Archivi tag: tempi

Homovox: “Questo matrimonio (gay) non s’ha da fare”. Ne sono stati fatti 1000 al mese.

-Sul matrimonio per le coppie dello stesso sesso in Francia la battaglia è stata molto accesa ed alla “pugna” ha preso parte anche la stessa stampa italiana. Uno dei “leit motiv” più frequenti di chi si oppone al matrimonio per le coppie gay è: sposarsi non importa neanche agli stessi omosessuali.
Uno dei media più attivi nell’opporsi al progetto voluto dal governo Hollande è stato Tempi che ha ospitato spesso la voce di quegli omosessuali contrari al matrimonio per le coppie per lo stesso sesso. Leone Grotti intervista Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, un collettivo di omosessuali: «Rappresentiamo la maggioranza dei francesi omosessuali ma non ci ascoltano. Non vogliamo il matrimonio, perché non siamo come le coppie eterosessuali, che possono fare figli». De Williencourt aggiunge: «In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta». Continua a leggere

Per Avvenire Malta “strappa” sulle unioni gay

Alla fine anche Malta ha “ceduto” e le unioni civili per le coppie omosessuali sono diventate realtà. Le coppie gay avranno tutti i diritti delle coppie sposate compresa la possibilità di poter adottare. Un provvedimento passato con 37 voti a favore e 30 astenuti. Un altro duro colpo per la Chiesa cattolica del piccolo Stato (poco più di 400mila abitanti) che ha riconosciuto la possibilità di divorziare solo nel 2011 ed in cui rimane vietato l’aborto.
Tempi da notizia del gesto “eroico” (non confermato) dell’ex presidente Abela che, nello scadere del suo mandato, si sarebbe rifiutato di firmare il provvedimento: «È probabile che il prossimo presidente – carica per cui è stata designata Marie-Louise Coleiro Preca, laburista – firmerà il testo. Ciò non toglie nulla al gesto di Abela che, anche se solo simbolicamente, ha mostrato esistere un’alternativa al procedere inesorabile dell’approvazione dei “nuovi diritti”», così commenta l’organo vicino a Comunione e Liberazione.
Ad accorgersi del “grave” gesto anche il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire che titola “Malta «strappa» sulle nozze gay”. Sebbene a Malta sia improprio parlare di nozze gay considerato che non è stato approvato il matrimonio per le coppie dello stesso sesso ma solo le unioni civili (sebbene con gli stessi diritti e doveri del matrimonio) non si capisce con chi sia avvenuto lo “strappo”. Continua a leggere

Ai cattolici la legge 40 fa paura che fa novanta.

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 40 nella parte che proibisce il ricorso alla fecondazione eterologa con il seme di un donatore esterno: una sentenza che ha scosso il mondo politico.
L’area cattolica era scesa in campo ancora prima della pronuncia della Consulta e Carlo Casini (Movimento per la Vita), Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello (Scienza & Vita) e Francesco Belletti (Forum delle associazioni familiari) avevano offerto le loro riflessioni al giornale dei vescovi italiani Avvenire sul perché doveva rimanere in vigore il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa.
Subito dopo la sentenza uno dei primi ad intervenire è stato il senatore Carlo Giovanardi che ha parlato di un «colpo alla democrazia italiana» sminuendo il ruolo della Corte Costituzionale che sarebbe, per il politico cattolico, solo un organo formato da «quindici signori che hanno le loro idee ed i loro orientamenti ideologici».
Se tutto sommato è stato pacato il commento della Conferenza episcopale italiana, Famiglia Cristiana ha invece titolato sul suo sito «Ultima follia italiana». Continua a leggere

Divorzio tra Parlamento e cattolici sul divorzio breve.

A distanza di 44 anni dalla legge 898/1970 (detta “Fortuna-Baslini”) confermata dal referendum del 1974 la politica sembra voler mettere mano alla legge sul divorzio e si preannuncia un altro duro colpo per i cattolici italiani. Infatti la commissione giustizia della Camera ha approvato all’unanimità il testo base sul divorzio breve che, se diventerà legge, ridurrebbe a dodici mesi (invece che agli attuali tre anni) i tempi della separazione: in caso di accordo tra i coniugi ed in assenza di figli minori il termine è invece di nove mesi.
Se la legge sul divorzio ancora non è stata digerita dalla Chiesa italiana, una sua modifica fa ancora di più allarmare i vescovi italiani. Il giornale della Conferenza episcopale italiana Avvenire titola “Divorzio breve, Pd e Fi ci riprovano” con un articolo a firma di Angelo Picariello che descrive il sostegno a questo disegno di legge di tutte le forze politiche dell’arco parlamentare. Una delle relatrici (Alessandra Moretti del Pd) vede uno sponsor addirittura in papa Francesco: «Anche i cattolici saranno più disponibili visto che questo Papa parla molto di accoglienza dei divorziati». Lapidario il commento su questa frase di Picariello: «ancora una volta si mescolano in modo un po’ grezzo questioni molto diverse fra loro». Continua a leggere

Omosessuali perseguitati in Africa? Colpa dell’Occidente e dei suoi attivisti per i diritti civili.

