto di una altra categoria di persona la conseguenza inevitabile è la violenza.
            Se non puoi rispettarmi non posso condividere la stessa terra con te, quindi uno dei due è di troppo e dev’essere allontanato o peggio.

          2. Gianfranco Giampietro

            No, un attimo, quello che intendo è altro.

            Ho infatti detto “finchè non diventa offensiva o violenta”.

            Una persona può benissimo credere che una cosa sia “sbagliata” o “contro natura”.

            Per “rispetto” possiamo concordare sul fatto di non offendere il prossimo o di non fargli violenza.

            Ma se uno per esempio pensa che l’omosessualità sia qualcosa di sbagliato, è libero di pensarlo.

            Non può essere incriminato per le sue idee, perchè una persona è libera di pensare quello che vuole, persino le più becere cazzate e idiozie.

            Ci sono culture e religioni che non hanno una opinione positiva nei confronti di certe cose.

            Non possiamo farci niente. E non possiamo mica “arrestarli” per quello che pensano. Anche se quello che pensano è sbagliato o stupido.

            Se uno pensa che la Terra sia piatta, cosa vuoi fargli? Alla fine si è liberi di credere anche in simili cazzate.

            Stesso discorso per qualcuno che crede nella “scientificità” della fronologia.

            Noi possiamo cercare di convincere le persone, forti delle nostre ragioni e del nostro buon senso, ma alla fine non possiamo mica forzare qualcuno a pensare che la Terra sia sferica e che la frenologia è una cazzata.

            Se una persona pensa che l’omosessualità è una “malattia”, è una sua idea, pazienza. Non nuoce a nessuno.

            Il danno sociale inizia nel momento in cui questa persona, a causa delle proprie convinzioni, inizia ad offendere o violentare la libertà di chi la pensa diversamente, e inizia a predicare odio e disinformazione.

            La società non può punire le idee, quanto piuttosto le manifestazioni inopportune derivanti da tali idee.

            Altrimenti dovremmo punire e mettere in prigione ogni uomo che in vita sua abbia pensato almeno una volta di torcere il collo a sua suocera.

            Alcune religioni hanno certe idee. Noi siamo liberi di non condividerle. Se l’islam o il cattolicesimo non vedono positivamente l’omosessualità… beh, l’omosessuale non è obbligato a seguire queste religioni.

            Se si mangia male in un posto, è inutile lamentarsi del servizio… meglio andare a mangiare da un’altra parte.

            Io non condivido praticamente nessuna idea o concezione morale delle tre più famose religioni monoteiste (ebraismo-“costantinesimo”-islam). Ma non cerco di imporre a queste tre religioni a cosa devono credere. Sono io a non essere in sintonia con queste tre religioni, quindi sono io a dire “ok, no grazie… io scelgo un altro sentiero mentalmente più aperto e maturo”.

            In altre parole, se sei vegetariano e non ti piace la cucina troppo a base di carne dei ristoranti brasiliani e argentini, cambi ristorante. Non cerchi di “convertire” queste tradizioni culiniarie ad uno stile di vita diverso.

            Io posso condannare solo le offese e le violenze.

            Contro idee che ritengo sbagliate, io posso argomentare per dimostare l’erroneità di certe idee e pregiudizi. Ma non posso mica denunciare chi non la pensa come me, indipendentemente da quanto colossali siano le vaccate in cui crede.

            Uno vuole continuare ad avere certe convinzioni? Sono fatti suoi, o almeno rimangono tali fino a quando non sforano nell’offesa e nella violenza.

            La mia concezione di Stato mi porta a postulare che lo Stato debba assicurarsi che tutti possano vivere senza subire offese, minacce e indimidazioni da altri gruppi che la pensano diversamente. Ma non può cambiare le idee che questi gruppi hanno, giuste o sbagliate che siano.

            Una persona tra sè e sè è libera di pensare che io sia il demonio o un mostro.
            Non m’importa.
            Ciò che m’importa è che non manifesti le sue credenze in maniera tale da offendermi pesantemente o da violare le mie libertà.

            Però attenzione. Per offese degne di intervento mi riferisco a offese pubbliche nei miei confronti che non posso ignorare, che non mi permettono di vivere in pace senza aprire un giornale in cui vengo sputtanato.

            Se poi due tizi nel privato salotto di casa loro vogliono passare il tempo a teorizzare che io sono il demonio, o che gli ebrei sono esseri immondi, sono liberi di farlo per conto loro.

            Sono ruscito a far capire cosa intendo dire?

