1 gennaio, giornata mondiale della Pace.

“Libertà religiosa, via per la pace” è il “tema” della prossima “Giornata Mondiale della Pace” che si celebra il 1 gennaio 2011, pace nella quale tutti i popoli devono ambire per la conservazione della libertà, soprattutto, di quella religiosa.

Non a caso è stato scelto dal Santo Padre questa tematica, specie in questo periodo come i mass media informano, dove si stanno verificando “assalti” alla Chiesa Cattolica, “persecuzione” della religione Cattolica, le assurde “violenze” subite dalle popolazioni cristiane,”aggredita” la civiltà cristiana specialmente nella Repubblica islamica del Pakistan, nella Repubblica federale della Nigeria e nello Stato delle Filippine.

Benedetto XVI°, continuando la tradizionale “Giornata della Pace” voluta nel 1990 da Giovanni Paolo II°, ha voluto iniziare questo 2011con un segno di profonda solidarietà verso le popolazioni cristiane in ogni parte del mondo, sulle emergenze e persecuzioni tali da tentare di “escludere la religiosità dal suo fondamento”, come la scritto nel Messaggio d’indizione della “Giornata” dell’8 dicembre 2010.

Un tema molto attuale ha scelto il Santo Padre “mentre si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa” che provocano notevoli scompensi anche nel il rispetto della persona, della dignità umana, perché sono i più deboli, i “desaparecidos della n/s società” oggi, in diversi angoli della terra, a pagare il prezzo più alto.

In una società complessa come la nostra, è importante chiedere a noi stessi chi è il nostro prossimo.

Il nostro prossimo è chi ci sta accanto o che incontriamo nelle strade delle n/s città e dei n/s paesi, ma lo è soprattutto colui che è lontano, colui che l’azione sociale e politica dimentica quale palese grande ingiustizia, che non rispetta la religione e non lo gratifica della solidarietà, “ poiché tutto ciò che si oppone alla dignità dell’uomo si oppone alla ricerca della verità”.

Forse oggi i vincoli etici preposti all’osservanza di tutte le norme sono “allentati”, nessuno, né tant’poco le Istituzioni, vogliono essere vincolati e nessuno si sente responsabile.

L’etica moderna è forse per un invito alla “trasgressione”, mentre una volta esisteva la virtù del “frenare”.
Assistiamo all’affermarsi del fenomeno della frammentarietà del sapere e proprio per questo rende difficile e spesso vana la ricerca di un senso.
“Non pochi si chiedono se abbia ancora senso porsi una domanda sul senso” ( punto 81 Capitolo VII° Lettera Enciclica “Fides et Ratio” del S.Padre Giovanni Paolo II°).

Questa breve citazione del Santo Padre, che mi permetto di ricordare, ci invita a raccogliere la realtà in tutta la sua drammaticità, capirla e valutarla, perché esiste il timore di perdere quei diritti che fanno parte dell’etica civile, cioè il rispetto della dignità della persona che una progressione, anche, di “persecuzioni”, di “emarginazioni”,di “limitazioni” o “negazioni religiose”, tentano di cancellare.

Papa Ratzingher nel Messaggio per la “Giornata Mondiale della Pace 2011” ci invita con alto senso pastorale ad una riflessione concreta e sollecita, una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel n/s mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia della libertà religiosa e “ l’uomo che non può essere frammentato, diviso da ciò che crede, perché quello in cui crede ha un impatto sulla sua vita e sulla sua persona”.

Nel mondo in cui viviamo assistiamo impotenti ad una grande ondata di laicismo dilagante, dove tanti vivono come se Dio non esistesse, innanzi ad una situazione che si potrebbe chiamare dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo.

Ma il magistero della Chiesa infonde la speranza, dove la speranza di ogni generazione è un mondo di pace e serenità, perché “ il mondo ha bisogno di Dio, perché la pace è un dono di Dio”, quella pace che ad ogni essere umano deve essere garantita e che deve presiedere in tutti i popoli della terra siano cristiani o non cristiani.

Ma ancora in misura seppur minima, esiste la solidarietà e la libertà religiosa, che reputiamo essere fra i più importanti segni tangibili che la n/s società dovrebbe tenere ancor più in buona evidenza,

E’ necessario che siano valutati i problemi giornalieri della gente, ma soprattutto della crescita etica di questa società fatta di individui-persone che debbono ottenere il rispetto della loro dignità e della libertà della osservanza della loro religione.

Le persecuzioni della libertà religiosa possono mascherare altre finalità e per questo i cristiani sono chiamati ad un impegno per lo sviluppo umano e sociale dove, come conclude il Messaggio, “ad ogni livello ed in ogni angolo della terra possono presto sperimentare la libertà religiosa, via per la pace!”.
http://digilander.libero.it/cristianiperservire

3 pensieri su “1 gennaio, giornata mondiale della Pace.

  1. Gianfranco Giampietro

    Un messaggio condivisibile.

    Unico appunto: Nel mondo in cui viviamo assistiamo impotenti ad una grande ondata di laicismo dilagante, dove tanti vivono come se Dio non esistesse, innanzi ad una situazione che si potrebbe chiamare dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo.

