Il diritto all’omofobia, la religione e il dovere al rispetto.

Quando un cattolico integralista rivendica la libertà di pensiero sull’omosessualità per motivi religiosi, sta mentendo. La libertà non è in discussione, ed è solo uno slogan per nulla onesto per mantenere il suo privilegio di invadere la vita degli altri con intolleranza, impedendo agli altri di chiedergli conto del disprezzo che diffonde con quei pregiudizi. Non è una questione di libertà di espressione ed è ora di iniziare a chiamare tutti, cattolici compresi, all’uso dell’etica anche verso le persone omosessuali. Nella questione (falsa) su libertà religiosa contro lotta all’omofobia ci sono in ballo tre istanze, non una sola: la prima è la tanto strillata libertà di esprimersi dei cattolici; la seconda invece non si sente mai citare, il diritto al rispetto; la terza è la lotta alle intolleranze, contro i gay e contro i cristiani, non c’è differenza.

1. La libertà di esprimere i propri valori morali.

Ognuno è libero di dire quel che vuole. Lo dicono la Costituzione, la Carta dei diritti Fondamentali dellUnione Europea, la Dichiarazione Universale dei diritti umani. Ad esempio se sei musulmano puoi definirci contro il tuo Dio perchè mangiamo salame. Attenzione: “contro il tuo Dio” è qualcosa di molto diverso da ciò che i fondamentalisti cristiani di Cielle rivendicano. Loro vogliono carta bianca nella denigrazione. Cosa c’è di morale nell’insulto gratuito della dignità delle persone? È un valore definire l’amore tra due ragazze “un’offesa contro la verità della persona umana”? È un valore definirlo “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”? O è forse un valore morale chiamare due ragazzi che si amano e voglion sposarsi una «minaccia alla dignità umana e al futuro stesso dell’umanità»? Se vi chiedete di chi siano queste parole piene di rispetto e di valore morale, sono di un anziano celibe senza famiglia senza figli e senza relazioni affettive chiamato Joseph Ratzinger.

Cosa c’è di legale in questa denigrazione della dignità umana? Da quando definire assassini dei cittadini onesti è tollerabile? Perchè “ferita alla pace” è la definizione per i criminali di guerra che effettivamente sono assassini. Cosa c’entra con la libertà di coscienza? Questo è diffamare una minoranza che non vive come loro pretendono (cioè da eterosessuali) da parte di un gruppo che a sua volta pretende il diritto di non vivere come la legge richiede (cioè non interferendo con la vita degli altri).

2. Il diritto umano al rispetto.

In ballo c’e un principio molto importante a cui i cattolici integralisti non fanno mai riferimento: il diritto al rispetto. Dal 1948, da quando il mondo ha adottato la Dichiarazione Universale per i Diritti Umani all’Onu, abbiamo stabilito che ognuno dev’essere libero, certo, ma non solo nell’accezione degli integralisti. L’articolo 12 ha stabilito una libertà per tutti noi esseri umani che va contro quello che i cattolici rivendicano di poter fare: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni”.

È proprio questo il punto fondamentale: definire una persona omosessuale come malato come ha fatto in TV un omuncolo senza dignità del gruppo integralista Giuristi per la Vita è una lesione vera e propria della dignità. Definire una minoranza colpita da stigma sociale come malata, senza prove, è una intromissione nella vita di queste persone, anche se glielo ha detto Padre Pio in persona. Pretendere il diritto speciale di intromettersi nella vita di un essere umano non è un diritto umano. E non può essere tollerato. Non ha a che vedere con la libertà.

3. La lotta all’intolleranza.

Tutto ciò ci porta al terzo punto, anche questo falsificato dai cristiani omofobi. A nessuno interessa chi pensa che i gay siano immorali. È una faccenda talmente ridicola che è sullo stesso piano di quegli ebrei che pensano sia contro Dio mangiare gamberetti, e di quei mussulmani che pensano lo sia mangiare prosciutto. Tanto fino all’apparizione finale di un Dio che dice quale sia la versione giusta, tutto ha lo stesso valore. Il vero punto in questione è se possiamo tollerare che in nome della religione si ripetano stereotipi offensivi sulle minoranze.

Non sono le religioni che decidono cosa sia malato. Non è il loro campo, non è il campo dei Giuristi per la Vita. Il campo è quello medico-scientifico, attraverso le ricerche in cui gli scienziati sociali si controllano sulla correttezza a vicenda. Punto. Sono i manuali psichiatrici sottoposti a controllo da parte di altri psichiatri. Si chiamano Organizzazione Mondiale della Sanità e ordini professionali. Punto. Le convizioni che non sono basate su questo e che quindi non si si sotttopongono al controllo, si chiamano stereotipi. E da un bel pò sappiamo che gli stereotipi sono basati su informazioni false e denigratorie (sulla dignità di altri esseri umani) e infatti non possono essere tollerati dalla legge. L’ultima parte dell’articolo 12 della Dichiarazione Universale per i diritti umani è chiarissima: “Ogni individuo ha diritto a essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni”. I pregiudizi, laici o religiosi (e quindi anche quelli cattolici) sono da trattare come lesioni e interferenze, cioè come un tumore sociale. Chi li diffonde deve essere considerato un incitatore all’odio, anche quando si nasconde dietro la fede. Quando si discute su altri esseri umani, nel ventunesimo secolo il solo punto di partenza irrinunciabile è la dichiarazione universale dei Diritti Umani. Niente altro.

