Lettera ad Ettore.

Ho conosciuto Fra Ettore Marangi grazie agli amici Pontifessi. In un loro editoriale si erano scagliati contro Ettore e contro altri frati francescani. Fra di loro anche il M@asseo che ogni tanto commenta i nostri articoli. Ho subito sentito vicinanza con loro perchè vittime, come tanti altri, della perfidia dei pontifessi. Mi ha impressionato la leggerezza con cui Carletto si era permesso di pubblicare online i nomi e le foto (ovviamente le più buffe) di questi frati francescani. Grazie ad Ettore ho potuto leggere una lettera che gli è stata indirizzata e che ha voluto condividere con i suoi “amici” di Feisbuc. Di seguito il testo che Ettore ha pubblicato qualche giorno addietro. Buona lettura!



Condivido con voi una email con cui, Don Robert Jarjis, mio fratello in Iraq, mi ha descritto quanto avvenuto domenica 31102010 nella chiesa di Baghdad così come gli è stato raccontato da uno dei 17 che si sono salvati dalla strage.

“Quando questi criminali sono entrati nella chiesa, hanno chiuso le porte e hanno cominciato ad uccidere subito i fedeli. Allora si è avvicinato Don Wasim (26 anni), che stava celebrando l’Eucaristia, per pregarli di lasciar stare le persone ed uccidere lui al posto loro. La loro risposta è stata quella di riempirlo di pallottole e farlo morire all’istante; subito si è avvicinato Don Thaer (32 anni) che stava nel confessionale per chiedergli di pregare insieme per la pace nell’Iraq, ognuno a modo suo e ognuno il suo Dio e lasciare viva la gente. Ma uno dei terroristi lo ha portato vicino all’altare, lo ha riempito di esplosivo e lo ha fatto esplodere sull’altare. Dopo  hanno continuato ad uccidere la gente finché uno di loro ha trovato una donna incinta, l’ha presa, ha pronunciato le parole della professione di fede musulmana e si è fatto esplodere insieme ad essa”.

E’ facile ora per il cattotalebano invocare la superiorità del Cattolicesimo sull’Islam, religione in se stessa violenta e generatrice di terrorismi; il cattotalebano non si chiede però perché mai in uno dei paesi arabi in cui, malgrado Saddam Hussein, il cristianesimo godeva di maggiori diritti si è arrivato a tanto. Cos’è accaduto realmente a lui non interessa.

Proviamo a immaginare cosa sarebbe potuto succedere se i cattotalebani europei o i fondamentalisti pentecostali americani avessero fatto scelte diverse nel passato recente.

Per il prof. Galtung (fondatore dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace in Norvegia) l’attacco dell11 settembre del 2001 alle Torri Gemelle non fu affatto un avvenimento inatteso:

“ Dal 1945 al 2001, gli Stati Uniti sono stati stati impegnati in 67 conflitti globali; in alcuni di questi (35 casi) sono ricorsi anche ad assassinii di personalità, inclusi capi di stato; in 11 paesi alla pratica della tortura ; in 23 paesi alla falsificazione delle elezioni, interferendo nei processi democratici. Calcoli di dissidenti della CIA danno a 6 milioni i morti per operazioni segrete americane dopo la seconda guerra mondiale. Altri 6 milioni di morti (soprattutto in Corea, Vietnam, ed Indonesia, nell’Asia Orientale) sarebbero il risultato della violenza diretta, aperta, e molto maggiori (circa 100.000 al giorno) quelli dovuti alla violenza strutturale (a causa della miseria e malnutrizione derivanti dalla monetizzazione di tutta l’economia nel mondo, ed all’impoverimento dei ceti marginali a questa collegata). Tutti questi morti hanno accumulato una dose elevatissima di odio verso gli USA che prima o poi avrebbe dovuto esplodere, come è avvenuto nei fatti dell’11 Settembre”.

Ora immaginiamo che il giorno dopo l’11 settembre il Presidente degli Stati Uniti, invece di programmare la guerra in Iraq e quella successiva in Afghanistan, avesse fatto il seguente discorso ai suoi concittadini:

“Amici americani, l’attacco di ieri contro due edifici, che ha ucciso migliaia di persone, è stato atroce, totalmente inaccettabile. I responsabili sono stati catturati e portati in Tribunale davanti ad una apposita corte internazionale, dotata di un chiaro mandato delle Nazioni Unite. Tuttavia il discorso di stasera va al di là di questo. Sono giunto alla conclusione che ci sono stati e ci sono gravi errori nella nostra politica estera, per quanto questa fosse sostenuta da buone intenzioni. Noi ci creiamo nemici a causa della nostra insensibilità ai bisogni fondamentali dei popoli in tutto il mondo, tra questi la sensibilità religiosa. Sono quindi giunto alla decisione che si intraprenderanno i passi necessari per :

  1. ritirare le nostre basi militari dall’Arabia Saudita;
  2. riconoscere lo stato di Palestina, i dettagli saranno comunicati in seguito;
  3. intraprendere un dialogo con l’Iraq per identificare i conflitti risolvibili;
  4. accettare l’invito del Presidente Khatami di fare lo stesso con l’Iran;
  5. uscire militarmente ed economicamente dall’Afganistan;
  6. arrestare i nostri interventi militari e riconciliarci con le vittime”.