    Ancora? Vorrei fare notare due cose… la prima è che la libertà religiosa è garantita solo dal tanto demonizzato “laicismo”. Laicismo non è sinonimo di nazione atea e senza Dio, ma semplicemente di nazione in cui tutti siano liberi di seguire la propria religione (cristiana, musulmana, buddhista, persino yazida o luciferiana… l’importante è che non danneggi il singolo e la società) e in cui nessuna religione sia tanto potente da poter dettare a tutti (anche a chi non la segue) le regole di tutta la società. Il laicismo è la prima garanzia di imparziale libertà religiosa, senza il laicismo i concetti di società libera e senza imposizioni religiose rimane un concetto puramente parziale o astratto. Io credo che in questa epoca moderna l’occidente (e tutto il mondo) meriti un poco di più di una società retta da una unica religione che al massimo consente la libertà della Jizya o di essere una religione “tollerata” ai margine della società governata da partiti politici cui è concessa l’appartenenza e sudditanza religiosa solo e unicamente alla “religione regnante”. Questo poteva essere “civile” e “moderno” 500 o 1000 anni fa, ma non di certo oggi. La sudditanza ad una religione è un concetto che non può più essere considerato “civile” e armonioso in una società moderna che si dice davvero aperta. L’Italia purtroppo è, in una Europa largamente civile e laica, un classico esempio di nazione che vive ancora una sudditanza religiosa.

    C’è anche da dire che la “tolleranza religiosa” è un concetto orribile. Le religioni non devono essere “tollerate”, ma rispettate, che un concetto completamente diverso. “Tolleranza” è quello che accade in un paese quando una religione domina egemonicamente la società: la religione regnante, unica e vera e quindi unica che abbia il diritto e il dovere di guidare e determinare la società, è disposta a “tollerare” l’esistenza delle altre religioni di quei quattro deficienti che non hanno ancora compreso che l’unica vera religione è quella dominante.

    La tolleranza religiosa si trova solo uno scalino al di sopra di una società dominata da inquisizioni e tribunali ecclesiastici (senza riferimento particolare al cristianesimo dei secoli scorsi… potrebbe essere una nazione islamica, buddhista o zoroastriana… il succo rimane lo stesso). Sicuramente è meglio di niente, ma la vera società libera è quella in cui la società e lo Stato tutelano la religione dei singoli, ma non la determinano a livello di massa scelgliendo la “religione ufficiale del popolo”, fosse anche composta al 99% di aderenti ad una comune religione.

    Il passo conclusivo del percorso dalla società oppressiva alla società libera culmina necessariamente in una società laica, che non vuol dire “atea”, ma che significa semplicemente “non immischiata in un argomento che deve essere intimo e personale dell’individuo”.

    Se si bolla questa libertà con il concetto di “relativismo”, l’invito alla “libertà religiosa” rimane astratto, o velatamente interessato solo alla propria religione.

    Ed è questa la seconda cosa che volevo dire. Parlare di “dittatura del relativismo”, dal mio umile punto di vista “relativo”, equivale a fare della demagogia priva di contenuto di significato. Mi riferisco al fatto che l’espressione “dittatura del relativismo” è una espressione priva di significato logico, linguistico e razionale.

    Se per “relativismo” si intende l’evidenza del fatto che esistano culture e modi di pensare diversi tra loro, ognuno relativamente convinto di essere l’unico “corretto”, “migliore” o “normale” rispetto agli altri, diventa evidente che accostare a questa consapevolezza il concetto di “dittatura” costituisce evidente paradosso, esattamente come lo è il parlare di una donna completamente nuda con le mani in tasca, o il parlare di ciclo notte/giorno sul nostro sole.

    E’ concettualmente impossibile parlare di una “dittatura” che consiste nel dire al prossimo “ehi tu! ti ordino e ti obbligo ad essere libero e a fare ciò che personalmente reputi giusto per la tua vita e il tuo intimo sentire!”

    Se essere liberi di seguire liberamente ciò che si crede e vivere (o morire) nel modo che si ritiene più giusto e onorevole, senza dare fastidio a niente e a nessuno, è “dittatura”… allora ne consegue che “la vera libertà” consista nel fatto che una società “illuminata” condizioni o persino imponga la scelta di ciò che è “giusto”, “vero” e “buono”… quindi l”ideologia, l’etica, la religione, ecc. ecc.

    Questo, dal mio punto di vista piccino e “relativo”, è fare demagogia concettuale.

    Ma a parte queste inquietanti allusioni al “demoniaco” e “tirannico” relativismo e laicismo, condivido lo spirito rimanente di questo messaggio e auguro un buon nuovo anno, non ricco di “tolleranza”, ma di rispetto. 😉

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  2. Furio Detti

    un messaggio così ridicolo da superare ogni comicità.
    un messaggio che testimonia come alcuni ambienti cattolici, ma anche troppi ingannati dalla propaganda occidentalista, credono alla favoletta del Vaticano amico dei pacifisti mentre è atrocemente vero l’esatto contrario.
    il Vaticano è un grandissimo amico e sodale dei governi occidentali che conducono da anni una crociata antiislamica su mandato sionista, egli è sodale e consustanziale a questo sistema di cose e a questo ordine mondiale espressione dei poteri forti.

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  3. Furio Detti

    concordo con Giampietro sull’ipocrisia linguistica (ma anche concreta) delle alte gerarchie ecclesiastiche che per esempio hanno permesso di mandare alla forca gli islamici Saddam Hussein e Alì ma sta lottando unghie e denti per salvare per esempio Tariq Aziz, gerarca come i primi due della dittatura iraqena ma buon cristiano il che fa degno premio sulle colpe come per il buon Pinochet, nevvero?

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