Il mondo “no-choice” è nelle condizioni di poter giudicare una donna come Elisabetta Canitano?

Cinque milioni di omicidi“: questo gridavano gli organizzatori della marcia per la vita (o meglio “Marcia per la non-scelta”). Ed ovviamente – se ci sono stati cinque milioni di omicidi – ci saranno state cinque milioni di “assassine“: ossia le donne che hanno abortito. Ed ovviamente saranno “colpevoli” anche i ginecologi che hanno effettuato gli aborti e tutti coloro che difendono il diritto delle donne ad abortire. E saranno colpevoli anche quelli che pensano che sia meglio un aborto praticato da un medico piuttosto che dalle “mammane” o – peggio ancora – autoprocurato ingerendo acido. Perché – per chi non lo sapesse – soprattutto al sud si abortiva ingerendo l’acido muriatico.

Ovvio che per giudicare gli altri – soprattutto in una maniera tanto pesante – bisogna essere “esemplari”, “integerrimi”, “candidi”……

Personalmente non credo di poter essere “esemplare” ma ho un bruttissimo vizio: mi piace leggere e documentarmi.

Proprio leggendo scopro il nome di una donna: Elisabetta Canitano.

Molti ignorano chi sia Elisabetta Canitano. Elisabetta Canitano è una dottoressa, una ginecologa. Crede fortemente che le donne abbiano il diritto ad abortire ed è a favore ovviamente della pillola del giorno dopo.

Ma Elisabetta Canitano si occupa anche del secondo livello della prevenzione tumori per la ASL RMD, è Presidente dell’Associazione Vita di Donna Onlus e socia fondatrice dell’Associazione Differenza Donna che si occupa delle Case antiviolenza.

L’associazione “Vita di Donna” ha fondato la “Casa Internazionale delle Donne di Roma” all’interno del quale c’è un ostello riservato alle donne, un ristorante, un ambulatorio di ostetriche, e aiuta le donne, italiane e straniere, ad usufruire del Servizio Sanitario Nazionale.
Dall’ottobre del 2003 attua un progetto per la protezione delle madri e dei bambini dopo il parto intitolato “Cara mamma ti accompagniamo a casa” finanziato dalla Provincia di Roma ed inoltre offre tutela legale alle donne.
L’associazione “Differenza Donna“, associazione di donne contro la violenza alle donne fondata nel 1989, gestisce due centri antiviolenza, una casa di accoglienza per donne che sfuggono dalla prostituzione o da altre attività illecite ed il Cento “Maree” per donne in difficoltà

Elisabetta Canitano è una donna che offre tutta sé stessa per proteggere altre donne: donne che fuggono da mariti violenti, prostitute, donne che soffrono, donne in difficoltà.

Ma ovviamente per le confuse persone che hanno sfilato alla “Marcia per la vita”, Elisabetta Canitano sarebbe un’assassina e per gruppi cattolici sarebbe “già sbagliato prendere in considerazione” – nel sostegno alle donne – Elisabetta Canitano mentre l’aborto dovrebbe essere “perseguibile con pene severissime

Come detto, ho molti difetti e tra questi c’è una insaziabile voglia di leggere.

E allora questa sera – con un occhio puntato a Saviano – leggo un articolo de “Il Fatto Quotidiano“.

«Il Pontefice, arrivando ad Arezzo, ha ricevuto in dono una spilla in oro massiccio dal peso di quattrocentocinquanta grammi con un grosso rubino incastonato al centro. Valore del cadeau, senza contare la pietra, 12 mila euro. A finanziare il dono, tramite la UnoAerre, è stato Sergio Squarcialupi, il titolare della Chimet, un’industria che si occupa di recuperare metalli preziosi dai rifiuti, usando anche procedimenti di incenerimento. Squarcialupi recentemente è stato anche protagonista del salvataggio della UnoAerre, la storica ditta orafa aretina, finita ad un passo dalla bancarotta.