«Uganda choc: “Ergastolo per i gay”»: questo il titolo di Avvenire, giornale dei vescovi italiani, riguardo la legge approvata nel Paese africano che «punisce con l’ergastolo chiunque commetta degli atti di “omosessualità aggravata” e può consentire di imprigionare chi “promuove l’omosessualità”».
Sembrerebbe che i vescovi italiani siano “choccati” per la legge approvata in Uganda ed anche su Tempi.it (l’organo di Comunione e liberazione) si sottolinea che è solo la Chiesa ad opporsi alla legge contro gli omosessuali dimenticando che tale provvedimento è passato nel silenzio della stessa Chiesa cattolica e con l’appoggio di alcuni suoi esponenti per applicare lo stesso magistero per quanto riguarda l’omosessualità.
Una posizione certamente incoerente quella della Santa Sede e solamente blog “ultracattolici” possono trovare coerenza nella posizione della Chiesa nella difesa degli omosessuali nonostante il suo stesso magistero richiama gli Stati «alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio».

Continua a leggere

Il motivo della crisi? Le donne non sposate: parola di Massimo Introvigne di Alleanza Cattolica.

Massimo IntrovigneIn Italia come altrove ci si interroga sulle cause della crisi economica e studiosi e politici cercano di trovare le soluzioni migliori per uscirne. Purtroppo non sanno che lo studioso di religioni Massimo Introvigne ha già la risposta pronta: «Gli attacchi alla famiglia e la confusione fra modelli diversi di famiglia e matrimonio sono una delle cause principali della crisi economica». Così come riporta Tempi «il sociologo (sebbene Introvigne sia laureato in giurisprudenza e non in sociologia, ndr) evidenzia come in Italia da anni nascono troppi pochi bambini, fatto che mette in pericolo la struttura dell’intera società: dalla produttività alla possibilità di un welfare sostenibile».
Quindi, si continua su Tempi, una parziale responsabilità sarebbe «di un clima culturale ostile al matrimonio e alla famiglia, con la promozione di modelli alternativi – dalle convivenze alle unioni omosessuali – che fanno diminuire i matrimoni e quindi le nascite». Risulta un po’ difficile pensare che in Italia la causa della diminuzione delle nascite sia da imputare alle unioni omosessuali considerato che nel nostro Paese non solo non esiste il matrimonio omosessuale ma neanche le unioni civili per le persone dello stesso sesso. Continua a leggere

Il dibattito sulle unioni civili: la solita meteora.

Ciclicamente in Italia si torna, come se fosse una meteora, a parlare di unioni civili. Come per una meteora in procinto di “schiantarsi” sulla terra, se ne discute, ci si divide sugli effetti dello “schianto”, qualcuno sosterrà che avrà conseguenze disastrose e porterà alla fine dell’umanità mentre altri riterranno che non lascerà tracce; infine, come per ogni buona meteora, scompare e se ne tornerà a parlare al passaggio della prossima. La stessa cosa succede per le unioni civili: se ne discute ciclicamente, ci si divide in favorevoli e contrari ma poi, come un qualsiasi bolide, non succede nulla.

L’amministrazione comunale di Ignazio Marino si prepara ad approvare il registro delle unioni civili anche per le coppie dello stesso sesso e naturalmente scende in campo la Diocesi di Roma con un editoriale di Angelo Zeme, responsabile del settimanale della diocesi Roma Sette: «La vera discriminazione consisterebbe nel trattare in modo uguale situazioni differenti, come sono le unioni civili e il matrimonio: nel secondo, infatti, due soggetti assumono precisi diritti e doveri di fronte alla legge, con rilevanza negoziale pubblica. Non si può barare con le parole». E pazienza se il registro delle unioni civili andrebbe a tutelare anche i figli delle tantissime coppie non sposate. Continua a leggere

Legalizzazione delle droghe leggere. In Italia facciamo quello che riusciamo a fare meglio: gli struzzi.

