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Il mondo cattolico: “La sentenza della Cassazione è un via libera alle adozioni gay. Anzi no”.

La sentenza della Cassazione che ha confermato l’affidamento di un bambino alla madre omosessuale convivente con la sua campagna ha provocato la reazione, per opposti motivi, sia del mondo laico che di quello cattolico.
Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha titolato “Figli alle coppie gay? Sentenza pericolosa” domandandosi: «Cosa augurare a questo bambino? Di restare a vivere con la mamma e con la compagna della mamma – così come ha stabilito la Corte di Cassazione – o di venir affidato al papà violento che se n’è andato quando il figlio aveva dieci mesi, rinunciando a vederlo e a educarlo?».
Sempre sul quotidiano dei vescovi Carlo Cardia ha scritto che il bambino «privato artificiosamente della doppia genitorialità, vede venir meno la dimensione umana e affettiva necessaria per la crescita e il suo armonico sviluppo, ed è lasciato in balia di esperienze, rapporti, relazioni umane, sostitutive e del tutto slegate rispetto alla naturalità del rapporto con il padre e la madre». Continua a leggere

La Corte di Cassazione: “Non è dannoso crescere in una coppia omosessuale”.

Non c’é pregiudizio all’adozione da parte di coppie omosessuali quando non è a rischio il corretto sviluppo del minore: questo in sintesi è quanto stabilito dalla prima sezione civile della Corte di cassazione con la sentenza 601/2013 respingendo il ricorso di un immigrato musulmano che ora vive a Brescia.
L’uomo, 27 anni, aveva avuto una relazione con una donna italiana e da questo rapporto era nato un figlio. Finita la storia tra i due era stato disposto l’affidamento esclusivo del bambino alla madre mentre gli incontri con in padre si sarebbero tenuti «con cadenza almeno quindicinale in un ambiente neu­tro e inizialmente protetto».
L’uomo invece insisteva per l’affidamento condiviso del bambino paventando «le ripercussioni sul piano educativo e della crescita del medesimo derivanti dal fatto che la madre, ex tossicodipendente, aveva una relazione sentimentale e conviveva con una ex educatrice della comunità di re­cupero in cui era stata ospitata». La Corte d’appello aveva respinto tali motivazioni «non essendo specificato quali fossero le paventate ripercussioni negative per il bambino». Inoltre il minore «aveva assistito a un’episodio di violen­za agita dal padre ai danni della convivente della ma­dre, che aveva provocato in lui un sentimento di rabbia nei confronti del genitore» e la Corte d’appello aveva giudicato come «irrilevante» il fatto che «la violenza non avesse avuto ad oggetto la madre» ma la sua convivente che è stata considerata pur sempre «una persona familiare al bambino» riconoscendo quindi il ruolo della convivente della madre per lo sviluppo del minore. Continua a leggere

Pontifex e Uccr legittimano la pedofilia e l’incesto?

Il sito non secolarizzato Pontifex forse a corto di argomenti trova utile copiare un articolo dal titolo “Perché accettare le nozze gay e non incesto e pederastia?”: un imbarazzante post pubblicato da tempo nel blog fondamentalista di Uccr.

Pontifex e Uccr si rifanno ad un articolo del sito “LifeSiteNews (sito di un gruppo tradizionalista cattolico del Canada) e si domandano se la «mentalità omosessuale deve spingerci ad accettare anche la pedofilia e l’incesto?».
La domanda – a prima vista – potrebbe sembrare ironica ed ingenua (infatti i più rideranno) ma merita una risposta: ovviamente se fossero veramente razionali avrebbero trovato la risposta da sé.

Riguardo l’incesto, per i due blog cattolici «Se infatti basta avere una relazione romantica, basata sul consenso reciproco, per essere riconosciuti come coppia da parte dello Stato, con che diritto si dice “si” a due omosessuali e “no” ad un padre e ad un figlio (maggiorenne o minorenne) che intendono veder riconosciuta la loro relazione romantica-sessuale, godendo dei conseguenti privilegi? Riconoscere la relazione omosessuale e non quella tra padre/madre e figlio/figlia non è forse discriminazione?».