L’uomo però è noto non solo alle cronache economiche, ma anche a quelle giudiziarie. E’ stato rinviato a giudizio ed è sotto processo con l’accusa di disastro ambientale. Insieme a lui nel processo sono finiti a vario titolo funzionari della Provincia, dell’Arpat e anche l’ex sindaco di Civitella Val di Chiana, Massimiliano Dindalini, un uomo alquanto distratto, al punto da dimenticarsi di avvisare i cittadini e le autorità di un massiccio sversamento di diossina dalle ciminiere della Chimet. Tra i legali degli imputati anche il sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani. Lo stesso sindaco che, giorni fa, ha candidato Squarcialupi al prossimo premio Civitas Arretium, indicandolo come un benemerito cittadino, che ha salvato numerosi posti di lavoro e che oggi offre un munifico dono al Papa.

E’ lecito domandarsi come mai nessuno in Vaticano abbia provato un minimo di imbarazzo davanti a quel dono, così smaccatamente mondano, che assomiglia al pagamento di una medioevale indulgenza. E ancora viene spontaneo chiedersi, se il Papa sia mai stato informato della posizione di imputato del donatore; e se ciò fosse avvenuto, come mai non abbia provato un minimo di imbarazzo nell’accettare, dalle mani di un personaggio che deve fare i conti con accuse gravi, un dono che vale quasi la cifra che un pensionato riceve in due anni?

Ed è anche giusto chiedersi se qualcuno, nelle stanze vaticane, abbia provato disagio nel sapere quanto costa ai contribuenti di un Paese stremato, questa visita “pastorale”.

E’ infine sacrosanto chiedere quale messaggio si manda ai cittadini sempre più in difficoltà: ai giovani senza lavoro, ai precari, ai pensionati che devono campare con 500 euro al mese e pagare pure l’Imu sulla casa, se hanno la fortuna di possederne una, a coloro ai quali Equitalia sta sequestrando dai conti correnti stipendi e pensioni, ai parenti dei lavoratori e degli imprenditori morti suicidi? Quale messaggio?… Quale etica è contenuta in quell’oro, in quel rubino e nei fatti che ho riassunto velocemente? La domande vanno poste ai protagonisti locali, ma anche e soprattutto al presidente Mario Monti che ha ricevuto il Papa ad Arezzo a nome del Governo italiano e vanno poste, col dovuto rispetto per il suo Ministero, anche al successore di un povero pescatore che seguì in povertà l’insegnamento del suo Maestro, fino alla croce sul colle Vaticano».

Allora credo che chiunque possa essere giudicato e criticato ma – concedetemelo – per poter criticare ed insultare bisogna trovarsi nella condizione di “esemplarità“. La Chiesa – che riceve rubini da 12.000 € da persone rinviate a giudizio – è nelle condizioni di poter condannare e giudicare una donna che sul campo aiuta le donne o una donna che ha abortito, un omosessuale, un ateo, un divorziato?

Io potrei anche essere “condannato” facilmente ma credo che poche persone siano nella condizioni di poter condannare o giudicare persone come Elisabetta Canitano. E – mi scuserete – ma non prendo in considerazione chi afferma che sarebbe “già sbagliato prendere in considerazione” – nel sostegno alle donne – Elisabetta Canitano.
E – nel mio piccolo – non avendo avuto mai ricevuto regali da persone rinviate a giudizio mi perdonerete se “ricuso il giudice
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4 pensieri su “Il mondo “no-choice” è nelle condizioni di poter giudicare una donna come Elisabetta Canitano?

  1. Compagno Z

    “E’ lecito domandarsi come mai nessuno in Vaticano abbia provato un minimo di imbarazzo davanti a quel dono, così smaccatamente mondano, che assomiglia al pagamento di una medioevale indulgenza”.

    Imbarazzo? La CCAR? Ma quando mai! E’ dai tempi in cui il Bandito Polacco andò a stringere la mano a Pinochet che dalla parti del Cupolone si son dimenticati quale è il significato della parola “imbarazzo”…

    Rispondi
      1. pao

        mah.. se guardiamo la Storia della Chiesa Cattolica lastricata di sangue ed in netto contrasto con il messaggio cristiano (quello vero) dubito che abbiano mai provato imbarazzo, vergogna o anche solo un pochettino di rimorso …

        Rispondi
  2. Giuseppe Lanzani

    veramente allucinante..
    ho letto i commenti sul sito del ucroonline, se non sapessi che purtroppo in italia milioni di persone ne condividono le idee penserei a una provocazione.
    Purtroppo resto invece basito, e che dire, è un pò lottare contro i mulini a vento.. non ne usciamo più.

    Rispondi

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