          3. giux Autore articolo

            si è più o meno quello che intendo io, infatti secondo me il problema si pone sopratutto nel confronto con gli altri, in quel caso sono tenuto a scegliere attentamente le parole e i termini.
            La prima preoccupazione dev’essere quella di valutare l’effetto che hanno le mie idee sui miei interlocutori, rispettare la dignità di chi mi sta davanti significa anche evitare affermazioni che possano in qualche modo ferirlo.
            Per esempio io posso ritenere nel mio intimo il corano un libro di fantasia ispirato da un allucinogeno mal digerito…..
            Ma esprimere questo pensiero a una persona che crede profondamente nel corano sarebbe una manifestazione di intolleranza…
            D’altronde non è intollerante che io abbia questa idea.. e nemmeno che la esprima.. dipende solo dal modo in cui la esprimo. Potrei dire io intimamente non credo nel fatto che il corano sia frutto di ispirazione divina ma nonostante ciò posso anche condividerne alcuni aspetti.
            Pur non credendo nel corano per rispetto a coloro che ci credono mi posso pure attivare affinché abbiamo luoghi in cui possano esprimere la loro religiosità.
            Poi con i miei amici che la pensano nel mio stesso modo potrà parlare del profeta come di un allucinato… non temendo di offenderne la suscettibilità.. anche qui però con i piedi di piombo.. xkè non sai mai cosa può ferire la persona che hai davanti.
            Certo poi cè chi è più sensibile e chi lo è meno e puoi dirgli qualsiasi cosa che gli scivola addosso…
            Se tutti ci comportiamo in questo modo potremmo avere degli arricchimenti reciproci..
            ogni cultura e ogni identità ci porta sempre qualcosa di positivo che ci aiuta a crescere e migliorare e in ogni caso ci porta a scoprire nuovi modi di vedere e vivere la vita.
            Quindi se io vado da delle persone omosessuali e gli dico.. Dio e la scienza dicono che voi siete o malati di mente oppure viziosi.. beh ho proprio usato le parole sbagliate.. non è magari intollerante il fatto che tu abbia questa intima convinzione.. ma il modo in cui questa intima convinzione ti porta a rapportarti con chi è diverso da te.
            E uno sforzo per un mondo migliore dobbiamo farlo tutti.. anche i musulmani e i cattolici che purtroppo usano Dio per giustificare la loro intolleranza.
            Non so se sono riuscito bene a spiegare in che modo (a mio parere) Aisha è stata intollerante.

          4. Gianfranco Giampietro

            Ho l’impressione che nella idea generale di base la pensiamo nello stesso modo.

            Riguardo ad Aisha, forse abbiamo invece impressioni differenti.

            Cioè, secondo me Aisha si è limitata a dire cosa la sua religione ritiene naturale o contro natura.

            Non mi sembra che sia scaduta nelle offese pesanti o negli insulti (ma potrebbe essermi sfuggita la lettura di alcuni commenti)

            Se per “intollerante” intendi “chiusa mentalmente” nella comprensione e accettazione di una realtà, allora posso darti ragione.

            Come tu hai giustamente osservato, l’importante è la scelta delle parole.

            Se ci fai caso infatti… entrambe le parti non si sono accorte di ferire la sensibilità altrui.

            I commenti sul Corano come “libro fantasy” hanno ferito la sensibilità di Aisha.

            I commenti di Aisha sugli omosessuali hanno ferito la sensibilità degli omosessuali.

            Pensa che addirittura dal mio punto di vista, che non è nè musulmano nè omosessuale e quindi meno “sensibile”, mi sembra che nessuna delle due parti sia stata davvero offensiva o intollerante.

            Cioè, gli standard veramente offensivi e intolleranti per me rimangono quelli più estremisti, come quelli dei pontifeSSi e dei leghisti.

          5. giux Autore articolo

            eh si come dici tu penso che

            Se per “intollerante” intendi “chiusa mentalmente” nella comprensione e accettazione di una realtà

            io a differenza tua credo che entrambe le “parti” siano state intolleranti.
            Ho messo parti virgolettato perchè in realtà era un pò un Aisha contro il tutti… e lei non ha mancato di farlo notare.
            Infatti questo articolo che ho scritto voleva essere un pò per noi tutti.. per cercare di essere più tolleranti.
            Nota però che chi ha descritto il corano come libro fantasy, quando gli è stato fatto notare di aver mancato di tolleranza, si è scusato.
            Aisha non si è scusata. Per me questo è stato sostanziale.