La stessa sera un miliardo e trecento milioni di mussulmani avrebbero abbracciato l’America; ed i pochi terroristi rimasti sarebbero stati come pesci fuori dall’acqua. Il discorso sarebbe costato una mezz’ora di lavoro per essere scritto e dieci minuti per essere pronunciato; non ci sarebbe stato l’attuale stato di cose in Iraq ed in Afghanistan, decine tra mamme, mogli, figlie pugliesi avrebbero avuto ancora figli, mariti e papà… ed a Baghdad cristiani e mussulmani continuerebbero a vivere insieme.

Non abbiamo bisogno di nutrirci di ostie, di radici cristiane e sangue di martiri.

6 pensieri su “Lettera ad Ettore.

  1. Andrea ☮ il giullare matto Speaks

    Finché vige il capitalismo e il consumismo, nessuno Stato occidentale farà suo alcuno dei 6 punti (al massimo il secondo è quello che ha una probabilità di riuscita superiore…e qui dico tutto!).
    Il capitalismo, per prosperare, ha bisogno di nazioni povere, di cittadini poveri da spennare oltre qualsiasi diritto minimo di natura economica e socio-assistenziale.
    Come mai che in Africa e in altri Paesi del sud del mondo esiste ancora la lebbra e si muore per un morbillo?

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  2. Gianfranco Giampietro

    Se un simile discorso si fosse davvero fatto dopo l’11 settembre, quanto male che ci saremmo risparmiati da entrambe le parti, oltre a togliere il “carburante” ideologico che alimenta le scuse dei terroristi per arruolare nuovi sciocchi da sacrificarsi (che questi ultimi, quelli che nel terrorismo diventano martiri, spesso sono poveri sciocchi che credono davvero di combattere contro un ingiusto invasore culturale e politico)

    Rispondi
  3. panguron

    Bella lettera davvero

    Voglio pero’ provare a lanciare una bella provocazione agli amici di Pontilex. Se noi siamo i cattivi e tutto quello di sbagliato in giro per il mondo succede per colpa nostra allora dovremmo semplicemente andarcene da tutti i paesi dell’Africa e da un bel po di posti in Asia e poi vedere che cosa succede. Ovviamente dovremmo impedire alle televisioni di venire da queste parti perche’ vedere persone che muoiono all’ora di pranzo, beh non fa tanto bene alla digestione.

    Quale sarebbe il risultato? Le genti che stanno da queste parti vivrebbero piu’ contente? Ne siamo cosi sicuri?
    Io non ne sono cosi convinto . Abbiamo fatto molti errori? Si questo e’ indubbio. In buona o cattiva fede? Spesso in cattiva fede concordo ma almeno in parte le intenzioni erano buone. Forse dovremmo fregarcene del resto del mondo. Tirare su un bel muro e sparare a tutti quelli che cercano di passare da questa parte.

    E’ triste vedere come dagli anni cinquanta continuiamo ad arrovellarci in inutili discorsi sul colonialismo e su quanto siamo stati cattivi soprattutto in Africa. Quando guardiamo a questo continente continuiamo a pensare che poverini da soli non ce la possono fare perche’ non glielo abbiamo insegnato.