Nel XXI secolo per discutere di vite umane è eticamente imprescindibile partire dai dati di fatto. È un principio irrinunciabile, e va letteralmente preteso da tutti gli interlocutori, nessuno escluso. I dati di fatto sono quelli che la ricerca ci offre. Non il buon senso (che non esiste), non le definizioni filosofiche o religiose di natura (che non esiste) o altri trucchi per non essere chiamati alla responsabilità sociale dell’odio che si sta spargendo. Per etica, per rispetto, per onestà. Se pretendo che le mie idee sulla vita degli altri siano rispettate, devo per primo rispettare quelle persone parlando della loro vita reale, non degli stereotipi che confermano i miei pregiudizi. Parlare seriamente della vita umana degli altri significa rifarsi alla ricerca, altrimenti sono stereotipi. E gli stereotipi sono la base della discriminazione.

Pretendere il diritto a diffondere stereotipi denigratori non verificati su un gruppo per impedirgli di potersi sposare non ha niente a che fare con la manifestazione del pensiero. Stanno promuovendo la discriminazione legale di un gruppo di esseri umani. Quindi nessuna scusa sul rispetto della verità. La verità non ha corpo. Gli esseri umani si, anche quelli e quelle omosessuali o trangender. Si rispettano gli esseri umani, non la propria personale versione della verità che nesuno sa dove sia. Quindi quando i cattolici integralisti nei prossimi mesi grideranno alla lesione (fascista) del loro diritto alla libertà di opinione, chiedetegli conto della lesione del vostro diritto a essere rispettati nella vostra dignità di persone omosessuali. Questo è il vero punto della questione.

13 pensieri su “Il diritto all’omofobia, la religione e il dovere al rispetto.

  1. Remo

    Da sottoscrivere dalla prima all’ultima parola, ma non solo per gli omosessuali, ma per tutte le categorie attaccate dai cattolebani.

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    1. Tron

      Al di la della stupidità del gesto su cui concordo (andassero a frequentare qualche circolo almeno) ma in quel caso riusciresti a dargli torto? Te lo dico da gay e non certo represso, i primi a dargli ragione siamo noi col nostro modo di fare.

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    2. Arturo

      E l’hanno fatto: il tizio che si fa chiamare eliseo del deserto, si è creato un profilo su planet romeo…Molti cattolici hanno iniziato a dire che i rapporti omosessuali fossero intrinsecamente pornografici. All’inizio non capivo… poi ho collegato i fatti e i meccanismi mentali dietro all’accusa di pornografia…

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  2. Compagno Z

    Dimentichi la contraddizione più evidente e macroscopica caro Alex: i cattolici pretendono di discriminare rivendicando la libertà di pensiero facendo finta di dimenticarsi che la CCAR, pur riempiendosi la bocca con le parole “rispetto dei diritti umani”, la Dichiarazione Universale dei diritti umani non solo non l’ha mai sottoscritta ma non la riconosce nemmeno come concetto astratto…
    In pratica rivendicano per sè quei diritti che ipocritamente negano al resto della popolazione del pianeta…

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      1. Arturo

        Volevo segnalarvi un esemopio di omofobia dilagante….Ho scritto su facebook che non capivo la protesta della sindaca francese che si rifiuta come Colo di celebrare il matrimonio di due lesbiche , può delegare un assessore! Prima mi ha risposto un politico dell’udc… ( attiro sempre pezzi grossi!) , poi è spuntato un tizio pazzo, un certo umberto ceratti che ha iniziato a ricoprirmi di insulti, solo perchè perchè ho pubblicato i sondaggi dei matrimoni gay secondo i giornali francesi… Mi ha scritto che dovevo essere gay, che la mia fidanzata austriaca doveva essere un uomo, che invece di scrivere era meglio facessimo schifezze e di sicuro vrei fatto l’operazione per il cambiamento di sesso ,perchè il cane che usiamo nei rapporti a 3 faceva la parte attiva… e questo sarebbe il cattolicesimo? non si merita il carcere un pazzo simile?
        qui vi linko la discussione
        https://www.facebook.com/daniela.scavolini/posts/10200697192051908?comment_id=57633771&offset=0&total_comments=45&ref=notif&notif_t=share_reply
        vorrei sapere se vedete i suoi messaggi perchè mi ha bloccato e cancellato tutto…o almeno io non vedo nulla , forseproprio perchè mi ha bloccato, fatemi sapere, io vedo solo i miei messaggi

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        1. Remo

          Caro Arturo inizia a sporgere denuncia verso questi soggettini, chissà se a forse si pagar quattrini non si inciviliscono pure i cattos.

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