            Tu scrivi:

            Pensa che addirittura dal mio punto di vista, che non è nè musulmano nè omosessuale e quindi meno “sensibile”, mi sembra che nessuna delle due parti sia stata davvero offensiva o intollerante.

            Non credo la religiosità o certi comportamenti meno sensibile o più sensibile sul tema della tolleranza.. voglio pensare che ogni persona matura sappia immedesimarsi nel sentire dell’altro. Se così non fosse non può esistere tolleranza, io credo fermamente che questo immedesimarsi sia la base dell’accettazione del diverso.

            Se penso che li cè stata intolleranza… ti lascio immaginare cosa penso di Pontifex & company… fosse per me loro sarebbero dietro le sbarre a fare penitenza.
            🙂

          6. Gianfranco Giampietro

            Ho detto di essere forse meno “sensibile” perchè meno coinvolto in prima persona.

            Chiaramente io cerco sempre di immedesimarmi nel prossimo.

            Però a volte vedo che le persone restano ferite in modi che io a volte non riesco a comprendere forse pienamente.

            Per questo ho detto che dal mio punto di vista non ho notato in nessuna delle due parti una condotta veramente e fino in fondo offensiva. Perchè comunque abbiamo potuto assistere ad una forma di conffronto, che sfortunatamente con i pontifeSSi o simili di solito è completamente impossibile 🙂

  2. diegopig

    Froci, musulmani e loro diritti e doveri.
    Per parafrasare Luttazzi: Questo intervento utilizza parole volgari appositamente per scandalizzare gli idioti.

    Il titolo di questo intervento è estremamente offensivo, ma per ragioni del tutto diverse da quelle che possono sembrare agli idioti.

    Probabilmente alcuni saranno offesi dall’uso della parola “froci”, altri dall’accostamento di “froci” con “musulmani” (accostamento che implica una qualche forma di somiglianza fra le due categorie).
    Se il titolo vi offende per queste ragioni, ho una pessima notizia per voi: fate parte degli idioti.

    Se non siete idioti, invece, troverete offensivo questo titolo per l’esatta ragione per cui lo è: perchè implica che i diritti e doveri di un individuo dipendano da altro oltre al fatto di essere un cittadino(*)..

    Per chiunque abbia fra i propri valori l’uguaglianza di tutti i cittadini(*) davanti alla legge, questo “condizionamento di diritti” in base alle caratteristiche individuali è un’offesa pari solo all’urinare sull’ostia consacrata (per i cattolici) o sul corano (per i musulmani).
    Eppure, nonostante si viva ormai nel XXI secolo, l’indignazione per questa posizione non è patrimonio comune a tutta la popolazione.
    Anzi: è sentire comune che i diritti e doveri di un individuo possano essere legittimamente modificati in base alle caratteristiche di questo individuo.

    Pontifex ne è uno dei tanti esempi (quando parla di rendere reato l’omosessualità), ma non è certo l’unico.
    I casi di Danilo Giuffrida e, più recentemente, di Cristian Friscina (a cui sono state ritirate le patenti di guida perchè omosessuali) è un’eloquente infamia del grado di civiltà della nostra società.

    Altri casi sono le varie chiusure di moschee (spesso giustificate per motivi risibili) e le varie ordinanze che vietano il burqa (ordinanze ovviamente illegali, come già sentenziato dal consiglio di stato).

    La domanda che sorge spontanea è: perchè?
    Perchè nel XXI secolo siamo ancora a questo punto? Perchè esistono ancora persone che orgogliosamente proclamano che la categoria X (froci, musulmani, atei, ebrei, comunisti etc. etc) non possono nè devono godere degli stessi diritti degli altri cittadini e della protezione della legge?

    Potremmo convincerciche questi siano solo proclami elettorali fatti da persone che, dopotutto, non hanno altro scopo che vendersi all’elettorato.
    Purtroppo questo non cambia il fatto che se ci sono le puttane che si vendono ci sono anche i clienti che le comprano, cioè se c’è chi fa queste uscite c’è anche chi queste uscite le apprezza.

    Ancora più preoccupante è quella parte della popolazione che, pur essendo a suo volta vittima di queste uscite, apprezza le stesse uscite quando l’oggetto è un’altra categoria.
    Sto pensando, in particolare, a parte della comunità musulmana che, pur venendo additata da buona parte della popolazione italiana, non esista a sua volta ad additare categorie (come gli omosessuali) che non rispondono alla loro idea di “giusta società”.

    Eppure sarebbe logico pensare che, essendo i musulmani oggetto di discriminazione, comprendano meglio di altri l’ingiustizia del discriminare e si astengano dal praticarla loro stessi.
    Invece non è così.

