Lo sapevate che…

“In Italia ci vuole meno tempo a divorziare dalla moglie che a licenziare un dipendente: un dipendente è per sempre…”

La battuta è carina ma i miei cari ciellini anche se il libro più moderno che (non) avete letto è la bibbia, dovreste sapere che questo non è il Deuteronomio e divorziare non è esattamente come ripudiare la moglie. A volte il divorzio è addirittura consensuale e rappresenta la fine di un percorso che semplicemente è finito e la legge non può certo tenere insieme per forza le persone (mica è dio…). E poi ancora su questo articolo 18? ma siete sicuri che sostenere il diritto del datore di lavoro di licenziare i suoi dipendenti senza giusta causa sia un valore  proprio ma proprio cristiano? devo essermi persa qualcosa a catechismo…

Riassumendo quindi secondo voi due persone che non vogliono più stare insieme non possono divorziare perché li ha uniti il signore, mentre un datore di lavoro è libero di licenziare i propri dipendenti a giramento di balle perché il contratto non è benedetto dal padre eterno ma al massimo siglato dai Cobas?

Sembra quasi impossibile che in una battuta di sole due righe si concentri tanta ottusa arretratezza del pensiero e tanta medievale concezione della famiglia, della società e del valore dell’uomo (e della donna), ma d’altra parte è religione, mica la vita vera.

36 pensieri su “Lo sapevate che…

  1. diego

    Com’è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio.

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    1. Caffe

      E’ vero che tu voli su cieli troppo alti per essere anche solo avvistato dalle nostre miopi pupille, ma di grazia: puoi dirmi almeno perché spesso, come in questo caso,usi il carattere corsivo o grassetto o entrambi insieme, per imbrattare lo schermo del monitor con le insulsaggini che (di solito) scrivi?; se si tratta di citazioni, vuoi dirci almeno chi cavolo citi, venendo così incontro alla mia abissale ignoranza? Si può sapere una buona volta che cavolo vuoi dire e con chi cavolo ce l’hai? In particolare: chi cavolo è colpevole di che cavolo di cosa? In quanto agli specchi, tu devi proprio averne qualcuno che ogni giorno ti dice chi è il più bello del Reame; dammi retta: rottamalo…

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      1. alessandrapiccinini Autore articolo

        effettivamente anche a me sfugge il significato ultimo della questione dello specchio… sono tante le cose di cui mi sento responsabile, inquinamento dell’ambiente, guerra in Palestina, carestie nell’Africa subsahariana, ma sinceramente non dell’abolizione dell’articolo 18! 🙂

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        1. diego

          effettivamente anche a me sfugge il significato ultimo della questione dello specchio

          Una donna viene picchiata selvaggiamente da un uomo in pieno giorno, nella piazza cittadina, mentre tutti i passanti guardano e urlano al picchiatore di smetterla.
          Ma nessuno fa niente per fermarlo.

          Come è potuto accadere che quella donna venisse picchiata in quel modo?

          Sicuramente il picchiatore è più responsabile di altri e dovrà rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cerchi il colpevole… non c’è che da guardarsi alla folla.

          Ora è più chiaro il perchè anche tu, con la tua inazione, sei responsabile dell’abolizione dell’art. 18?

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          1. andrea90

            Quindi se vedo uno spacciatore e non vado da lui per intimargli di smetterla sono responsabile del traffico di droga giusto ? Non sei molto brillante nemmeno come troll. Comunque complimenti per l’ insistenza.

          2. alessandrapiccinini Autore articolo

            Per stare al tuo esempio Diego, se una donna viene picchiata da un uomo grande e grosso in piazza non è detto che un’altra donna di 50 chili debba intervenire scagliandosi fisicamente su di lui. Può però estrarre il suo cellulare e richiedere immediatamente l’intervento della polizia, qualcun altro poi potrà anche testimoniare al processo contro l’energumeno, mentre un passante giovane e forte potrebbe fermarlo spaccandogli la faccia. Mi sembra chiaro che ognuno di noi può fare qualcosa davanti a una ingiustizia, ma naturalmente secondo le proprie forze e capacità, magari anche solo scrivendo sui muri o su di un blog, scioperando o mettendo in atto qualunque forma di protesta che forse la tua mente non riesce nemmeno a concepire. Che ne sai tu della mia inazione?

          3. diego

            Per stare al tuo esempio Diego, se una donna viene picchiata da un uomo grande e grosso in piazza non è detto che una donna di 50 chili debba intervenire scagliandosi fisicamente su di lui

            Ed infatti io non ho detto ..perchè tu, con la tua inazione, sei responsabile…: ho scritto …perchè ANCHE tu, con la tua inazione, sei responsabile….