La proposta dell’assessore regionale lombardo all’agricoltura Gianni Fava (Lega Nord) di legalizzare la cannabis ha diviso il mondo politico e naturalmente monolitica è stata la posizione del mondo cattolico da sempre contrario ad ogni possibilità di regolamentare le droghe leggere.
In primissima linea Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani che il 7 gennaio titola “Cannabis legale: riparte l’offensiva” e riporta il pensiero di Giovanni Serpelloni, capo del dipartimento delle Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio: «E’ ampiamente dimostrato che a fronte di una diminuzione della disapprovazione sociale c’è contemporaneamente un aumento del consumo delle sostanze nocive, compreso tabacco e alcol. In caso di legalizzazione aumenterebbe dunque l’uso, in particolare tra i giovani. Un settore che fa molto gola alle grandi compagnie del tabacco».
Lo stesso Serpelloni interviene sempre su Avvenire con un editoriale: «I danni maggiori sono quelli derivanti dall’uso precoce (adolescenziale) di questa sostanza nel momento in cui il cervello si trova nella delicata fase di sviluppo celebrale che termina dopo i 21 anni». Per il medico inoltre «non esiste alcuno studio né evidenza scientifica che dimostri che la legalizzazione sia in grado di ridurre efficacemente gli introiti delle organizzazioni criminali». Sempre Serpelloni si pone degli interrogativi interessanti: «Come verrebbe poi regolamentato il fatto che persone guidino una macchina, un autobus, un treno o lavorino sotto l’uso di sostanze stupefacenti psicoattive ma perfettamente legali, non potendole quindi sanzionare?». Un quesito molto strano: anche l’alcool è perfettamente legale mentre la guida in stato di ebbrezza è illegale. Continua a leggere

Le associazioni della scuola paritaria sentono la Chiesa vicina ma chiedono i soldi allo Stato.

3573915Il leitmotiv è sempre lo stesso e lo ricorda il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire scrivendo della “marcia” delle scuole paritarie a Verona: «Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro l’anno». L’organo della Conferenza episcopale italiana riporta le parole del patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia: «Oggi non c’è più tempo da perdere e c’è bisogno di decisioni forti e urgenti. Siamo consapevoli di essere giunti a un bivio: è importante che quanti rivestono una qualche autorità, politici e amministratori in primis, ed hanno a cuore il bene comune della scuola e della scuola paritaria cattolica dicano esplicitamente e senza mezze misure verso quale direzione vogliono andare e quali azioni intendano praticare perché non succeda l’irreparabile». Sono molto chiare le richieste delle scuole cattoliche: «Si assicuri per il 2013 l’intero importo dei contributi a bilancio senza alcun taglio e si garantisca per il 2014 un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro».
Le associazioni scolastiche del settore privato sentono la Chiesa vicina e lo riconoscono: «La Chiesa è per la scuola, perché la Chiesa ha a cuore i ragazzi e i giovani, ha a cuore la famiglia, ha a cuore la società intera. La chiesa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte del bene comune». Nonostante la Chiesa sia per la scuola i soldi sono chiesti allo Stato non solo sotto forma di finanziamenti ma anche con esenzioni riaprendo un’annosa discussione: «Niente Imu e Tares per le Scuole paritarie gestite da Enti senza scopi di lucro affinché possano svolgere il loro servizio pubblico». Continua a leggere

Quei conservatori degli omosessuali britannici.

David CameronDavid Cameron si è privatamente pentito di aver sostenuto il matrimonio per le coppie dello stesso sesso: questo è quanto sostiene l’opinionista del Telegraph Matthew D’Ancona nel suo libro “In It Together” in un articolo pubblicato dallo stesso giornale. La notizia è stata subito ripresa da una parte della stampa cattolica italiana. Tempi, in un articolo di Leone Grotti, titola: “Sei milioni di omosessuali in Inghilterra? No, sono 545 mila e Cameron si pente del matrimonio gay: «Tremendo errore»”. Lo stesso Grotti mette in dubbio anche il reale numero degli omosessuali presenti nel Regno Unito: «Il numero delle persone omosessuali in Inghilterra è di gran lunga inferiore a quanto stimato dalle associazioni Lgbt durante il dibattito sull’approvazione del matrimonio gay in Parlamento. I numeri rilanciati allora dal premier David Cameron parlavano di una presenza omosessuale pari al 6% della popolazione, oltre tre milioni di persone, ma secondo la ricerca dell’Office of National Statistics pubblicata ieri gli omosessuali sono 545 mila (1,1%) e i bisessuali 220 mila (0,4%)». Continua a leggere