    Lo stessa identica situazione si ritrova fra gli atei: pur essendo una categoria discriminata (anche se in maniera probabilmente più lieve dei musulmani), in molti di loro non c’è alcun segno di interiorizzazione dell’intrinseca ingiustizia della discriminazione.
    E’ sufficiente leggere alcuni thread nel forum dell’UAAR per vedere come alcuni argomenti (come il battezzare i figli o far seguire loro il catechismo) vengano visti come un’offesa imperdonabile.
    Io stesso (ateo, sbattezzato e bastardo, per essere chiari) ho dovuto argomentare a lungo (quasi senza risultato) a favore del battesimo, del matrimonio in chiesa, della costruzione della moschea vicino a ground zero e contro la legge francese che vieta il burqa.

    E io continuo a non capire perchè sia così difficile per qualcuno fare un esame di coscienza e giungere alla conclusione che anche se qualcosa gli fa schifo questo non è un buon motivo per vietarlo (e discriminare chi pratica quel qualcosa).
    Molti di questi “discriminatori” inventeranno innumerevoli razionalizzazioni per la loro posizione: “E’ contro la volontà di dio”, “Porterà alla rovina la società”” e tante altre affermazioni che possono essere ugualmente a froci, musulmani, ebrei, comunisti, atei, etc. etc.
    Ma è ovvio a chunque non sia completamente accecato dal pregiudizio che queste sono banali razionalizzazioni che nulla hanno a che fare con la realtà.

    Forse la xenofobia, la paura della diversità, è intrinseca all’uomo ed alcune “ideologie” (politiche o religiose) non fanno altro che giustificarle e/o rafforzarle.
    Forse non riusciremo mai ad avere una società in cui la tolleranza (intesa come accettazione del fatto che altri facciano qualcosa che noi troviamo ripugnante) sia l’atteggiamente prevalente.

    Io sono un idealista e spero di sbagliarmi, ma non posso che notare che anche su Pontilex si vedono commenti che non fanno ben sperare (e mi sto riferendo esplicitamente ai commenti di Aisha sugli omosessuali).

    Però vorrei chiudere con una nota di speranza: tempo fa, commentando sul gazzettino sul tema degli omosessuali, ebbi uno scambio di opinioni con un certo Giuseppe P. (non seppi mai il nome).

    Giuseppe P. affermava che a lui due uomini che si baciano fanno schifo e io risponsi che aveva tutto il diritto di provare schifo ma gli chiesi anche se, secondo lui, pensava che questo suo schifo era un motivo sufficiente per limitare i diritti degli omosessuali.
    “Se suo figlio fosse omosessuale e avesse un incidente d’auto, lei impedirebbe al compagno di suo figlio di fargli visita in ospedale?”, gli chiesi.

    E Giuseppe P. mi rispose che no, non glielo avrebbe impedito, ma che lui era un uomo di 60 anni e che quelle cose gli facevano schifo e chiedeva solo che non gli venissero fatte “davanti agli occhi”.

    Ecco, io sogno una società in cui siano tutti come Giuseppe P.: persone che, per un motivo o per l’altro, trovano “schifosi” alcuni comportamenti ma hanno la forza ed il coraggio di non prendere questa loro sensazione ed usarla per giustificare la discriminazione.

    (*) Uso il termine “cittadini” per evitare la confusione derivante dall’effettiva differenza di diritti “politici” fra cittadini e non-cittadini.

    Rispondi
    1. diegopig

      povca tvoia, ho sbagliato un tag….
      Oh, potente admin, tu che tutto puoi, potresti chiudermi il bold dopo fatto di essere un cittadino(*)?

      Thankyou

      Rispondi
  3. Hiram Abif

    io ti posso dire quale e’ il mio concetto di tolleranza : RISPETTO CHI RISPETTA.

    in queste tre parole esprimo tutto il mio modo di vivere ed interpretare la tolleranza.

    sei un uomo che ha idee diverse dalle mie? cosi’ diverse da risultare opposte? nonostante le nostre idee cosi’ distanti tu mi rispetti come essere umano, non mi insulti per le mie idee, non mi aggredisci. anche durante le discussioni piu’ accese tu non dimentichi mai che siamo entrambi uomini? bene, io faro’ lo stesso con te. cio’ che cerco e’ il rispetto, non la concordia. la concordia e’ una illusione per ideali deboli. gli ideali forti si scontrano, ma sono solo gli ideali che si scontrano, non gli uomini. gli uomini si rispettano a prescindere.