            Ora, tu che stai facendo per impedire che l’art. 18 venga abolito?
            Oltre che scrivere post inutili, intendo….

          4. andrea90

            Mentre la tua azione da troll a cosa dovrebbe servire invece ? Mi stupisce che i proprietari del blog non ti abbiano ancora bannato.

            ps se senti quella puzza prova a guardare nella tua scatola cranica.

          5. Caffe

            Diego, è tu? Tu interverresti “attivamente”, se vedessi una donna o chiunque altro ,aggrediti da un energumeno? Sai, sono certo che tu riusciresti a tramortirlo e disorientarlo facendogli uno dei tuoi brevi discorsi incomprensibili, infarciti di nonsense, come ti eserciti a fare con noi, tutti i santi giorni. Fuori dallo scherzo e detto en pansant: Io mi muovo a fatica aiutato da un bastone, probabilmente di fronte ad una scena del genere, non potrei fare altro che urlare come un’aquila agitando in aria l’accessorio ligneo, sperando che l’energumeno receda; per quanto riguarda l’argomento in discussione: l’aricolo 18 per me è un falso problema, esso è applicabile potenzialmente, così come è enunciato, solo a poche migliaia di lavoratori, il famigerato articolo, o meglio, la battaglia per tenercelo sul groppone, è stato preso a pretesto dai sindacati, quelli specializzati nella tutela dei già tutelati, per giustificare la loro stessa esistenza. Io sono favorevole alla sua abrogazione anche perché, oltre che a paralizzare con un inutile disputa, il processo di riforma del settore del lavoro che altri Paesi hanno affrontato a suo tempo, godendone adesso i frutti, vedo che un analogo articolo 18 nelle legislature di moltissimi Paesi che se la passano meglio di noi (gli operai), non esiste ed inoltre: quale imprenditore autolesionista, licenzierebbe, se le cose vanno anche solo benino, un dipendente competente nella sua mansione; competenza acquisita dopo magari, anni di lavoro, quale imprenditore, dicevo, licenzierebbe , dati questi presupposti, un dipendente, solo per un puro capriccio? Capisco che ci sono problemi, ma difendere un totem come l’articolo 18, a mio avviso, è solo un modo per non affrontare questi problemi in modo serio e, come dicono quelli che se ne intendono, “strutturale”; il resto sono chiacchiere.

  2. alessandrapiccinini Autore articolo

    Il dottore ti ha detto, Diego, che per abbassare il colesterolo devi leggere e commentare post inutili tutti i giorni?

    Rispondi
    1. diego

      Il dottore ti ha detto, Diego, che per abbassare il colesterolo devi leggere e commentare post inutili tutti i giorni?

      Quindi la risposta alla domanda tu che stai facendo per impedire che l’art. 18 venga abolito? è questa.
      C.v.d.

      Rispondi
        1. diego

          Diego scusa ma tu le risposte non le capisci proprio

          Ora sì che il pericolo dell’abolizione dell’art. 18 è scongiurato.
          Anche tu allergica alle misure, come tutti gli itaGLIani, vero?

          Rispondi
  3. alessandrapiccinini Autore articolo

    io sono una dipendente statale di ruolo, non sono toccata dall’articolo 18 a meno che non uccida uno dei miei studenti, eppure esprimo il mio dissenso (scusa se non lo faccio buttando bombe sui treni) a una misura che ritengo nient’altro che uno strumento di ricatto che ci riporta indietro agli anni 50. Magari mi darò fuoco davanti al Nazareno in segno di protesta, ma solo dopo che l’avrai fatto tu 🙂
    Stai sereno Diego e dedicati a letture meno inutili e che ti producano meno acidità di stomaco

    Rispondi
    1. diego

      io sono una dipendente statale di ruolo, non sono toccata dall’articolo 18 a meno che non uccida uno dei miei studenti, eppure esprimo il mio dissenso

      1) Ora si capisce perchè ti basta “esprimere il dissenso”
      2) PER ORA non sei toccata dall’art. 18. Per ora. E dopo ci sarà da ridere…

      Rispondi
    2. Faggot

      Io invece sono disoccupato da più di due anni. A me, come a tanti altri precari e disoccupati, l’articolo 18 tocca moltissimo perchè è un privilegio di cui non potremo mai godere ( e di cui personalmente non ho mai goduto). Come la mettiamo?

      Rispondi
    1. diego

      te l’ho detto Diego, dopo che ti sarai dato fuoco, fidati che lo farò anch’io

      E cosa ti fa pensare che io sia contrario all’abrogazione dell’art. 18?

      Rispondi
  4. Faggot

    L’articolo 18 è cristiano, cristianissimo.
    Per questo non va bene. A un imprenditore non si può intimare di porgere l’altra guancia.