    Mah alcuni anni fa ero in Uganda e ho visto una bella manifestazione organizzata da associazioni locali che protestavano contro la decisione del loro governo di vendere un pezzo di foresta ad una compagnia Indiana per coltivare zucchero. Dopo un paio di ore la manifestazione e’ degenerata in una caccia all’indiano. A fine giornata cinque inermi cittadini ugandesi il cui unico problema era quello di avere la pelle di un colore diverso erano stati linciati dalla folla. Piu’ di cento negozi furono devastati. Il giorno dopo sui maggiori giornali del paese fior fior di giornalisti a discutere sul perche’ una manifestazione pacifica sia potuta degenerare in un un massacro.
    Ovviamente gli assassini non sono mai stati presi.
    Lo scorso anno nel mio Sudan 180 persone sono state massacrate ai confini con l’Etiopia. la loro unica colpa era quella di appartenere ad una tribu differente. Non hanno risparmiato donne e bambini. Sempre lo scorso anno le truppe del Sud sono state mandate a dividere due villaggi che si scannavano a vicenda per il controllo delle mucche (si avete capito bene vacche). All’arrivo dei soldati le persone dei due villaggi si sono coalizzate e assieme hanno attaccato i soldati i quali ovviamente per vendicarsi che cosa hanno fatto? Hanno preso un ragazzino che passava di li per caso, lo hanno torturato e ucciso e il suo corpo impalato e bruciato come monito per gli altri.
    Alle volte lo spirito pacifista che anima molte delle manifestazioni in Italia o in Europa e’ uno spirito fondamentalmente egoista (lo so lo so sono parole molto forti).
    Crediamo di essere dei lupi che uccidono povere pecorelle. Forse lo siamo stati e forse lo siamo ancora ma fuori dalla nostra bella Europa vige la legge della giungla. Il piu’ forte sopravvive e il piu’ debole muore. La vita da queste parti non ha valore. Dobbiamo rendercene conto. Non ci piace come il mondo sia fuori dalla porta di casa. Perfetto andiamocene. Chiudiamo la porta e turiamoci le orecchie. Devo sentire ancora di manifestazioni in Italia contro il fatto che in Pakistan ogni giorno una bomba esplode in una moschea uccidendo i fedeli radunati in preghiera. Alla fine non ci importa sono mussulmani che uccidono altri mussulmani. Che cosa ci importa delle migliaia di donne che in Congo sono state stuprate. I cattivi occidentali non sono coinvolti beh allora non vale la pena di scendere in piazza. Pensiamo davvero che abbiamo a che fare con povere pecorelle smarrite a cui basta allungare la mano in segno di pace? Mi spiace deludervi abbiamo a che fare con tanti lupi affamati che la mano alla prima occasione te la staccano a morsi.
    Riflettiamoci un pochino su.

    La faccenda delle giustizia e dei tribunali internazionali meriterebbe un discorso a parte. Che cosa e’ la giustizia. Che cosa pensano le vittime possa essere la giustizia. Parliamo della Corte Criminale Internazionale? Giudici e avvocati seduti in Hague cosi lontani dalle vittime e cosi ligi alle procedure del diritto. Come puoi spiegare ad una madre che la persona che ha uccisio i suoi figli deve essere garantito il diritto ad una difesa equa. Come puoi spiegare loro che dopo cinque anni solo due casi sono giunti davanti ai giudici e per una sentenza ci vorranno ancora molti anni. Questa e’ la nostra visione della giustizia non quello che le vittime vorrebbero.

    Cordialita’

    Rispondi
  4. ettore

    Le provocazioni di Panguron sono interessanti. Cosa posso rispondere?
    1) prendiamo per esempio il caso delle donne stuprate in Congo. Non si muove foglia che Dio non voglia. Tutto ciò che avviene in questo paese continua ad avvenire per il Coltan. Ed il Coltan serve hai nostri cellulari. Diciamo che agli eserciti africani è lasciato il lavoro sporco, i nostro assassini hanno il colletto bianco, sono americani francesi. Certo a noi fa specie il sangue per questo consideriamo questi omcidi efferati mentre quelli provocati dagli inceneritori della Marcegaglia un prezzo a pagare al progresso dell’umanità (della sua famiglia).

    2) Se ce ne andassimo le violenze continuerebbero? Certo! Chi conosce la storia dei conflitti etnici in Africa sa molto bene che prima del colonialismo le tribù non si odiavano e spesso le persone passavano da una tribù all’altra senza problemi. I pasei coloniali hanno sfruttato le tribù per governare meglio: divide et imperat. Pensate ai Kikuiu in Kenia e al possesso della terra. Le tribù oggi sono messe una contro le altre per cui anche senza di noi i conflitti continerebbero. Il rifermento alle vacche non fa ridere, avere una vacca in Sudan significa vivere, non averla morire.

    3) detto questo bisogna dire che in Africa la schiavitù esisteva anche prima che arrivassero gli occidentali, erano gli stessi africani a fare schiavi altri africani. Non è che gli occidentali hanno dei geni particolari che li rendono cattivi. è pur vero che per fare una piramide ci vioglio più schiavi che per fare una capanna. Le strutture imperialistische si nutrono d sangue, anche se questo sangue dev’essere versato a milioni di kilometri. Pensate agi abitanti del Bangadesh, 200.000.000, che stanno per essere sommersi dall’aumento del livello del mare… a causa dei paes ricchi che non vogliono impegnarsi per far diminuire le emissioni.

    4) è chiaro che meno famiglia, meno educazione, meno libertà e miseria rendono le masse facilmente manipolabili. Credo che gli esempio sopra citati si spieghino in questo modo. Sottoproletariati urbani e masse di poveri sono pericolosissimi per un ‘bianco’ con la macchina fotografica 😉

    3)

    Rispondi
    1. admin

      Grazie Ettore… Purtroppo questa discussione verrà probabilmente fagocitata dai commenti ad altri articoli. Cercheremo di portarla in evidenza. Grazie ancora 😀

      Rispondi

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