    sei, invece, un uomo che non mi rispetta, che mi insulta per le mie idee, sei un uomo che, se potesse, mi tapperebbe la bocca e mi obbligherebbe a seguire il suo ideale? per te un essere umano puo’ essere rispettato solo se e’ d’accordo con te e non sei disposto a rispettare coloro che la pensano diversamente da te? bene, riceverai lo stesso. io non ti rispettero’ e saro tanto intollerante nei tuoi confronti quanto tu lo sei con me. se userai la violenza riceverai violenza. se mi emarginerai io ti emarginero’. non avro nessuna pieta’ e nessuna compassione per chi non sa rispettare gli altri esseri umani.

    il rispetto si guadagna con il rispetto.

    Rispondi
  4. Ale Cr

    Non mi piace, personalmente, il termine “tolleranza”… per quanto sia inteso modernisticamente (mhuhahahahaha!!!) come un qualcosa di positivo che permette la non-discriminazione del diverso, a me suona ancora con la concezione classica di “accetto contro-voglia il diverso”.

    Abbraccio però l’idea di tollerare maggiormente i pontifessi.

    Rispondi
    1. giux Autore articolo

      ciao! mmh no non non-discriminazione del diverso… ma compresione del fatto che proprio perchè tu diverso da me mi puoi arricchire.
      Accettare contro voglia qui no..! Io mi pongo con chiarezza e autenticità e mi aspetto altrettanto ma altresì mi aspetto che chi si relazione con me si astenga da dire o fare cose che ledano la mia libertà e la mia dignità. Altresì faccio io. Questo rispetto reciproco permette un confronto perchè è denominatore comune. E permette un arricchimento perchè reciprocamente non possiamo proporre o dire cose che ledano l’altro e per fare ciò dobbiamo crescere e imparare in modo aperto.
      Non so se riesco a spiegarmi…
      Non è molto diverso da quanto scritto da Hiram Abif cambiato i termini… ma il succo del discorso è lo stesso… con l’eccezione che non credo valga la pena di dare violenza o discriminazione a chi la porta… basta solo impedirli di fare del male.. per il resto la vita è troppo bella e piena di cose da fare per perdere tempo dietro agli imbecilli irrecuperabili.

      Rispondi
  5. pao

    …forse sono anche una carogna …e vado bene cosí! (eppoi tanto faccio fatica a lasciarmi prendere pacificamente per i fondelli)

    meglio una carogna autentica oggi
    che un´ipocrita ” politicamente corretta domani”

    ):D

    Rispondi
  6. francesco

    Per quel che mi riguarda, non ho alcun motivo per tollerare o peggio accettare persone che mi offendono a priori e mi vorrebbero vedere colpito da adis e bruciare alla inferno. Esprimendo un paragone… L ebreo o l omosessuale imprigionati ad aushwitz hanno tutto il diritto di non tollerare e non accettare i nazisti che li volevano morti. E per me il disvorso è uguale. Se non si professasse violenza e discriminazione li accetterei su due piedi. Ma invece mi sn svegliato in questo mondo con persone che mi odia o a caso. E beh…io non le tollero. Se cio mi rende intollerante, così sia

    Rispondi
  7. federicoB

    In una società civile la tolleranza non può essere illimitata.
    Certo non si può limitare la libertà di espressione ma non si può far passare come un’opinione qualsiasi quella che prevede la limitazione dei diritti di un gruppo di cittadini.
    Se io credo che i gay siano dei depravati immondi sono liberissimo di pensarlo, non dovrei però essere libero ugualmente di pensare per questo motivo di limitare i loro diritti civili.
    La distinzione è sottile ma fondamentale…

    Rispondi
  8. Oscar Wilde

    il punto CRUCIALE della discussione è (perdonami l’italiano AleCr, sto usando licenze poetiche a nastro 😛 ):
    – “io secondo me”
    – “io secondo il mio dio”

    Che senso ha discutere di tolleranza o meno con persone che non pensano, ma obbediscono?
    Che senso ha spiegare che ogni uomo ha i propri diritti e che non è giusto scavalcarli a persone che lo farebbero subito se il loro dio glielo ordinasse?
    Che senso ha parlare di tolleranza verso altre persone quando IN PRIMIS sono i propri “dèi” a NON tollerarle!?

    Per questo non mi piacciono le religioni.
    Forniscono troppe scuse all’uomo per NON pensare e per agire dicendo “l’ha detto il mio dio, per me lui conta più di tutto”

    Rispondi

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