    Rispondi
  5. alessandra

    Caro Caffè, il defunto art. 18 recitava più o meno così: un datore di lavoro non può licenziare un dipendente senza giusta causa. Io lo trovavo perfetto! Una semplice norma di civiltà. La sua abolizione, per quanto ti dia ragione sul fatto che riguarderà un numero ristretto di lavoratori, mi sembra invece un ritorno al passato. E io non sono una nostalgica….

    Rispondi
    1. diego

      …sul fatto che riguarderà un numero ristretto di lavoratori…

      Qualcuno dovrebbe studiarsi un pò di teoria dell’evoluzione per selezione (in questo caso artificiale), concentrandosi in particolare sul concetto di fitness.

      Rispondi
      1. Caffe

        Diego, tu te le faresti togliere le emorroidi da un chirurgo, divenuto tale, tramite il “sei politico” tanto in voga negli anni settanta? Appunto! Io non parlo di “SELEZIONE” ne naturale ne artificiale, anzi, sono disponibilissimo a rivedere il welfare per sostenere chi proprio non ce la fa, anche al costo di un ulteriore aumento delle tasse: prima di difendere l’indifendibile sacro graal (l’articolo 18), del sistema del mercato del lavoro italiano, informarsi, prego: ad esempio, tu lo sai che in molti contratti di lavoro è prevista una durata della eventuale cassa integrazione di vari anni, fino anche sette, durante i quali, moltissimi di coloro che ne usufruiscono, mentre ciucciano pubblico denaro, vanno a lavorare in nero, mandando a puttane il futuro di quei giovani che cercano un impiego? Ci hai fatto caso che, in epoca di globalizzazione, le regole non le fai tu o un singolo stato, ma è il mercato globale che le detta e che in questo contesto, mentre nessun governo in Italia è stato in grado di adeguarsi, per le pressioni dei soliti noti, sono venti anni che (la sinistra italiana, intendo), noi ci tagliamo i coglioni da soli, per fare un dispetto ai cosiddetti padroni? Andrei avanti ancora, ma parlerei al vento. Non vedere al di la del tuo naso, caro Diego, è forse quello il tuo più grave problema, ma non allarmarti, sei in buona, anzi ottima compagnia: quella di tutta la cosiddetta, io direi presunta, “sinistra” italiana. Trovo misterioso il riferimento al fitness, a volte mi chiedo se facevo meglio ad emigrare in Australia piuttosto che intavolare un dialogo con te, comunque è inutile tirarlo in ballo: puoi gonfiarti i pettorali come più ti aggrada ma, purtroppo per te, non ha effetti sullo sviluppo e regolare manutenzione del cervello, per quello, devi protestare col Padreterno.

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        1. Caffe

          Diego, mi accorgo ora che forse, anche per colpa tua, nel tuo intervento, non ti riferivi a me: decifrare dialetti babilonesi non è la mia specialità; detto questo, se è vero che non ti riferivi a me, ritiro solo la parte che ti riguarda, dal mio intervento e ti invito ad abbandonare i geroglifici per esprimerti, fermo restando che confermo, parola per parola, tutto il resto.

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          1. admin

            Larga parte della “colpa” è anche della nostra piattaforma. poco adatta a discussioni elaborate e prolungate. Questo è un punto che non sono mai riuscito a migliorare. Chiedo venia.

          2. diego

            Mica è difficile migliorare: basta impedire di postare commenti permettendo invece di inviare via email risposte più “complesse” da accodare all’articolo originale.

  6. Caffe

    Non ci ho capito molto, ma rendere noti, a semplice richiesta di chicchèssia, indirizzi email di chi si è regolarmente registrato, fidando su una certa riservatezza dei propri dati personali, a meno che un utente registrato confidi all’universo mondo servendosi dello stesso blog, di aver assassinato il vicino di casa, non andrebbe contro qualche milione di regole deontologiche che l’Admin di qualsiasi blog è tenuto a rispettare?

    Rispondi
    1. admin

      Immagino che il meccanismo immaginato da Diego non coinvolga necessariamente la condivisione degli indirizzi email, ad esempio creando indirizzi email “ad hoc” all’interno del nostro dominio “at pontilex.org”. Tecnicamente forse possibile: non conosco strumenti che ci assistano nel percorrere questa direzione. 😀

      Rispondi
      1. diego

        Niente del genere.
        Basta un solo indirizzo email, a cui vanno inviate le risposte.
        Sarà poi cura dell’intestatario dell’indirizzo copincollare le risposte in coda all’articolo.

        E nel caso qualcuno si ponesse la questione, la risposta è: “no, un grande intervallo di tempo tra invio della risposta e pubblicazione della stessa non è un problema ma un vantaggio”.

        Rispondi

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