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I cattolici fondamentalisti di UCCR legittimano la pedofilia e l’incesto?

Nel giorno dei funerali del cardinale Martini, il blog fondamentalista cattolico uccrociato continua ad ignorare – forse a causa delle sue posizioni progressiste – la morte dell’illustre biblista e delizia i suoi lettori con un delizioso articolo dal titolo Perché accettare le nozze gay e non incesto e pederastia?.
Gli uccrociati (ossia neo-crociati contro i diritti civili) sono un blog di cristiani cattolici sedicenti “razionali”.

Per la loro “uccretinata” si rifanno ad un articolo del sito “LifeSiteNews (sito di un gruppo tradizionalista cattolico del Canada) e si domandano se la «mentalità omosessuale deve spingerci ad accettare anche la pedofilia e l’incesto?».
La domanda – a prima vista – potrebbe sembrare ironica ed ingenua (infatti i più rideranno) ma merita una risposta: ovviamente se fossero veramente razionali avrebbero trovato la risposta da sé.

Riguardo l’incesto, per gli uccrociati «Se infatti basta avere una relazione romantica, basata sul consenso reciproco, per essere riconosciuti come coppia da parte dello Stato, con che diritto si dice “si” a due omosessuali e “no” ad un padre e ad un figlio (maggiorenne o minorenne) che intendono veder riconosciuta la loro relazione romantica-sessuale, godendo dei conseguenti privilegi? Riconoscere la relazione omosessuale e non quella tra padre/madre e figlio/figlia non è forse discriminazione?».

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Uccr: le nozze gay non sono diritti umani. Quando è il caso di documentarsi prima di scrivere

Gli “uccrociati” del blog Uccr continuano la loro “crociata” contro il matrimonio omosessuale.

Questa volta ad essere bersaglio di un loro articolo è Giuseppe Cruciani conduttore del programma “La Zanzara” su Radio 24. Radio 24 appartiene al “Gruppo 24 Ore” la cui proprietà è – per il 67,5% – di Confindustria.

Il titolo dell’articolo di Uccr è “Attento Cruciani, le nozze gay non sono diritti umani“.

Dopo aver descritto la persona di Giuseppe Cruciani (anche con vicende poco attinenti che riguardano la sua vita privata) viene riportata una frase di Cruciani il quale – in merito alle vicende dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – avrebbe dichiarato: «Ma in un mondo in cui c’è un uomo ricco e potente a cui si rivolgono donne che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo è il segno che la società occidentale funziona. Negli Stati Uniti, in Francia e in Italia esiste la donna, o uomo, che si rivolgono all’uomo potente per ottenere qualche cosa. Vendere il proprio corpo è un segnale che c’è la libertà. E’ un segnale di libertà. Meno male che esiste questa cosa. Se non esistesse, non esisterebbe la società occidentale. Saremmo in un altro mondo dove vengono tagliate le mani». Continua a leggere

Bertone intervistato da “Famiglia Cristiana”: diritto alla corrispondenza superiore al diritto di cronaca?

Il settimanale Famiglia Cristiana ha pubblicato un’intervista al card. Tarcisio Bertone – segretario di Stato vaticano – che affronta alcuni dei temi “caldi” per cui la Chiesa è al centro dell’attenzione dei media in questi giorni.
Il card. Bertone – intervistato da Antonio Sciortino – parla di una Chiesa che «promuove un volume immenso di attività caritative, a sfondo socio-assistenziale ed educativo» che però «non passa sui mass media e nell’opinione pubblica» nonostante la Chiesa svolga «un’opera ampiamente riconosciuta dalle popolazioni che ne beneficiano».
Prima di tutto – attenendosi alle stesse parole di Bertone – non si capisce in che modo il segretario di Stato vaticano possa affermare che l’opera della Chiesa sia «ampiamente riconosciuta dalle popolazioni che ne beneficiano» se poco prima afferma che le attività della Chiesa non passano nell’opinione pubblica. Continua a leggere